CONVEGNO "RIORGANIZZARE LA SICUREZZA": FINALMENTE SI È DISCUSSO IN PUBBLICO DI FORZE DI POLIZIA E SI È SCOPERTO CHE NON SONO I SINDACATI A FERMARE LE RIFORME

mercoledì 15 aprile 2015

Il convegno “Riorganizzare la sicurezza” organizzato da CGIL, Silp e Ficiesse è stata una grande (e rara) occasione per discutere pubblicamente e “seriamente” di sicurezza.

Aldilà del grande successo di partecipazione, infatti, ci piace sottolineare soprattutto i contenuti degli interventi ed il fatto che una questione fondamentale come quella della sicurezza è stata finalmente affrontata e dibattuta a 360° ed in tutte le sue sfaccettature (ordine pubblico, legalità economico-finanziaria, legalità ambientale ed agro-alimentare, ecc.) dando “voce” agli operatori e (per il tramite di CGIL) anche ai cittadini-clienti.

Speriamo che ci siano altre occasioni come questa e che politica e burocrazia si rendano conto che la sicurezza non è un argomento da trattare solo “in privato, nelle segrete stanze”. Fino a quando la discussione rimarrà confinata tra le aule parlamentari, le segreterie di partito e le amministrazioni, non avremo mai un modello di sicurezza pensato per i cittadini.

Comunque sia, dagli interventi dei relatori è emerso un quadro di grande preoccupazione per la politica che il Governo sta portando avanti sulla questione sicurezza.

Si è avuta la percezione che il Governo non abbia un preciso piano o una visione di fondo sulla sicurezza e voglia procedere all’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato, solo per dare un segnale propagandistico, senza considerare che questo intervento non produce risparmi e rischia di creare nocumento al contrasto dei crimini ambientali e agro-alimentari.

Si è avuta la netta percezione che anche il Governo Renzi continui con la tendenza di tutti gli ultimi Governi: deligittimare il ruolo dei Corpi Intermedi ed del sindacato in particolare, proporre un solo tipo di contrazione della spesa ovvero quella della riduzione dei salari e non incidere sui veri e seri problemi del Paese (lavoro, corruzione, malaffare, ecc.).

Si è avuta, infine, la percezione che anche questo Governo, in questa materia come in altre, “ascolti” solo la burocrazia ignorando tutti gli altri stakeholders (operatori, parti sociali, associazioni e cittadini).

I rappresentanti di CGIL (dal Segretario Nazione di CGIL-Funzione Pubblica Salvatore Chiaromonte, al Segretario Confederale Gianna Fracassi, passando per il Segretario Generale del SILP) ed il nostro Segretario Generale Francesco Zavattolo, non si sono però soffermati solo alla sterile critica, ma hanno “sfidato” Governo e Amministrazioni con proposte serie e concrete: quali la riduzione dei livelli gerarchici e di comando, la riduzione degli apparati di funzionamento, l’investimento in formazione, mezzi e risorse umane, il potenziamento del modello civile di sicurezza, un effettivo coordinamento delle Forze di polizia, l’esaltazione delle specificità e delle competenze delle Polizie specialistiche, ecc. Tutti argomenti di cui non si fa menzione nei documenti e nelle proposte governative.

Non possiamo che cogliere con soddisfazione anche l’intervento del Responsabile Legalità e Sicurezza di CGIL Luciano Silvestri che, svestendo per un secondo i panni di moderatore, ha invitato il PD (per il tramite dell’On. Fiano) a rispettare le sentenze CEDU in materia di riconoscimento dei diritti sindacali del personale militare.

Il nostro Segretario si è soffermato sugli aspetti che più riguardano la Guardia di Finanza, evidenziato il fatto che molte questioni che riguardano la sicurezza sono confinate nel mondo Difesa senza tener conto che più della metà dei poliziotti sono “militari”. In particolare ha sottolineato la necessità di smilitarizzare la Guardia di Finanza e, più nel breve, di introdurre nel comparto sicurezza e difesa strumenti (quali la contrattazione della dirigenza, la trasparenza negli obiettivi e la contrattazione integrativa) che amplino gli spazi di flessibilità delle varie amministrazioni del comparto, anche al fine di esaltarne le diverse esigenze e quindi migliorarne i  rendimenti. Ha, infine, avvisato sul pericolo di rimilitarizzazione delle Forze dell’ordine che può derivare dalla logica isolazionista ed autoreferenziale sintetizzata nell’emanando “Libro Bianco” della Difesa e sui nefasti effetti che potrebbe produrre nel settore sicurezza.

Molto apprezzato è stato l’intervento del Presidente del Co.Ce.R della Guardia di Finanza che ha evidenziato alcuni aspetti condivisi dall’intero Consiglio. Più in dettaglio, il Presidente del massimo organo di rappresentanza dei finanzieri, ha stigmatizzato come legalità della sicurezza economico-finanziaria sia un elemento di vitale importanza per ogni democrazia avanzata, ha evidenziato il ruolo imprescindibile svolto dalla Guardia di Finanza in questo settore ed ha rappresentato come questa materia (pur presentando elementi di contatto) sia da sempre stata considerata separata rispetto al più ampio concetto di ordine e sicurezza pubblica.

Il Presidente ha, infine, ricordato come tutta la Rappresentanza delle Fiamme Gialle ritiene l'attuale modello della rappresentanza militare ormai superato e non più in grado di assolvere alla funzione di tutela dei diritti dei finanzieri e da anni rivendica uno strumento di rappresentanza moderno, autonomo ed effettivo, con capacità giuridica, capacità di agire e potere contrattuale di primo e di secondo livello. Una richiesta, sinora inascoltata, che ha portato i finanzieri a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Dall’altra parte, gli interventi dei rappresentanti delle amministrazioni hanno evidenziato il carattere ultra-conservativo degli apparati. Il Prefetto Piantedosi, in particolare, ha ricordato che sulla sicurezza è bene non improvvisare ed è bene agire con la massima prudenza (aspetto peraltro condivisibile, se non fosse che questo argomento è spesso usato come pretesto per non cambiare nulla) che i dati sui reati (anche se ha fatto riferimento solo agli omicidi) dicono che il sistema tutto sommato funzioni e che le amministrazioni stanno facendo il massimo per ridurre le spese di funzionamento e presto porteranno al Governo un progetto condiviso in tal senso. “Tradizione e continuità”, giusto per sintetizzare. 

Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza hanno più semplicemente declinato l’invito.

Dalla parte della politica, l’On. Fiano (l’unico esponente della maggioranza che ci mette sempre la faccia) si è limitato a rivendicare lo sblocco del tetto salariale ed a garantire la massima attenzione rispetto alla difesa della funzioni di sicurezza di sicurezza ambientale ed agro-alimentare sinora svolte dal Corpo Forestale dello Stato.

 


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