DEGRADO E SICUREZZA CITTA', VIMINALE LAVORA A NORME - TERRORISMO:PANSA,DA DECRETO ALTRI 4.800 UOMINI PER CONTROLLI - P.A:VERSO CENSIMENTO CONTINUO,13 MILA ENTI A SETACCIO - DEMANIO, POSSIBILI 150 MLN RISPARMI 2015 DA AFFITTI P.A

lunedì 23 febbraio 2015

DEGRADO E SICUREZZA CITTA', VIMINALE LAVORA A NORME

SUL TAVOLO POTERI ORDINANZA A SINDACI. STOP LITI SU ROMA

   (ANSA) - ROMA, 21 FEB - Un pacchetto di norme contro il

degrado urbano - dalla lotta all'abusivismo, alla contraffazione

e all'accattonaggio fino ai controlli piu' rigidi nelle zone

della movida - che prevede maggiori poteri ai sindaci, e un

tavolo sulla 'questione Roma'. E' un doppio binario quello a cui

sta lavorando il Viminale dopo lo scempio compiuto a piazza di

Spagna dai tifosi del Feyenoord.

   Il punto piu' delicato riguarda proprio la Capitale, dove lo

scontro tra le autorita' di pubblica sicurezza e il sindaco e'

sotto gli occhi di tutti. Ed e' proprio per questo che il

ministro Alfano presiedera' nei prossimi giorni un Comitato per

l'ordine e la sicurezza pubblica dedicato esclusivamente a Roma:

in un momento in cui l'allarme terrorismo e' ai massimi livelli,

con la propaganda dell'Isis che continua a indicare la capitale

come bersaglio da colpire e l'incubo lupi solitari, non e' certo

sostenibile uno scontro cosi' acceso tra chi governa la citta' e

chi deve garantirne la sicurezza. Il Comitato sara' dunque

l'occasione per voltare pagina ma anche per capire cosa bisogna

mettere in campo per evitare il ripetersi di certe situazioni.

   I problemi non sono pochi. Innanzitutto c'e' da capire perche'

il 'Piano Roma', presentato dallo stesso ministro assieme al

sindaco Marino e al prefetto Pecoraro sette mesi fa, sia di

fatto rimasto lettera morta. Quel piano, infatti, prevedeva tra

l'altro regole certe per cortei e manifestazioni e disposizioni

per una maggiore sicurezza in occasione dell'arrivo dei tifosi a

Roma. Regole mai applicate per una serie incrociata di veti.

Bisognera' dunque ripartire da li' per cercare di evitare che il

centro della citta' diventi ogni volta ostaggio dei violenti,

siano essi manifestanti o ultra'. Il problema resta pero' sempre

lo stesso e ruota attorno alla possibilita' di ridurre le liberta'

personali in occasioni particolari. Altro non sarebbe, infatti,

definire percorsi specifici per i cortei, limitare i movimenti

di gruppi di tifosi, estendere il divieto di vendita degli

alcolici anche ai supermercati. Il Comitato dovra' anche decidere

come utilizzare i 500 militari inviati nella Capitale:

presidieranno i luoghi piu' a rischio in modo da liberare le

forze di polizia da questi compiti ed impiegarle in attivita' di

indagini e controllo del territorio.

   L'altro binario su cui si lavora al Viminale e' la legge sul

cosiddetto 'decoro urbano', un provvedimento che e' sul tavolo

ormai da oltre un anno e che prevede un forte coinvolgimento dei

sindaci. L'obiettivo, ha sempre detto Alfano, e' quello di

rendere i cittadini "liberi dalla paura" attraverso una serie di

interventi che puntano a ridurre le situazioni che in una

metropoli fanno aumentare la percezione di insicurezza:

attenzione particolare, dunque, contro furti e rapine, lotta ad

abusivismo e contraffazione, misure contro l'accattonaggio e il

degrado delle periferie, sistemi di videosorveglianza nei luoghi

della movida, interventi contro lo spaccio davanti alle scuole e

contro la prostituzione nelle strade. Ma soprattutto, nei

prossimi giorni Alfano vedra' il presidente dell'Anci Piero

Fassino e sara' quella l'occasione per parlare della possibilita'

di restituire ai sindaci il potere di ordinanza in materia di

sicurezza, un cavallo di battaglia dell'ex ministro dell'Interno

Maroni stoppato nel 2011 da una sentenza della Consulta.

