SE I DISVALORI LI TRASMETTONO I PRESIDENTI DEL CONSIGLIO - di Giuseppe Fortuna

sabato 18 luglio 2015

La vicenda LCRA (Letta/Capolupo/Renzi/Adinolfi) offre il destro per alcune osservazioni.

Quelle trascrizioni telefoniche evidenziano, in primo luogo, l’esistenza di una confidenza, di contiguità e di rapporti formalmente del tutto impropri, se non imbarazzanti, tra esponenti di vertice della politica ed esponenti di vertice di un’amministrazione di polizia.

In questo di certo non c’è nulla di illecito, ma di inopportuno sì, perché personalità che si trovano in posizioni dialettiche e di reciproco controllo così delicate non possono essere in rapporti di confidenza da bar dello sport come quelli che abbiamo letto sui giornali.

Stiamo vivendo momenti in cui si decide il destino del paese e dei nostri figli e oggi più che mai la forma è sostanza. Bisogna rispettare, farsi rispettare e dare ai dipendenti della pubblica amministrazione messaggi chiari di correttezza e di totale linearità.

La seconda osservazione è che il 17 gennaio dello scorso anno fu rinnovata la carica al comandante generale Capolupo. Ma ciò avvenne: 1) sei mesi prima del tempo visto che la proroga avrebbe dovuto essere fatta a giugno; 2) quando si sapeva benissimo che il presidente del consiglio Letta stava per cederla a Renzi; 3) nonostante il comandante rinnovato non avesse fatto,  e neppure annunciato, alcuna delle innovazioni organizzative che servono urgentemente all’istituzione; 4) nonostante non fossero state prese iniziative di sorta per impedire al generale Spaziante (raccomandato da Lavitola all’allora presidente del consiglio Berlusconi) di diventare comandante in seconda. 

Quali furono i motivi dell'accelerazione? Chi la decise? Che ruolo ebbero le altre cariche dello Stato a cominciare dal presidente Napolitano? E' verosimile che Napolitano non abbia detto nulla a Renzi, che stava per ricevere da lui l'incarico di formare il nuovo governo?

Ma specialmente: cosa ne ricava da questi spettacoli il finanziere che osserva? 

Noi possiamo provare a rispondere soltanto all'ultima domanda. Ebbene, temiamo che i finanzieri possano ricavarne l'impressione, o, peggio, la conferma, che per far carriera e vivere tranquilli non serva impegnarsi, non serva aumentare la produttività e la qualità dei servizi resi ai cittadini e all'amministrazione, non serva la trasparenza. Ma serva sapersi fare gli affari propri o, al massimo, gli amici giusti.

Giuseppe Fortuna

Direttore dello Sportello ETP e Anticorruzione di Ficiesse


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