CARCERI:FP CGIL, AGENTI "IN FUGA", 3.500 DA CELLE A UFFICI - GOVERNO SBLOCCA EMPASSE FISCO,DELEGHE DIRIGENTI A TEMPO - PENSIONI,POVERTA',P.A;PUNTI DELLA PROSSIMA MANOVRA
CARCERI:FP CGIL, AGENTI "IN FUGA", 3.500 DA CELLE A UFFICI
AUMENTO AGGRESSIONI, PIU' STRAORDINARI, DEFICIT DI 10 MILA UNITA'
(ANSA) - ROMA, 19 LUG - "Fuga" dalle carceri alle scrivanie
tra gli agenti di polizia penitenziaria. Lo denuncia un report
della Cgil Funzione pubblica ricco di dati su cui riflettere,
specie in una fase in cui lo stesso ministero della Giustizia,
coinvolgendo una serie di esperti, ha lanciato gli Stati
generali dell'esecuzione penale per capire meglio quali
interventi servano per il mondo carcerario; e mentre dalle
carceri arrivano quasi quotidianamente notizie indice di
problemi: dalla mancanza d'acqua, agli agenti aggrediti, al caso
avvenuto ad Enna delle terribili sevizie su un detenuto
protrattesi per un mese ad opera dei compagni di cella, su cui e'
stata aperta un'inchiesta.
Il fenomeno piu' macroscopico che emerge dal report del
sindacato riguarda gli agenti che si spostano dalle carceri agli
uffici amministrativi attraverso un sistema di mobilita' a
'chiamata diretta', ossia "una mobilita' parallela rispetto a
quella a domanda - spiega Salvatore Chiaramonte, segretario
nazionale della Fp Cgil - che elude la necessaria equita' e
trasparenza che quest'ultima garantisce. In una pianta organica
gia' insufficiente registriamo un fenomeno di mobilita' parallela,
che risponde a regole non trasparenti e dimostra la palese mala
gestione del sistema - aggiunge Chiaramonte -. Se il 10% di
personale, secondo procedure poco chiare, va a fare altro, vuol
dire che siamo di fronte a un fenomeno che i vertici
dell'amministrazione della Giustizia avrebbero dovuto
contrastare, ma al momento, malgrado qualche flebile segnale,
non c'e' alcuna visibile inversione".
I numeri della Cgil indicano in 45mila la dotazione organica
prevista e necessaria nelle strutture penitenziarie italiane, a
fronte delle 38mila unita' effettivamente attive. Di queste
ultime, pero', oltre 3.500 non sono impegnate all'interno delle
carceri, ma in uffici esterni, il che porta a oltre 10mila il
reale deficit di personale negli istituti, secondo le stime
Cgil.
Nel dettaglio tra Dipartimento dell'amministrazione
penitenziaria, Ministero della Giustizia e Centro amministrativo
"Giuseppe Altavista", sono addetti al lavoro d'ufficio circa
1.600 agenti, tra effettivi e distaccati, mentre negli enti
esterni, tra cui tribunali e magistratura di sorveglianza,
risultano essercene 400. Nei Provveditorati regionali
dell'amministrazione penitenziaria sono impegnati in lavoro
d'ufficio circa 800 unita', altre 500 sono nelle Scuole di
formazione e aggiornamento e, infine, quasi 200 prestano
servizio negli Uffici locali per l'esecuzione penale esterna.
Questo produce una carenza di personale che incide sul
peggioramento delle condizioni lavorative nelle carceri. Il
report Fp Cgil, infatti, evidenzia un aumento delle aggressioni
agli agenti pari a oltre 200 casi, circa il 10% in piu' del primo
semestre 2015 sullo stesso periodo 2014; impennata anche per i
procedimenti disciplinari, saliti del 10%, con punte di oltre il
50% in alcune regioni come il Lazio. E crescono in maniera
esponenziale gli straordinari, con picchi di 16 ore consecutive
di lavoro in alcuni istituti. Il rapporto mette in luce anche un
crollo degli investimenti in formazione, passati da 1.287.171
euro del 2010 a 391.120 euro del 2015; quanto alle risorse
destinate alla manutenzione delle carceri, a fronte di un
fabbisogno pari a 40 milioni di euro annui, sono precipitate a 4
milioni messi a bilancio lo scorso anno. (ANSA).
