FISCO: GINO PAOLI INDAGATO PER EVASIONE 800 MILA EURO - MULTINAZIONALE PAGA 20MLN DI EURO DOPO INDAGINI GDF - INSULTI SU FB A DETENUTO SUICIDA, SOSPESI 16 AGENTI - FLOP SICUREZZA, MARINO ATTACCA QUESTORE E PREFETTO

venerdì 20 febbraio 2015

>>>ANSA/ Fisco: Gino Paoli indagato per evasione 800 mila euro

Due milioni euro portati in Svizzera nel 2008.Perquisite societa'

   (ANSA) - GENOVA, 19 FEB - Il trasferimento in Svizzera di 2

milioni di euro di 'nero' per un'evasione del fisco di circa 800

mila euro costa al cantautore genovese Gino Paoli l'iscrizione

nel registro degli indagati per evasione fiscale. Con lui e'

indagata anche sua moglie Paola Penzo e altri due soci di Paoli

nelle tre societa' genovesi che fanno capo al cantautore, la

'Edizioni musicali senza fine', la 'Sansa' e la 'Grande Lontra'.

   La procura di Genova aveva gia' trovato tempo fa le tracce di

questa evasione mentre indagava sulla maxitruffa ai danni di

Banca Carige che porto' alle custodie cautelari per l'ex

presidente Giovanni Berneschi, l'ad del ramo assicurativo della

banca Ferdinando Menconi e altre cinque persone. Tra questi

anche il commercialista di fiducia dell'ex patron della banca,

Andrea Vallebuona. Durante un'intercettazione ambientale nello

studio di Vallebuona, i militari del Nucleo di polizia

tributaria che ascoltavano la registrazione si sono trovati di

fronte a un colloquio tra il commercialista e il cantautore,

conversazione che secondo gli inquirenti era assai esplicita. Si

discuteva infatti di quei due milioni da portare in Svizzera e

dell'ipotesi di farli rientrare 'scudati'.

   Due milioni che sarebbero provento di una delle societa' di

Paoli e che, secondo i primi confronti incrociati, non

comparirebbero mai nelle dichiarazioni dei redditi del

cantautore. Due milioni che pure da qualche parte devono aver

lasciato una traccia: per questo, la Finanza stamani si e' recata

sia nella villa di Paoli nel quartiere azzurro tra Genova Quarto

e Genova Nervi che negli uffici delle tre societa' che hanno

tutte sede sociale nello stesso palazzo in centro a Genova dove

si trova lo studio di Andrea Vallebuona. L'avvocato di

Vallebuona, Romano Raimondo, tiene pero' a precisare che il suo

assistito "non e' indagato, non ha ricevuto un avviso di garanzia

ne' e' stato perquisito in casa o nel suo ufficio. Anche perche'

non ha mai aiutato Paoli o altri a portare soldi da nessuna

parte".

   L'indagine che coinvolge Paoli nulla ha a che vedere con

quella, che ormai si avvia a conclusione con la decisione del

gup sulle richieste di rinvio a giudizio, per la cosiddetta

'banda Berneschi'. Ma potrebbe avere, e qui gli inquirenti non

confermano ne' smentiscono, qualche punto di contatto con

l'indagine sul Centro fiduciario che, secondo la Guardia di

finanza, costituiva "un crocevia strategico" per la gestione da

parte dell'ex dirigenza Carige, di pratiche finanziarie 'opache'

riguardanti capitali di provenienza illecita. Le fiamme gialle

infatti durante le indagini accertarono che gli allora vertici

del Centro Fiduciario tutelavano alcuni clienti titolari di

depositi di rilevante importo manomettendo o nascondendo

documenti di operazioni finanziarie particolari. Per

quell'indagine uno dei reati ipotizzati e' di riciclaggio.

(ANSA).