L'obiettivo e' chiaro: creare una sinergia tra forze dell'ordine,

militari e polizie locali per massimizzare gli sforzi tesi ad

aumentare la sicurezza urbana. "Chiediamo che vi sia un esame

rapido" del disegno di legge rimasto fermo, dice il presidente

del Consiglio nazionale dell'Anci Enzo Bianco, "non sono per il

sindaco sceriffo ma dovremmo avere qualche responsabilita' in

piu', quantomeno sulla selezione delle priorita'". "E' arrivato il

momento di accelerare - aggiunge il sindaco di Napoli Luigi De

Magistris, delegato dell'Anci alla sicurezza - il tema

dell'ordine pubblico e' in capo allo Stato, ma sicuramente e'

necessario un rafforzamento dei poteri di ordinanza ai sindaci e

maggiori poteri sulla sicurezza urbana".(ANSA).

 

TERRORISMO:PANSA,DA DECRETO ALTRI 4.800 UOMINI PER CONTROLLI

   (ANSA) - VERONA, 21 FEB - "Da due anni a questa parte non ci

sono stati tagli alle forze di Polizia. A causa della crisi

economica vi era stato il blocco del turn-over con conseguenze

sulla disponibilita' di uomini. In effetti stiamo utilizzando

risorse della Difesa. Il decreto anti-terrorismo, comunque, ci

ha permesso di poter utilizzare altri 4800 uomini da destinare

al controllo di siti e territori sensibili". Lo ha detto il Capo

della Polizia, Alessandro Pansa, rispondendo a una domanda sul

tema anche della sicurezza e sull'eventualita' di un ricorso

all'Esercito, come auspicato dal Governatore Luca Zaia, per

combattere i fenomeni di criminalita'. (ANSA).

 

 

 

P.A:VERSO CENSIMENTO CONTINUO,13 MILA ENTI A SETACCIO

MONITORAGGIO ISTAT IN LINEA CON SPENDING REVIEW

   (ANSA) - ROMA, 22 FEB - L'obiettivo e' arrivare al censimento

continuo, all'aggiornamento tempestivo su tutti i dati chiave

del Paese: ora si fa un primo passo. Si parte con la Pubblica

Amministrazione, con un piano che fa scattare il monitoraggio

non piu' a cadenza decennale ma biennale. L'Istat e' gia' a lavoro

sulla formulazione dei questionari che da settembre verranno

spediti online a tutte le amministrazioni, con 13 mila enti al

setaccio. L'intensione e' quella di conoscere meglio la macchina

pubblica e dove si puo' razionalizzare, in piena logica spending

review.

   In vista dell'avvio del nuovo censimento l'Istituto di

statistica ha dedicato in settimana, mercoledi' scorso, un

seminario al tema, dal titolo 'Verso il censimento continuo

delle istituzioni pubbliche'.Il presidente dell'Istat, Giorgio

Alleva, ha parlato di un passaggio molto importante, da

censimenti decennali a permanenti, come previsto dal cosiddetto

decreto Sviluppo bis, di fine 2012. Un "grande cambiamento", ha

spiegato, che comincia chiamando all'appello tutte le

amministrazioni, dalla Pa centrale ai comuni. Per Alleva il

risultato dell'indagine non si esaurira' in dati strutturali, ma

verranno fuori elementi che "consentiranno anche di poter

valutare la qualita' delle prestazioni erogate dalle Pa".

   Franco Lorenzini, della direzione centrale Istat per le

rilevazioni censuarie e i registri statistici, ha sottolineato

che l'indagine "partira' da settembre" e sara' tutto, ha aggiunto,

"a costo zero". Verranno utilizzati tutti i dati amministrativi

gia' prodotti e alle pubbliche amministrazioni sara' chiesto di

fornire le informazioni sui presidi pubblici presenti nel

territorio e sui servizi che vengono offerti. Insomma, riassume

Lorenzini, "il dove e il come" dell'azione pubblica. Lo scopo,

ha evidenziato il responsabile dell'Istat, "e' quello di arrivare

a delineare un'analisi sull'efficacia e l'efficienza della Pa

sul territorio, perfettamente in linea con la spending review".

