CPL CONCORDIA: ADINOLFI, MAI DETTE FRASI SU NAPOLITANO. ADINOLFI, IO SONO FINITO DOPO LA P4. 'RENZI? MI HA DETTO DI STARE SERENO, LO SONO DAVVERO'. STORACE, ADINOLFI MANDA SEGNALI? PREMIER PARLI. FI VUOLE COMMISSIONE INCHIESTA
CPL CONCORDIA: ADINOLFI, MAI DETTE FRASI SU NAPOLITANO
'RIVELAZIONI SU RENZI E RIMPASTONE ERANO COSE SUI GIORNALI'
(ANSA) - ROMA, 11 LUG - "Il presidente Giorgio Napolitano
sotto ricatto a causa del figlio Giulio? Mai detto. E le
rivelazioni politiche di Renzi sull'imminente 'rimpastone',
erano cose che leggevamo sui giornali". Lo dice al Corriere
della Sera il generale Michele Adinolfi, numero due della
Guardia di Finanza, commentando le intercettazioni pubblicate
ieri dal Fatto Quotidiano.
"Smentisco categoricamente", dice a proposito della frase
sulla presunta ricattabilita' dell'ex presidente della Repubblica
da parte di Gianni De Gennaro e di Gianni Letta che avrebbe
portato alla nomina di Capolupo.
Al telefono con il presidente Renzi, invece, "e' lui che parla
- spiega - Io ne prendo atto. Non erano segreti. Erano cose che
si leggevano sui giornali. Col senno di poi si danno
interpretazioni diverse, io poi non me ne intendo tanto".
"Io sono uscito sempre pulito e non comprendo questa violenza
nell'attacco", conclude, non di chi ha pubblicato quelle carte,
ma "di chi le ha fatte uscire". (ANSA).
CPL CONCORDIA: ADINOLFI, IO SONO FINITO DOPO LA P4
'RENZI? MI HA DETTO DI STARE SERENO, LO SONO DAVVERO'
(ANSA) - ROMA, 12 LUG - "L'inchiesta P4 ha segnato la fine
della mia carriera. stato un dramma in cui sono rimasto
stritolato da una guerra piu' grande di me e da cui sono uscito a
testa alta. La storia di questi giorni, se non fosse per la
sovraesposizione mediatica, e' banale". Renzi? "Mi ha detto di
stare sereno", "io lo sono davvero". Lo dice in un'intervista a
Repubblica il generale Michele Adinolfi commentando le
intercettazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano.
"Vorrei ascoltare l'audio di quella intercettazione - dice
Adinolfi - Perche' sono convinto che quelle frasi, che
sicuramente saranno state pronunciate, non siano mie. Io non
conosco Giulio Napolitano e non avrei mai potuto permettermi di
dire nulla del mio Presidente. Ho conosciuto Renzi e Lotti
quando sono arrivato a Firenze nel 2011 come Comandante
interregionale Toscana, Emilia, Marche - aggiunge - Erano i miei
interlocutori istituzionali. E siamo diventati amici. Io sono un
milanista malato come Lotti, di cui ho conosciuto la moglie e i
genitori. E Renzi ci prendeva in giro dicendo che lui con noi
non parlava di 'calcio minore'. Renzi e Lotti erano il mio
sindaco e il mio capo di gabinetto a Palazzo Vecchio. Non dovevo
avere rapporti? Con chi avrei dovuto discutere per trovare spazi
per una caserma della Finanza? colpa mia se, nel 2014, il mio
sindaco e' diventato Presidente del Consiglio?".
"Io rispondo dei miei atti. Non delle mie amicizie, perche'
respingo il teorema che sarebbero indizio o prova di coperture.
Se qualcuno e' in grado di dimostrare che io sia venuto meno ai
miei doveri di ufficio nei confronti dei politici con cui nel
tempo ho avuto necessariamente rapporti, sono pronto a pagare
duramente. Cosa avrei ottenuto da Renzi? O cosa avrebbero
ottenuto Renzi e Lotti da me? A Firenze, per dirne una, non ho
mai seguito ne' voluto sapere alcunche' dell'inchiesta sulla casa
di Marco Carrai abitata da Renzi. E, lo giuro sui miei figli, ne'
Renzi ne' Lotti mi hanno mai parlato di Carrai. Quando poi, nel
gennaio del 2014, mi lamentavo della proroga con sette mesi di
anticipo di Capolupo a comandante generale, esprimendo una
sorpresa che non era solo mia, per una decisione senza
precedenti, non avevo nulla da chiedere. Rosicavo e basta.
Nessuna trama". (ANSA).
INTERCETTAZIONI RENZI: STORACE, ADINOLFI MANDA SEGNALI?