 

     >>>ANSA/ Fisco: Gino Paoli indagato per evasione 800 mila euro

Due milioni euro portati in Svizzera nel 2008.Perquisite societa'

   ++ AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO DELLE 19.54 ++

   (ANSA) - GENOVA, 19 FEB - Il trasferimento in Svizzera di 2

milioni di euro di 'nero' per un'evasione del fisco di circa 800

mila euro costa al cantautore genovese Gino Paoli l'iscrizione

nel registro degli indagati per evasione fiscale. Con lui e'

indagata anche sua moglie Paola Penzo e altri due soci di Paoli

nelle tre societa' genovesi che fanno capo al cantautore, la

'Edizioni musicali senza fine', la 'Sansa' e la 'Grande Lontra'.

Paoli, presidente della Siae dal 2013, oggi era al lavoro in

sede a Roma mentre il gruppo di M5s alla Camera, pur aspettando

"che la magistratura faccia il suo corso" afferma che "le

notizie riportate dalla stampa" sull'evasione fiscale di cui e'

accusato Paoli "inducono a chiedergli di valutare seriamente le

dimissioni dalla sua carica".

   La procura di Genova aveva gia' trovato tempo fa le tracce di

questa evasione mentre indagava sulla maxitruffa ai danni di

Banca Carige che porto' alle custodie cautelari per l'ex

presidente Giovanni Berneschi, l'ad del ramo assicurativo della

banca Ferdinando Menconi e altre cinque persone. Tra questi

anche il commercialista di fiducia dell'ex patron della banca,

Andrea Vallebuona. Durante un'intercettazione ambientale nello

studio di Vallebuona, i militari del Nucleo di polizia

tributaria che ascoltavano la registrazione si sono trovati di

fronte a un colloquio tra il commercialista e il cantautore,

conversazione che secondo gli inquirenti era assai esplicita. Si

discuteva infatti di quei due milioni da portare in Svizzera e

dell'ipotesi di farli rientrare 'scudati'.

   Due milioni che sarebbero provento di una delle societa' di

Paoli e che, secondo i primi confronti incrociati, non

comparirebbero mai nelle dichiarazioni dei redditi del

cantautore. Due milioni che pure da qualche parte devono aver

lasciato una traccia: per questo, la Finanza stamani si e' recata

sia nella villa di Paoli nel quartiere azzurro tra Genova Quarto

e Genova Nervi che negli uffici delle tre societa' che hanno

tutte sede sociale nello stesso palazzo in centro a Genova dove

si trova lo studio di Andrea Vallebuona.  L'avvocato di

Vallebuona, Romano Raimondo, tiene pero' a precisare che il suo

assistito "non e' indagato, non ha ricevuto un avviso di garanzia

ne' e' stato perquisito in casa o nel suo ufficio. Anche perche'

non ha mai aiutato Paoli o altri a portare soldi da nessuna

parte".

   L'indagine che coinvolge Paoli nulla ha a che vedere con

quella, che ormai si avvia a conclusione con la decisione del

gup sulle richieste di rinvio a giudizio, per la cosiddetta

'banda Berneschi'. Ma potrebbe avere, e qui gli inquirenti non

confermano ne' smentiscono, qualche punto di contatto con

l'indagine sul Centro fiduciario che, secondo la Guardia di

finanza, costituiva "un crocevia strategico" per la gestione da

parte dell'ex dirigenza Carige, di pratiche finanziarie 'opache'

riguardanti capitali di provenienza illecita. Le fiamme gialle

infatti durante le indagini accertarono che gli allora vertici

del Centro Fiduciario tutelavano alcuni clienti titolari di

depositi di rilevante importo manomettendo o nascondendo

documenti di operazioni finanziarie particolari. Per

quell'indagine uno dei reati ipotizzati e' di riciclaggio.

(ANSA).

 

 

Fisco: multinazionale paga 20mln di euro dopo indagini Gdf

Aveva spostato tassazione utili da Italia a Germania

   (ANSA) - MILANO, 19 FEB - Si e' conclusa con il pagamento di

20 milioni di euro, tra imposte non versate e sanzioni, e con la

richiesta di concordare con il fisco italiano gli obblighi

tributari dei prossimi anni, una verifica fiscale del Nucleo di

Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cremona su un

importante gruppo multinazionale tedesco presente in Italia con

stabilimenti per la produzione di sostanze chimiche.

