URANIO IMPOVERITO. DUE IMPORTANTI SENTENZE DELLA CASSAZIONE. I MILITARI SI SONO AMMALATI E SONO DECEDUTI PERCHE' NON SONO STATI TUTELATI da Ilgiornaledell'ambiente.it

sabato 01 dicembre 2018

 

URANIO IMPOVERITO. DUE IMPORTANTI SENTENZE DELLA CASSAZIONE. I MILITARI SI SONO AMMALATI E SONO DECEDUTI PERCHE' NON SONO STATI TUTELATI da Ilgiornaledell'ambiente.it

“I militari italiani che hanno operato su teatri di guerra in cui è stato utilizzato armamento all’uranio impoverito si sono ammalati e sono deceduti perché non sono stati tutelati”

È questo il senso della sentenza della Corte di Cassazione, che fissa uno dei punti determinanti di una battaglia che dura da vent’anni.

È la seconda sentenza della Suprema corte  – la prima, del 5 ottobre scorso, ordina di sottrarre dall’ammontare totale del risarcimento del danno le somme ricevute dai familiari delle vittime quali indennità dallo Stato -, ottenuta dall’avv. Angelo Fiore Tartaglia dell’Osservatorio Militare, che potrebbe mettere per sempre la parola fine alla querelle dell’Uranio Impoverito, dei tanti, troppi morti – l’ultimo decesso, la vittima numero 363, è di un maresciallo dell’Aeronautica – e migliaia di soldati ammalati e dimenticati dallo Stato.

«Una storia», spiega Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare, «che ha visto tre Commissioni parlamentari esprimersi senza una definitiva posizione e una quarta Commissione che finalmente alza il coperchio sul “sistema difesa” per coprire i comportamenti sbagliati e, anche, una Proposta di Legge puntualmente messa all’angolo dai soliti noti».

Il responsabile dell’Osservatorio Militare, associazione, che dal 1999 si occupa dei casi di presunta contaminazione di militari da Uranio Impoverito, è stato ricevuto nei giorni scorsi dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Il ministro, deciso a «rompere quel silenzio spaventoso che c’è stato finora», ha annunciato l’avvio di un tavolo tecnico per approfondire l’argomento perché il problema dell’Uranio Impoverito «c’è, esiste, e non possiamo voltarci dall’altra parte».

Le due sentenze di Cassazione assumono, quindi, grande rilevanza per il lavoro del tavolo, sia per giungere a una soluzione al problema, sia per decidere il futuro degli ingaggi dei nostri militari.

L’impegno dell’Osservatorio Militare in questi anni «resta un caposaldo storico nella vicenda da cui partire anche per una politica di tutela e prevenzione tra tutti gli Stati membri della NATO» continua Leggiero. «È importante ricordare che proprio la NATO aveva messo in evidenza i pericoli derivanti dall’utilizzo di munizionamento all’uranio e proprio la NATO più volte aveva richiamato i vertici militari italiani dell’epoca ad attivare ogni precauzione prevista per salvaguardare la salute dei nostri militari».

I due giudizi della Suprema Corte avranno anche un peso importante nella stesura della proposta di legge e «non potrà più essere ignorata», vista anche la partecipazione di un ministro disponibile.

«Oggi la Difesa, sotto la mia guida», ha riferito Trenta all’ex pilota militare, «ha inserito tra le sue priorità, nell’ambito dei provvedimenti a tutela del personale e della salute dei nostri militari».

La titolare della Difesa ha chiesto all’Avvocatura Generale dello Stato «un resoconto complessivo su tutte le pendenze giudiziarie in corso», perché «voglio approfondire ogni singolo caso separatamente, perché ogni caso ha le sue specificità. E voglio ascoltare ogni singola voce: ad oggi, infatti, sul tema c’è stato un silenzio spaventoso e questo non è più accettabile».

La sentenza di oggi, conclude Leggiero, «è una vittoria per i ragazzi che si sono affidati in questa battaglia all’Osservatorio Militare; è una sconfitta per chi ha affidato la propria vita a vertici che hanno dimostrato impreparazione e arroganza» e offeso «la memoria di questi ragazzi e di quest’Italia che, seppure dopo anni, riesce a uscirne sempre a testa alta». 

 


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