AL VIA IL RIASSETTO DELLE FORZE DI POLIZIA. DIETRO LO "SPOT" FORESTALE, IL NULLA. di Gianluca Taccalozzi.

domenica 04 ottobre 2015

Entro l’anno (parola di Premier!) saranno emanati i decreti attuativi della delega contenuta all’art. 8 della Legge n. 124/2015 (c.d. “Madia“). Poteva essere un’opportunità per modernizzare un comparto prigioniero della sua '“atavica” ritrosia ad ogni tipo di cambiamento, si sta trasformando nell’ennesima occasione persa.

Si va delineando un intervento superficiale che non affronta nessuna delle vere criticità che affliggono il comparto. C’era da aspettarselo?!?!, se il Governo avesse avuto intenzione di riformare il settore, lo avrebbe fatto attraverso uno specifico progetto, come per la scuola.

La delega prevede due precisi paletti “finanziari”: 1) le piante organiche delle Forze di Polizia saranno ridotte e dimensionate agli attuali effettivi; 2) non sono previste risorse “extra”[1], anzi si spera (!?) di realizzare ulteriori risparmi. In pratica, la ratifica di tutti i tagli ad organici e budget degli ultimi anni.

Tagli che evidentemente non rappresentavano poi un grosso problema … visto che i servizi sono stati comunque garantiti e che oggi nessuno solleva questioni. Vuoi vedere che la tanto contestata politica dei tagli lineari non era poi così campata per aria… !?

La delega prevede interventi sull’organizzazione dell’apparato di sicurezza. Obiettivo: razionalizzare la spesa, risolvere le sovrapposizione di funzioni e di duplicazione di presenza sul territorio, trovare ulteriori risparmi (di cui solo il 50% rimarrebbe all'interno del comparto!?). Una sola precisa indicazione (la soppressione "spot" del Corpo Forestale dello Stato) e tante generiche frasi vuote che demandano alle amministrazioni il compito di “autoriformarsi” e la storia ci insegna che questa strada non funziona.

Con queste premesse (le prime bozze lo confermano!), i decreti delegati:

  1. non produrranno risparmi significativi, atteso che: Il 90% del budget è rappresentato dalla voce “retribuzioni”, nessuna amministrazione è disposta a ridursi ulteriormente l’organico (vista anche la fine della “piccola” Forestale!) ed il 10% di risorse destinate a funzionamento/investimento è già stato ridotto all’osso;

  2. non risolveranno le sovrapposizioni di funzioni, atteso che nessuna amministrazione del comparto sarà disposta ad autoridursi gli spazi di competenza, soprattutto in settori che garantiscono una certa "visibilità" (anti-corruzione, spesa pubblica, C.O., ecc.);

  3. non risolveranno le duplicazioni di presidi sul territorio, visto che non si individua/impone nessun criterio di ripartizione funzionale e/o territoriale, in particolare tra Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri;

  4. non saranno in grado di migliorare i servizi, atteso che:

  • non si obbligano le amministrazioni alla tenuta di una “leggibile e puntuale” contabilità aziendale distinta per obiettivi, processi di lavoro e risorse assegnate; presupposto imprescindibile per migliorare ogni tipo organizzazione;

  • si continua con l’assurda logica “one size fits all”  (taglia unica!) che non garantisce alla Guardia di Finanza la necessaria flessibilità per organizzarsi in funzione di funzioni ed esigenze evidentemente diverse rispetto a quelle di Polizia e Carabinieri;

  • non si prevedono interventi utili a collegare le carriere (oggi principalmente collegate ad anzianità e fedeltà) alla funzione e le retribuzioni (oggi legate principalmente all'anzianità) alla produttività; quel "merito e professionalità" è un altro vuoto "spot";

  • non sono previsti interventi sulla struttura del rigido modello di contrattazione;

  • non è prevista l’armonizzazione dei modelli di relazioni sindacali tra ordinamenti civili e militari; una questione che rimane impropriamente ed inopinatamente confinata in ambito “Difesa”[2], come se riguardasse le sole Forze Armate e non anche due grandi Forze di Polizia ed oltre 150.000 addetti.

Una riforma organica della sicurezza non è quindi all’ordine del giorno e forse non lo sarà mai. Dibattito pubblico assente, politica debole e superficiale, amministrazioni conservatrici ed opportuniste, rappresentanze ultra-corporative e frammentate. Un cocktail micidiale che impedisce ogni minimo cambiamento.

Si proseguirà ancora con i tagli nascosti qua e là nei più disparati veicoli legislativi: tagli alle risorse[3], tagli agli organici[4], tagli alle retribuzioni[5], tagli alle pensioni, riduzione dei diritti, interpretazioni restrittive dei contratti[6], ecc., ecc. … sino alla prossima “ratifica”. Altro che contratto, riordino, ecc., ecc..

Gianluca Taccalozzi - Delegato Co.Ce.R. – Guardia di Finanza.

 

[1] Al netto dei quattro spiccioli destinati all’’istituzione del numero unico europeo 112.

[2] La discussione sulla riforma della rappresentanza militare è isolata nella Commissione Difesa.

[3] Ce ne saranno anche nella prossima legge di stabilità!?

[4] dopo l’attuazione della delega il turn-over sarà riportato al 100%?!.

[5] Sul riordino ci sono quattro spiccioli e nella legge di stabilità saranno assestate risorse per un rinnovo contrattuale al “minimo”.

[6] Indennità compensativa, indennità trasferimento a seguito soppressione reparti, abolizione divieto reformatio in pejus, abolizione promozione alla vigilia, dimezzamento ausiliaria, ecc..


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