   Lo rende noto al stessa Gdf spiegando che nel 2008 la

multinazionale tedesca aveva effettuato una riorganizzazione

societaria, con la fusione di alcune aziende italiane, di cui

una cremonese, che aveva comportato anche lo spostamento della

tassazione degli utili dall'Italia alla Germania.

   La produzione era rimasta in Italia ma la cessione del "ramo

commerciale" italiano a una neocostituita societa' svizzera aveva

comportato che i ricavi derivanti dalla vendita fossero

contabilizzati dalla multinazionale tedesca. (ANSA).

 

     Fisco: multinazionale paga 20mln di euro dopo indagini Gdf (2)

   (ANSA) - MILANO, 19 FEB - Le indagini delle Fiamme Gialle

cremonesi, avviate nel giugno 2012, hanno dimostrato che

l'operazione societaria straordinaria aveva modificato soltanto

formalmente la struttura operativa e che la societa' aveva

continuato ad operare in Italia. Lo stabilimento cremonese aveva

infatti continuato a vendere i prodotti ai clienti italiani

attraverso la rete commerciale esistente.

   I 29 dipendenti addetti alla vendita erano stati solo

formalmente trasferiti alla societa' svizzera poiche' continuavano

ad operare sul territorio nazionale con contratti di "home

office" con postazioni lavorative presso le rispettive

abitazioni nelle Province di Milano, Cremona, Pavia, Genova e

Ravenna. In questo modo il fatturato delle vendite (per oltre

900 milioni di euro) era stato trasferito in Germania e

sottratto alla tassazione in Italia.

   Dal 2008 al 2012 l'azienda tedesca ha omesso di dichiarare al

fisco italiano utili per circa 90 milioni, sui quali sarebbero

poi state calcolate le imposte da versare.

   In contradditorio con la Direzione Regionale delle Entrate di

Milano ha deciso di aderire alle contestazioni e di pagare

all'Erario le imposte, le sanzioni e gli interessi dovuti. Nei

giorni scorsi giorni la multinazionale ha ultimato il versamento

al fisco di circa 20 milioni di euro.  (ANSA).

 

 

>>>ANSA/ Insulti su Fb a detenuto suicida, sospesi 16 agenti

Orlando, "atti inaccettabili". Capo Dap invia rapporto a pm

   (di Eva Bosco)

   (ANSA) - ROMA, 19 FEB - "Ho firmato 16 provvedimenti

cautelari di sospensione". E' immediata la risposta del capo del

Dipartimento amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, nei

confronti degli agenti che, sulla pagina facebook del sindacato

Alsippe, hanno postato insulti contro un detenuto che si e' tolto

la vita a Opera. Insulti ignobili, "intollerabili", ha detto il

ministro della Giustizia Andrea Orlando, che hanno consegnato in

pasto alla rete, e quindi potenzialmente a chiunque, parole come

"un romeno di meno" o "beviamo alla tua salute". Frasi dirette a

un uomo, Ioan Gabriel Barbuto, che aveva su di se' una grave

colpa, condannato all'ergastolo per omicidio, e a 39 anni si e'

impiccato in cella il 14 febbraio.

   Secondo il Dap quelle degli agenti sono "affermazioni

gravemente lesive dell'immagine dell'Amministrazione

penitenziaria e della dignita' dei detenuti" e in esse "e'

ravvisabile non solo una grave indifferenza verso il diritto

alla vita, all'incolumita' e alla salute" di chi e' in carcere,

"ma anche un atteggiamento che puo' avere riflessi sulla

sicurezza dell'organizzazione" negli istituti di pena.

   Per gli agenti sospesi - tutti uomini - partira' l'iter

disciplinare che stabilira' le sanzioni. In linea teorica, si puo'

arrivare al licenziamento, ma sono piu' probabili misure

intermedie. Il numero uno del Dap ha anche trasmesso

all'autorita' giudiziaria il rapporto predisposto dal Nucleo

investigativo centrale del Dipartimento: "Se emergeranno reati -

preannuncia Consolo - questa amministrazione si costituira' parte

civile per danno all'immagine". Spettera' al pm valutare se si

possa configurare, in un caso come questo, l'istigazione al

suicidio.