GOVERNO SBLOCCA EMPASSE FISCO,DELEGHE DIRIGENTI A TEMPO
578 POSIZIONI AG.ENTRATE. ORLANDI,TUTTO PER EVITARE CALO GETTITO
(di Silvia Gasparetto)
(ANSA) - ROMA, 20 LUG - Deleghe 'a tempo', fino alla
conclusione dei concorsi, per 578 funzionari dell'Agenzia delle
Entrate e 117 delle Dogane, che potranno esercitare la funzione
dirigenziale. Ma, almeno per il momento, niente istituzioni di
'posizioni organizzative' speciali. E' la soluzione transitoria
individuata dal governo per sbloccare l'empasse in cui rischiava
di rimanere ingabbiata la macchina del fisco, da 4 mesi senza
oltre un migliaio di dirigenti dichiarati illegittimi dalla
Corte Costituzionale perche' nominati senza concorso.
In un primo momento l'esecutivo, attraverso uno dei decreti
attuativi della delega fiscale, aveva previsto il solo concorso,
da espletarsi entro la fine del 2016. Una risposta 'a regime'
alla sentenza della Consulta che pero', come ha denunciato piu'
volte lo stesso direttore delle Entrate Rossella Orlandi,
lasciava le agenzie sguarnite proprio in un momento 'caldo' per
il fisco, tra sperimentazione del nuovo 730 precompilato,
procedure per il rientro dei capitali ai blocchi di partenza e
gestione della fatturazione elettronica per tutta la P.a.
Nonostante "criticita' e rallentamenti", ha assicurato pero' da
ultimo Orlandi, "abbiamo fatto e faremo tutto il possibile
perche' non ci siano danni ai cittadini e cali di gettito". La
precisazione e' arrivata dopo che indiscrezioni di stampa nei
giorni scorsi piu' volte hanno lanciato l'allarme sul rischio di
perdere entrate per via delle difficolta' dell'Agenzia,
quantificate da 1 a 5 miliardi. Ma "individuare numeri ora - ha
sottolineato 'lady Fisco' - non mi sembra coerente". Certo, "ci
sono rallentamenti e imbuti di firma, ma abbiamo fatto e faremo
tutto il possibile per evitare danni".
L'esecutivo nel frattempo ha deciso quindi di intervenire con
una risposta "d'emergenza" - un emendamento al decreto enti
locali al vaglio del Senato che sara' votato nei prossimi giorni
- che da' la possibilita' agli attuali dirigenti che reggono gli
interim anche per i colleghi 'declassati' di attribuire deleghe
transitorie - fino al massimo al 31 dicembre 2016 - a funzionari
con almeno 5 anni di anzianita' e sulla base di una selezione che
guardi alle competenze specifiche necessarie. A questi dirigenti
a tempo sara' anche riconosciuta l'indennita' di funzione (in
genere 26mila euro lordi) ma entro un limite di spesa dell'85%
rispetto al costo delle posizioni 'scoperte'. Non ci sono
invece, nella soluzione individuata dal governo, le posizioni
organizzative speciali, delle figure intermedie in sostanza tra
dirigenti e semplici funzionari, ma che riconoscono
professionalita' specifiche e che "sono utilizzate in altri
ambiti della p.a." come ha ricordato il capogruppo Pd in
commissione Finanze Marco Causi, spiegando che e' possibile che
se non sara' fatto con il decreto al Senato, e' possibile che la
creazione di queste figure rientri tra le richieste che avanzera'
la commissione al governo nel parere sul decreto
delegato.(ANSA).
PENSIONI,POVERTA',P.A;PUNTI DELLA PROSSIMA MANOVRA
NON SOLO CALO TASSE TRA I NODI DA AFFRONTARE
(ANSA) - ROMA, 20 LUG - Flessibilita' in uscita per i
pensionati, indicizzazione delle pensioni al costo della vita,
un intervento deciso sulle situazioni di poverta' e il rinnovo
dei contratti degli statali sbloccato dalla recente decisione
della Consulta.