   Per il capo dipartimento della Funzione pubblica, Pia

Marconi, si tratta di un progetto "ambizioso", in un'ottica di

razionalizzazione che significa "migliorare la qualita' della

spesa, ma non necessariamente tagliandola". Conoscere meglio la

Pa vuol dire anche, ha sottolineato, avere a disposizione "dati

che sono utili per prendere decisioni". Marconi ha messo

l'accento sulla necessita' di "misurare i servizi che sono

svolti". (ANSA).

 

DEMANIO, POSSIBILI 150 MLN RISPARMI 2015 DA AFFITTI P.A

REGGI,OBIETTIVO ABBATTERE 1MLD DEBITO.-130MLN SPESA IN 6 ANNI

   (ANSA) - ROMA, 22 FEB - Un obiettivo 2015 di 150 milioni di

risparmi per gli affitti della P.a; 130 milioni  effettivamente

gia' risparmiati negli ultimi 6 anni e un target complessivo di

abbattimento del debito pubblico di 1 miliardo all'anno. La

razionalizzazione dell'uso del patrimonio immobiliare pubblico

insieme alla valorizzazione e la cessione dei beni immobili e'

una voce importante del processo di revisione della spesa

pubblica con obiettivi importanti: nel documento inviato ieri

alla Ue dal Mef ad esempio sono ascritti i 220 milioni per il

2015 e 100 all'anno per il 2016 e 2015 che deriveranno dalla

vendita degli immobili della Difesa e l'operazione affidata al

Demanio nel 2014 per la dismissione di 26 immobili di vari enti

per altri 234,73 milioni di euro.

  "Dal 2015 possiamo arrivare a contribuire alla riduzione del

debito pubblico per un miliardo di euro all'anno tramite la

gestione efficiente del patrimonio immobiliare pubblico", dice

il direttore dell'Agenzia del Demanio, Roberto Reggi da

raggiungere attraverso il risparmio sugli affitti e la riduzione

degli spazi della P.a i proventi dalla vendita di immobili, i

ricavi dalla gestione dei fondi di immobili pubblici come quelli

di Invimit o la vendita a Cdp di parti del patrimonio. Entra in

questa sezione anche il federalismo demaniale che prevede al

cessione di immobili statali agli enti pubblici per valorizzarli

o conferirli in fondi.

   Sul fronte de risparmi Reggi spiega che "gia' dal 2015

potremmo arrivare a ridurre di 150 milioni la spesa per gli

affitti dello Stato che ora e' di circa un miliardo". Entro il

2015 infatti tutte le amministrazioni pubbliche dovranno

abbassare la spesa per locazioni passive del 50% ricorrendo

anche alla riduzione degli spazi occupati, alle rinegoziazioni

dei contratti e spostando gli uffici in beni della P.a. che si

liberano, come le ex-caserme. Del miliardo di euro totali pero'

solo 300 milioni sono aggredibili subito, perche' l'altra parte e'

legata da contratti di lunga durata. Intanto in sei anni lo

Stato grazie alle valutazioni della Commissione di congruita' e

rinegoziazione dei contratti ha risparmiato circa 130 milioni di

euro su contratti di affitto per gli edifici della P.a.

  Nel dettaglio queste attivita' hanno portato a una riduzione

dei costi di 5,1 milioni nel 2009 che si e' mantenuta nei 5 anni

successivi, di 8,2 milioni nel 2010 che si e' esteso sui 4 anni

successivi, nel 2011 di 7 milioni, circa 7 milioni anche nel

2012, 4 nel 2013 e 3 nel 2014. L'attivita' della commissione pero'

non riguarda solo gli affitti ma anche gli acquisti di immobili.

E nel 2014 in totale si e' arrivati a risparmiare, tra contratti

di affitto e di acquisto, oltre 48 milioni di euro. Per gli

acquisti degli enti previdenziali sono stati spesi, rispetto

alle offerte iniziali, 36 milioni in meno per una spesa totale

di 202 milioni, per quelli degli enti pubblici invece il

risparmio totale e' stato di 9,5 milioni, su una spesa di 252,

mentre 3 milioni e' stato il quello per gli affitti.(ANSA).