   Ma c'e' un altro versante su cui il sistema carceri deve

lavorare. E se la liberta' di espressione non si discute,

esistono confini invalicabili e bisogna essere coscienti di cosa

significa oltrepassarli, tanto piu' nell'era dei social e se si

indossa una divisa o si ricopre un ruolo pubblico. "La polizia

penitenziaria in questo momento e' mortificata per quanto e'

accaduto: gia' stamattina ho predisposto una circolare che

richiama tutti gli appartenenti all'amministrazione

penitenziaria, e non solo gli agenti, ai propri doveri", ha

spiegato Consolo. E il ministro ha chiesto di rafforzare la

formazione degli agenti rispetto all'uso di internet e dei

social network. Anche perche', stando a quanto segnala Emilio

Quintieri, dei Radicali, via facebook, quello di oggi non e' un

caso "isolato", ma insulti simili erano stati postati anche per

Bartolomeo Gagliano, serial killer suicida in carcere.

   Nel pomeriggio il guardasigilli ha incontrato anche i

rappresentanti dei sindacati. Da parte di tutti c'e' stata una

decisa presa di distanza rispetto a quanto accaduto. Ma, certo,

quelle 16 sospensioni fanno anche discutere all'interno del

Corpo quanti, tutti i giorni, hanno a che fare con una realta'

difficile e in moltissimi casi, lontani dai riflettori e senza

che nessuno se ne accorga, salvano detenuti che tentano il

suicidio. Il Sappe calcola che in 20 anni i baschi blu abbiano

sventato piu' di 16mila tentati suicidi e impedito circa 113mila

atti di autolesionismo. E "solo 1 su 20 dei tentativi di

suicidio da parte dei reclusi ha esito infausto", ricorda

l'Osapp. E' dentro questa realta' che vanno inquadrate le

reazioni dei sindacati, che sono unanimi nel condannare il caso,

ma sono preoccupate che la polizia penitenziaria sia

"criminalizzata", come dice Leo Beneduci dell'Osapp. O giudicano

"eccessive" le sospensioni, come Eugenio Sarno, Uilpa, che

chiede altrettanta durezza verso "dirigenti e comandanti

inefficienti". Pompeo Mannone, Fns-Cisl, afferma che le misure

adottate "non convincono fino in fondo, perche' manca un'indagine

della Procura". "Proviamo vergogna", ammette Salvatore

Chiaramonte, Fp-Cgil, e allo stesso tempo ricorda che gli agenti

nelle carceri "operano spesso a ranghi ridotti in condizioni

drammatiche". "Esultare ad un suicidio e' quanto di piu' squallido

e vergognoso ci possa essere", afferma Donato Capece, del Sappe.

(ANSA).

 

    

 

 

 

>ANSA-FOCUS/ Carceri: io sospeso per 'I like', "una leggerezza"

"Addolorato, provvedimento eccessivo e giustizialista"

   (ANSA) - ROMA, 19 FEB - "Sono profondamente sconcertato e

addolorato per il provvedimento di sospensione dal servizio che

mi e' stato notificato dal Dipartimento dell'Amministrazione

penitenziaria": e' quanto dice all'ANSA il vicecommissario della

polizia penitenziaria Rino Raguso, uno dei 16 sospesi per gli

insulti su Fb a un detenuto suicida nel carcere di Opera.

   "Nella sospensione - spiega Raguso, che e' anche

vicesegretario generale del sindacato autonomo Osapp - mi si

accusa della condivisione di un articolo apparso su Facebook del

sindacato Alsippe, nel quale si dava notizia del decesso per

suicidio del detenuto": una "leggerezza, la mia", dice.

   E spiega: "Debbo premettere  che umanamente e

professionalmente la perdita di una vita umana e' un fatto

sconcertante e che addolora, soprattutto se riguarda una persona

in stato di detenzione, proprio perche' il rispetto della dignita'

non deve mai conoscere limitazioni di sorta, e tantomeno

derisioni e volgari offese che alcuni commenti hanno avuto e dai

quali confermo la mia totale distanza e la mia critica

posizione".