Il 'menu'' della prossima legge di Stabilita' va delineandosi e
agli interventi gia' noti (ci sono da 'disinnescare 16 miliardi
circa di clausole di salvaguardia) si aggiunge anche la
'rivoluzione copernicana' sul fisco (dalla casa ai redditi)
annunciata da Matteo Renzi. Il tutto per una cifra che nel 2016
potrebbe sfiorare i 30 miliardi da reperire principalmente da un
nuovo impulso alla spending review, dalla trattativa sulla
flessibilita' con Bruxelles e dalla maggior crescita economica
attesa.
Ecco in estrema sintesi i punti 'salenti' della prossima
manovra.
- COPERTURA 'PIANO' FISCO A 45 MLD: Le coperture del piano
Renzi ammontano per il solo 2016 a circa 4 miliardi per
eliminare la tassa sulla prima casa, sui terreni e sugli
imbullonati. Una cifra che fa salire ad almeno 24 miliardi la
prossima manovra. Le risorse complessive al 2018 per il taglio
delle tasse raggiungono invece i 45 miliardi.
- VIA TASI COSTA 3,4 MLD: Prima dell'annuncio di Renzi
secondo primi calcoli a spanne dello stesso Governo l'intervento
sul 2016 era di 20-25 miliardi. A questi andrebbero aggiunti
quelli per abbattere o addirittura eliminare la Tasi sulla prima
casa. L'abolizione della Tasi sulla prima casa da sola varrebbe
3,4 miliardi.
- IMU AGRICOLA E IMBULLONATI: Ai 3,4 miliardi della Tasi
prima casa si potrebbero aggiungere gli interventi su Imu
Agricola e 'imbullonati' per un totale oltre i 4 miliardi. Ma
bisognera' appunto vedere se si trattera' di un intervento
graduale.
- CLAUSOLE, 16,8 MLD TRA IVA E TAGLIO DEDUZIONI: Entro la
fine dell'anno nella legge di stabilita' 2016 ci sono da
'disinnescare' le clausole di salvaguardia per 16,8 miliardi
pena un aumento dell'Iva e l'eliminazione delle detrazioni e
deduzioni fiscali, esigenze che verranno coperte con la spending
review da 10 miliardi e con la concessione di Bruxelles, in
cambio delle riforme, di spazio sul deficit. Ogni 0,1 infatti
vale all'incirca 1,6 miliardi di euro.
- PENSIONI FLESSIBILI: La flessibilita' in uscita per la
pensione, ribadita anche dal premier, che va introdotta "con un
occhio ai conti". I costi, si spiega, potrebbero essere
contenuti entro i 2-3 miliardi, con penalizzazioni che
potrebbero partire anche dal 3-3,5% e arrivare oltre l'8%.
- STIPENDI TRAVET: I rinnovi contrattuali per il pubblico
impiego, sbloccati dalla Consulta varrebbero circa miliardo e
mezzo, uno al netto delle tasse.
- SPENDING REVIEW: Si punta a recuperare almeno 10 miliardi
per disinnescare le clausole di salvaguardia. Yoram Gutgeld,
consigliere economico del premier e' gia' al lavoro su 14 diversi
''capitoli''.
- PATTO STABILITA' INTERNO: La manovra potrebbe contenere
anche un allentamento del Patto di Stabilita' interno per i
Comuni che intanto dovrebbero ancora contenere le spese.
L'allentamento varrebbe circa 1-2 miliardi.
- LOCAL TAX: La Local Tax, per superare Imu e Tasi dovrebbe
portare per ora a una semplificazione della tassazione sugli
immobili, magari introducendo meccanismi di equita' come
detrazioni uguali in tutta Italia.
- INTERVENTO POVERTA': I tavoli sono gia' partiti e il
ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha gia' avuto un primo
incontro con i sindacati. Al centro del Piano nazionale si
colloca il Ria, Reddito di Inclusione Attiva, una misura di
carattere universale che condiziona il sostegno economico
all'adesione dei beneficiari ad un progetto personalizzato di
attivazione.(ANSA).