COIR E COBAR CONVOCATI A ROMA PER DISCUTERE DEL CONTRATTO. FORTEMENTE CRESCIUTA, IN TRE ANNI, LA MATURITA’ DEMOCRATICA DEL PERSONALE GDF - di Giuseppe Fortuna

lunedì 24 giugno 2002

Il 19 e 20 febbraio scorso si è tenuto a Roma un incontro tra il Cocer GDF e i rappresentanti dei Coir e Cobar di tutta Italia convocati appositamente per discutere del contratto 2002-2005.

E’ la quarta volta che gli organismi della rappresentanza vengono riuniti in seduta plenaria. Una prassi iniziata nel 1999, quando si discusse sulla forma di tutela più idonea alle caratteristiche del Corpo. E il risultato, come tutti ricorderanno, fu un coro unanime e compatto per il sindacato.

Poiché si preannunciano tempi grami per la riforma della rappresentanza, visti i progetti di legge presentati dagli Onn. Ramponi (A.N.) e Lavagnini (Forza Italia) , ci saremmo aspettati scoramento e rassegnazione. Niente di tutto questo. Come molti hanno affermato al termine dei due giorni, c’è stata una sola cosa veramente positiva: la dimostrazione della grande crescita del personale GDF. Interventi aperti, chiari, esposti con pacatezza senza alcun timore. Militari moderni, consapevoli dei propri diritti, rispettosi delle opinioni altrui e decisi, nel contempo, a pretendere il medesimo rispetto per le proprie. Quando è stato necessario, sono state levate critiche civili e argomentate, tutti hanno dimostrato di conoscere bene di cosa si stesse parlando e cosa fosse necessario ottenere nell’interesse del personale rappresentato.

Insomma, un esempio bellissimo di maturazione democratica di cui si dovrà tenere conto.

Ma veniamo ai fatti. I delegati del Cocer hanno innanzitutto illustrato una lunga serie di richieste da avanzare al Governo che abbiamo riassunto in una sintesi allegata a questo servizio. I convenuti hanno notato, però, che non essendoci la copertura finanziaria è impossibile che possa essere preso tutto in considerazione dal Governo. Quindi, sarà necessario coordinarsi con l’Amministrazione, con gli altri Cocer e i sindacati della Polizia per scegliere le priorità su cui impegnarsi.

Comunque, da più parti è stato sottolineato come il personale aspiri innanzitutto a vedere riconosciuto il carattere di lavoro usurante alle attività del Corpo e ad ottenere un trattamento pensionistico migliore rispetto al resto del pubblico impiego.

Moltissimi, poi, hanno voluto dire la loro sulla rappresentanza militare.

E l’hanno detta superando le resistenze dei pochissimi che volevano impedire il dibattito perché l’argomento non era all’ordine del giorno. Questi tentativi sono stati respinti perché non si trattava di assumere decisioni ma di esprimere opinioni in un libero consesso di rappresentanti del personale.

I delegati del Cocer hanno spiegato il comportamento tenuto nei confronti della controparte politica e di come si sia tenuta ferma la posizione sulla richiesta di un sindacato pieno per rispettare il mandato ricevuto nell’assemblea plenaria del 1999. E’ stato ribattuto da molti delegati Coir e Cobar che, sì, l’obiettivo prioritario deve essere il sindacato ma che è assolutamente necessario bloccare il pericolosissimo tentativo di restaurazione portato avanti dai progetti di legge Ramponi e Lavagnini. Non ci si deve, quindi, arroccare su posizioni estreme che potrebbero rimare isolate ma essere disponibili ad appoggiare anche un’ipotesi di una rappresentanza militare “forte” purché si vada verso un deciso progresso rispetto alla normativa del 1978, specialmente nel settore, oggi gravemente negletto della tutela individuale.

GIUSEPPE FORTUNA


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