PREMIER PARLI
(ANSA) - ROMA, 12 LUG - "A Repubblica, il generale Adinolfi
nega di essersi occupato di Carrai. Grave. A chi manda segnali
il generale? A Renzi? Ai magistrati? Il premier parli". Lo
scrive in un tweet Francesco Storace, segretario nazionale de La
Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio
commentando cosi' l'intervista al comandante della Gdf in cui
quest'ultimo afferma di non aver "mai seguito, ne' voluto sapere
alcunche' dell'inchiesta sulla casa di Marco Carrai abitata da
Renzi".(ANSA).
INTERCETTAZIONI RENZI, FI VUOLE COMMISSIONE INCHIESTA
SCHIFANI, ACCELERARE SU RIFORMA. I VERDINIANI, FI SIA COERENTE
(di Francesca Chiri)
(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Non si placa la bufera montata dopo
la pubblicazione delle intercettazioni di Matteo Renzi su Enrico
Letta, con Forza Italia che ora reclama una Commissione di
Inchiesta che faccia luce anche sui fatti del 2011. Ma ora,
accanto al coro di generale disapprovazione sia nel merito, sia
nel metodo della pubblicazione di quella conversazione tra il
premier e il generale Adinolfi, potrebbe profilarsi una nuova
accelerazione per il varo di una stretta sulle intercettazioni
nell'ambito della riforma del processo penale.
" giunto il tempo che si approvi finalmente una normativa
che, nel pieno rispetto del diritto di cronaca, eviti di
trasformare la pubblicazione delle intercettazioni in un
processo sommario. Spero che adesso sia davvero la volta buona"
esorta il capogruppo di AP-Ncd, Renato Schifani che tuttavia
appare pessimista: "C'e' da scommettere che anche questa volta
alla riprovazione generale non seguira' alcuna decisione, ma
forse sarebbe il caso di interrogarsi fino a quando questo Paese
continuera' a non essere civile". La riforma e' infatti in
Commissione Giustizia alla Camera che la prossima settimana
riprende l'esame (anche se in calendario e' solo per martedi'). Di
qui ad arrivare in Aula e a passare al Senato per essere
approvato prima della ripresa autunnale appare difficile,
nonostante indiscrezioni indichino la volonta' del premier di
accelerare sulla riforma, nei cui confronti, paradossalmente,
Forza Italia resta nelle retrovie. "Vogliamo la verita', non la
veritweet" attacca Renato Brunetta che chiede invece una
Commissione di inchiesta sui fatti del 2011 e punta l'indice
sull'ex capo dello Stato: "Presidente (d)emerito Napolitano,
cosi' prodigo di interventi auto-apologetici, spieghi in modo
convincente che cosa gli apparve sulla via di Damasco per
convertirlo a seguace di Matteo da Firenze". I verdiniani Luca
d'Alessandro e Massimo Parisi invece annotano: "Sarebbe un grave
errore condannare la pubblicazione dei brogliacci quando
riguardano Silvio Berlusconi ed osannarla se ad essere
intercettato e' Renzi, arrivando perfino a reclamare commissioni
d'inchiesta. La questione delle garanzie e del rispetto dei
diritti civili e' una cosa troppo seria per essere piegata ad
interessi di bottega". Maurizio Gasparri ironizza: "Commuove
l'indignazione di Napolitano il giovane. Solo chi avesse vissuto
per decenni in Papuasia si potrebbe meravigliare per l'uso
improprio e illegale delle intercettazioni" e, sempre
riferendosi all'ex capo dello Stato, sottolinea: "La nemesi
colpisce chi contribui' a impedire una legge tesa non a vietare
le intercettazioni, bensi' gli abusi".
Il senatore dei Conservatori e Riformisti Tito Di Maggio punta
l'indice contro chi minimizza l'accaduto: "Ormai la 'morale' del
Pd di Orfini e Renzi e' custodita in una cloaca". Prefigura uno
scenario complottista invece il deputato Ncd Fabrizio Cicchitto:
"Qualcuno sta cercando di aprire con tutti i mezzi una fase di
destabilizzazione della quale peraltro non esistono le
condizioni ne' politiche, ne' sul terreno della situazione
dell'economia e della finanza italiane". Il fittiano Ciro
Falanga derubrica la vicenda a puro "gossip estivo", ma esorta:
"Non occorreva certo questo ultimo caso per ricordarsi che la
materia delle intercettazioni richiede un ulteriore
approfondimento". Un altro fittiano come Luigi D'Ambrosio
Lettieri assicura: "Noi non abbiamo cambiato idea. E siamo
ancora convinti che questa materia vada regolamentata con
urgenza e con fermezza".(ANSA).