P.A., IN RIORDINO FORZE POLIZIA SPAZIO AL MERITO - PENSIONI: CANTIERE AL VIA,PIU' FLESSIBILITA' DOPO FORNERO. L'8 RELAZIONE INPS CON BOERI. SI STUDIA ESTENSIONE OPZIONE DONNA - TORTURA: BALDUZZI (CSM), SERVE LA LEGGE, BASTA RINVII

martedì 07 luglio 2015

P.A., IN RIORDINO FORZE POLIZIA SPAZIO AL MERITO

Roma, 7 lug. (askanews) - Il riordino di tutte le forze di polizia dovrà essere realizzato anche attraverso "la revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione di carriera, tenendo conto del merito e delle professionalità". E' quanto prevede un emendamento del relatore Ernesto Carbone (Pd) al ddl di riforma della pubblica amministrazione presentato in commissione Affari costituzionali della Camera. La proposta di modifica fa riferimento anche "all'unificazione, soppressione e istituzione di ruoli, gradi e qualifiche".

PENSIONI: CANTIERE AL VIA,PIU' FLESSIBILITA' DOPO FORNERO
L'8 RELAZIONE INPS CON BOERI. SI STUDIA ESTENSIONE OPZIONE DONNA
   (ANSA) - ROMA, 4 LUG - Si prepara il cantiere pensioni. Con
l'obiettivo di mettere mano alla "rigidita'" introdotta con la
riforma Fornero del 2011 che ha innalzato l'eta' pensionabile
(fino a 67 anni dal 2021) e aprire alla possibilita' di andare
via prima, anche se con un assegno piu' basso. La necessita' di
consentire una maggiore flessibilita' in uscita trova tutti
d'accordo in linea di principio, nel governo e nell'Inps. Il
punto e' come e con quante risorse. Tanto che, come piu' volte
ripetuto in questi mesi dallo stesso esecutivo, il luogo
deputato per il nuovo intervento sara' la prossima legge di
stabilita', nella quale articolare misure e dettagli.
   A breve, intanto, si accenderanno i riflettori sulla proposta
del presidente dell'Inps, Tito Boeri, gia' attesa per fine
giugno, che sara' formalizzata mercoledi' 8 in occasione della
presentazione della relazione annuale dell'Istituto di
previdenza. Una fotografia dello stato attuale e degli scenari
di intervento su cui, in ogni caso, viene ripetuto, sara' il
governo, insieme al parlamento, a decidere.
   Nel corso di questa settimana, Boeri ha incontrato prima il
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e poi i ministri,
vigilanti sull'ente, del Lavoro e Politiche sociali e
dell'Economia, Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan, con i quali
c'e' stato, viene riferito, un primo confronto su alcune ipotesi
di lavoro. Il punto e' individuare una soluzione che allenti la
rigidita' del sistema attuale, che fa i conti anche con gli
esodati, e che sia sostenibile per i conti pubblici. Al centro
c'e' il principio della flessibilita' in uscita, guardando al
calcolo contributivo.
   Boeri, in occasione di una recente audizione parlamentare, ha
gia' bocciato, oltre all'ipotesi di staffetta generazionale, la
proposta Damiano-Baretta per uscire dal lavoro a 62 anni di eta'
e 35 di contributi con una penalizzazione dell'assegno del 2%
l'anno fino ad un massimo dell'8% perche' sarebbe troppo costosa
per la finanza pubblica (8,5 miliardi a regime nel 2030). Cosi'
come ha fatto per la 'quota 100', ovvero la possibilita' di
uscire con un mix tra eta' e contributi, considerata ugualmente
troppo pesante per le casse (costo stimato nel 2019 di 10,6
miliardi). Invece ha indicato come "condivisibile" l'estensione
della cosiddetta 'opzione donna' anche agli uomini, la quale
prevede che l'assegno dato in anticipo rispetto all'eta' di
vecchiaia sia calcolato tutto con il metodo contributivo; ma cio'
probabilmente rivedendo sia l'eta' anagrafica, sia il minimo di
contributi necessari (oggi rispettivamente 57 anni e 35 anni per
le donne, fino al 2015).
   Altro punto piu' volte rimarcato dal presidente dell'Istituto
e' quello di offrire un aiuto contro la poverta' in particolare
per la generazione tra i 55 e i 65 anni che perdono il lavoro e
non hanno ancora i requisiti per andare in pensione. Ma, anche
in questo caso, non irrilevante e' la questione risorse.
   Gia' in calendario, subito dopo, l'incontro convocato da Boeri
con i sindacati dei pensionati per giovedi' 9: Spi-Cgil, Fnp-Cisl
e Uilp-Uil avevano richiesto un confronto anche per definire un
nuovo protocollo di relazioni sindacali. (ANSA).

 

TORTURA: BALDUZZI (CSM), SERVE LA LEGGE, BASTA RINVII

   (ANSA) - ROMA, 2 LUG - "Deve essere ben forte la tentazione

tutta italiana di rinviare le decisioni se riusciamo a farne

applicazione anche su temi delicati e importanti. Lo si e' visto

in questi giorni a proposito dell'introduzione del reato di

tortura". Lo sottolinea Renato Balduzzi, membro del Consiglio

Superiore della Magistratura, sulla sua rubrica settimanale

'Pane e Giustizia' pubblicata oggi su 'Avvenire'.

"Una Convenzione Onu del 1984, ratificata dall'Italia nel 1989,

attende di essere resa effettiva attraverso una legge che

introduca il reato di tortura nel nostro ordinamento. La

questione e' stata rinfocolata da una, peraltro non sorprendente,

decisione della Corte di Strasburgo a proposito dei fatti

accaduti nel luglio 2001 nella scuola genovese Diaz-Pertini,

dove si consumarono, secondo la sentenza della Cassazione del

2012, violenze di una gravita' inusitata e assoluta".

   "Stando alla Corte di Strasburgo, - spiega Balduzzi -

l'assenza di una specifica previsione di tale reato rende

possibile che prescrizioni o indulti impediscano la punizione

non solo dei responsabili degli atti di tortura, ma anche degli

autori di trattamenti inumani". "Un accordo sembra possibile,

dunque e' doveroso. Purche' - conclude Balduzzi - si condivida

una base comune: che lo Stato di diritto non e' un'optional; che

la fiducia verso le forze di polizia non puo' essere incrinata;

che le forze dell'ordine cui va la fiducia dei cittadini sono

quelle che conoscono e fanno proprio il codice etico europeo per

la polizia. Abbiamo tante leggi, troppe leggi. Di questa,

invece, ce n'e' bisogno per una rinnovata fiducia tra cittadini e

istituzioni".(ANSA).


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