   "La leggerezza di aver spuntato un 'I like' riferita alla

notizia nel complesso (che comprendeva altresi' l'impegno

disperato del personale nel cercare di salvare una vita umana) -

aggiunge Raguso - non puo' vanificare una convinzione, morale e

giuridica, che ha sempre accompagnato la mia vita, dagli studi

umanistici al percorso professionale di funzionario di polizia

penitenziaria, ovvero la garanzia che il lavoro di chi veste una

divisa non puo' mai perdere la cifra di umanita' e civilta' che il

nostro compito esige. Lo dico anche perche' nel mio passato

professionale l'avere dovuto assistere a tanti tentativi di

suicidio dei detenuti, sventati dagli agenti, ha reso il nostro

lavoro una missione che parimenti lascia sconvolti tanti

operatori, non solo quindi poliziotti, i quali dinanzi al dramma

della perdita della vita umana in carcere, rimangono, in primis

come essere umani, sconvolti".

   Raguso dice ancora di ritenere il provvedimento cautelare a

suo carico "eccessivo e dettato da un giustizialismo che intacca

tanti anni di servizio prestati a favore della polizia di stato

prima, del corpo della polizia penitenziaria e da dieci anni

nell'impegno nel sindacato Osapp, e sempre votati al rispetto

della vita e della dignita' umana, nella esecrazione delle

dietrologie e nel dare informazione a tanti uomini e donne della

polizia penitenziaria che credono negli stessi valori in cui

credo io e che ho suggellato con il giuramento allo Stato".

(ANSA).

 

    

 

 

>ANSA-BOX/ Flop sicurezza, Marino attacca Questore e Prefetto

'Per loro tutto sotto controllo'.Negozianti,'e' stata guerriglia'

   (ANSA) - ROMA, 19 FEB - Hooligans olandesi a spasso ubriachi

per il centro di Roma come turisti della violenza. La Capitale

d'Italia per ore in mano ad un'orda incontrollata di moderni

barbari. E sotto accusa finisce il dispositivo di sicurezza

predisposto per il temuto match di Europa League tra giallorossi

e Feyenoord. Una situazione che ha portato alla devastazione del

salotto dello shopping capitolino con il danneggiamento della

Fontana della Barcaccia, uno dei simboli della citta', e i

negozianti costretti ad una serrata improvvisa per paura.

   "La fontana era diventata una pattumiera, le strade una

discarica, i vicoli orinatoi", dice un commerciante di Piazza di

Spagna. Dopo che i barbari se ne sono andati spiegano "di avere

abbassato le serrande per paura, qui era una guerriglia:

l'ordinanza anti alcol non ha senso se non la fai rispettare".

Stesse accuse a Campo de' Fiori, dove ieri gli olandesi avevano

dato un anticipo della loro violenza. "Gli esercenti sono stati

costretti, da un'ordinanza emanata in ritardo ed ancora peggio

comunicata, a non vendere bevande alcoliche e a barricarsi

dentro i propri negozi, mentre nella piazza e' accaduto di

tutto", dice Confcommercio.

   "L'ordinanza della prefettura, che disponeva il divieto della

vendita di bevande alcoliche dopo le 20 di ieri e fino alle 24

di oggi, e' stata aggirato depredando bar e pub o rivolgendosi

agli ambulanti abusivi che hanno fatto affari d'oro", dice il

gestore di un locale. Cosi', complice l'alcol, sono state ore di

caos e paura che hanno portato il sindaco Ignazio Marino ad

attaccare questore e prefetto: "La gestione della sicurezza ha

avuto falle grandi e intollerabili, ieri ci sono stati altri

episodi di violenza, stamani ci hanno assicurato che era tutto

sotto controllo, abbiamo visto cosa e' successo". Secondo Marino,

ad esempio, in piazza di Spagna le forze dell'ordine sono

intervenute troppo tardi, permettendo agli hooligans di

danneggiare il monumento di Gian Lorenzo Bernini.

   "Ho protestato e chiesto spiegazioni a chi ha la

responsabilita' dell'ordine pubblico in questa citta' - ha detto

il sindaco - consentendo che monumenti preziosi e recentemente

restaurati come la Barcaccia diventassero bersaglio di gesti

violenti. Perche' la fontana non era protetta?". E in serata il

sindaco ha riproposto la richiesta di piu' uomini delle forze

dell'ordine a Roma, minacciata dai terroristi dello Stato

Islamico, ma intanto messa a sacco da hooligan olandesi.(ANSA).

 

     >ANSA-BOX/ Flop sicurezza, Marino attacca Questore e Prefetto

Questura, olandesi ci avevano segnalato solo pochi violenti

   (AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO DELLE 20.50)

   (ANSA) - ROMA, 19 FEB - 19 FEB - Hooligans olandesi a spasso

ubriachi per il centro di Roma come turisti della violenza. La

Capitale d'Italia per ore in mano ad un'orda incontrollata di

moderni barbari. E sotto accusa finisce il dispositivo di

sicurezza predisposto per il temuto match di Europa League tra

giallorossi e Feyenoord. La questura in serata parla di una

partita preparata da gennaio con le autorita' olandesi, che

pero' avrebbero segnalato solo poche centinaia di tifosi

pericolosi sui circa 5 mila "ufficiali". Molti di meno di quelli

protagonisti di violenze a Roma.

   "In piazza di Spagna , come anche le immagini documentano -

si legge nel comunicato della questura -, i tifosi olandesi si

sono radunati alla spicciolata in breve tempo; L'intervento

delle forze dell'ordine, immediato ed evidentemente necessario,

ha dovuto tener conto sia del contesto urbano oltre che della

presenza di cittadini e turisti.L'azione delle forze di polizia

ha altresi' impedito che i violenti tifosi potessero invadere le

strade del centro della capitale in corteo, cosi' come avevano

intenzione di fare".

   Una situazione che ha comunque portato alla devastazione del

salotto dello shopping capitolino con il danneggiamento della

Fontana della Barcaccia, uno dei simboli della citta', e i

negozianti costretti ad una serrata improvvisa per paura.

"La fontana era diventata una pattumiera, le strade una

discarica, i vicoli orinatoi", dice un commerciante di Piazza di

Spagna. Dopo che i barbari se ne sono andati spiegano "di avere

abbassato le serrande per paura, qui era una guerriglia:

l'ordinanza anti alcol non ha senso se non la fai rispettare".

Stesse accuse a Campo de' Fiori, dove ieri gli olandesi avevano

dato un anticipo della loro violenza. "Gli esercenti sono stati

costretti, da un'ordinanza emanata in ritardo ed ancora peggio

comunicata, a non vendere bevande alcoliche e a barricarsi

dentro i propri negozi, mentre nella piazza e' accaduto di

tutto", dice Confcommercio.

   "L'ordinanza della prefettura, che disponeva il divieto della

vendita di bevande alcoliche dopo le 20 di ieri e fino alle 24

di oggi, e' stata aggirato depredando bar e pub o rivolgendosi

agli ambulanti abusivi che hanno fatto affari d'oro", dice il

gestore di un locale. Cosi', complice l'alcol, sono state ore di

caos e paura che hanno portato il sindaco Ignazio Marino ad

attaccare questore e prefetto: "La gestione della sicurezza ha

avuto falle grandi e intollerabili, ieri ci sono stati altri

episodi di violenza, stamani ci hanno assicurato che era tutto

sotto controllo, abbiamo visto cosa e' successo". Secondo Marino,

ad esempio, in piazza di Spagna le forze dell'ordine sono

intervenute troppo tardi, permettendo agli hooligans di

danneggiare il monumento di Gian Lorenzo Bernini.

   "Ho protestato e chiesto spiegazioni a chi ha la

responsabilita' dell'ordine pubblico in questa citta' - ha detto

il sindaco - consentendo che monumenti preziosi e recentemente

restaurati come la Barcaccia diventassero bersaglio di gesti

violenti. Perche' la fontana non era protetta?". E in serata il

sindaco ha riproposto la richiesta di piu' uomini delle forze

dell'ordine a Roma, minacciata dai terroristi dello Stato

Islamico, ma intanto messa a sacco da hooligan olandesi.

(ANSA).

 

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