 

FISCO:EVASI 7 MLN EURO CON CARTIERA, NEI GUAI PADRE E FIGLIA

   (ANSA) - RAVENNA, 21 FEB - Sette milioni di euro evasi grazie

a fatture fasulle emesse da una societa' di San Marino. E' quanto

la guardia di Finanza delle Tenenza di Faenza, nel ravennate, ha

scoperto nell'ambito di un'indagine poi coordinata dalla Procura

di Forli' su due promotori di banca di 35 e 62 anni residenti nel

Forlivese, padre e figlia ora indagati.

   Ed erano proprio loro due che, secondo l'accusa,

amministravano la societa' sammarinese sebbene formalmente

intestata a un uomo del posto.

   Il reddito complessivo riscosso dalla "cartiera" grazie alle

fatture false, per i finanzieri ammonta a circa 250 mila euro,

soldi gia' segnalati all'agenzia delle Entrate di Forli'-Cesena

per il recupero a tassazione.

   Le fatture fittizie - ha spiegato la Finanza in una nota -

erano state emesse per motivazioni varie che andavano dalla

"ricerca di mercato", all'"individuazione e selezione di

collaboratori" passando per la "segnalazione di potenziali

clienti". A beneficiarne, circa 50 aziende con sede in tutta

Italia tra cui appunto anche Faenza oltre che Ravenna. Tanto che

le posizioni dei singoli legali rappresentanti sono al vaglio

dei competenti comandi delle Fiamme Gialle. Tra le societa' nel

mirino, figura pure una ditta individuale forlivese gestita da

uno dei due amministratori della "cartiera" sammarinese il quale

avrebbe usato nel proprio bilancio un milione di euro di fatture

false da lui stesso prodotte. Infine anche il commercialista che

gestiva la contabilita' dei due indagati e' stato sanzionato per

violazione della normativa antiriciclaggio in quanto secondo

l'accusa ha omesso di segnalare alla Banca d'Italia le

operazioni sospette intercorse con la societa' sammarinese.

(ANSA).

 

FISCO:CICALA,TROPPI RICORSI A CASSAZIONE,DIFFICILE DIMINUIRE

   (ANSA) - FIRENZE, 21 FEB - "Il problema della Cassazione e'

che c'e' un flusso di ricorsi di circa 12-13mila l'anno.

difficile prevedere che diminuiscano almeno in questa

situazione. Anche la sanzione del raddoppio del contributo che

colpisce il contribuente che perde il ricorso per Cassazione non

ha ridotto i ricorsi. Riponiamo speranze in questo ufficio

spoglio che dovra' essere creato presso ogni sezione, soprattutto

nel fatto che in questo ufficio spoglio ci saranno 6/7 giudici

di tribunale in funzione di assistente del giudice per aiutarci

ad organizzare il ruolo e a studiare le cause". Lo ha spiegato

Mario Cicala, presidente della Commissione Tributaria Regionale

Toscana e di sezione tributaria alla Corte Suprema di

Cassazione, tra gli ospiti di un convegno sulla giustizia

tributaria in Palazzo Bastogi a Firenze.

   "Il nodo della Cassazione e' un effetto di situazioni generali

che non e' possibile eliminare - ha osservato - Certo si puo'

ridurre il ruolo della Cassazione, o ridurlo a nulla come fanno

in paesi stranieri, dove il ricorso per Cassazione non e' un

diritto e il giudice guarda se quella causa la vuole fare o

meno. Qua in Italia non e' concepibile o auspicabile". Per avere

"riforme cosi' radicali che trasformassero la durata del processo

di Cassazione di un anno - ha detto ancora Cicala - bisognerebbe

pensare a delle modifiche cosi' radicali, invece di 30 giudici

avere 100 magistrati che fanno Cassazione, col risultato poi, di

aumentare le discrepanze, perche' non e' che in Cassazione le

pronunce sono tutte uniformi, abbiamo sensibilita' diverse e modi

di pensare diversi". Comunque, ha precisato il magistrato, "non

e' prevedibile o imminente un aumento di organico di questo

tipo".(ANSA).

 


Tua email:   Invia a: