AUDIZIONE COCER COMMISSIONI DIFESA CONGIUNTE (ESAME C.875 E C.1060). INTERVENTO DEL DELEGATO GDF ROSARIO ANTONIO LEONARDO

mercoledì 13 febbraio 2019

AUDIZIONE COCER COMMISSIONI DIFESA CONGIUNTE (ESAME C.875 E C.1060). INTERVENTO DEL DELEGATO GDF ROSARIO ANTONIO LEONARDO

Buon pomeriggio.

Ringrazio il Presidente e i componenti le Commissioni per l’opportunità concessa nell’essere auditi  in merito al delicato processo di sindacalizzazione delle organizzazioni militari e, contestualmente colgo l’occasione per ringraziare anche gli estensori dei due progetti di legge (l’875 ed il 1060) per l’attenzione dimostrata a trattare questo delicato tema.

In occasione dell’audizione del Comparto difesa, anche stamane, in più occasioni, si è avuto modo di ascoltare la preoccupazione di voler rallentare o diluire i tempi e le proposte inerenti i processi di sindacalizzazione.

Mi sembra chiaro che nessuno più dei diretti interessati, gli stessi militari, abbiano voglia di giungere quanto prima e nel migliori dei modi alla piena sindacalizzazione della propria organizzazione. La rapidità di giungere quanto prima all’obiettivo, però, non deve costituire il motivo per pervenire ad un provvedimento del Parlamento che non riconosca pienamente le legittime aspettative dei costituendi sindacati.

Ciò ovviamente non può prescindere dal passaggio definitivo del testimone tra l’attuale rappresentanza militare e i futuri sindacati, con i tempi dovuti, a legislazione costituita a tutele dei militari garantite. Questo è lo spartiacque indispensabile affinchè decollino di futuri sindacati; la coesistenza, si badi bene senza scadenza, dell’una e dell’altra realtà comporterà inevitabilmente, anche per motivi storici, di continuità e di costi per i militari, la prevalenza della rappresentanza rispetto al sindacato. Lo dimostrano i fatti. Un solo esempio su tutti: il Ministro delle Difesa ha in più occasioni ribadito che, “il potere di “concertazione”, al momento, resta prerogativa della rappresentanza militare” aggiungendo che “le associazioni sindacali riconosciute potranno essere ascoltate, per le questioni di interesse, a livello di Stato Maggiore di Forza Armata/Comando Generale dell’Arma e, per la Guardia di Finanza, - come indicato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze – dal Comando Generale del Corpo”. La possibilità di essere ascoltati, oltre ad essere una facoltà, non significa avere il potere di contrattazione, una delle caratteristica fondamentali dei sindacati, né il potere di concertazione attualmente riconosciuto alla solo rappresentanza militare. Evidente dimostrazione che la rappresentanza, al momento e ad associazioni costituite, mortifica le prerogative del sindacato.

La tematica non è semplice, il limitato tempo a disposizione in questa occasione oltre la necessità di non essere ripetitivi negli interventi impone di essere schematici nel prospettare quanto in appresso sinteticamente verrà illustrato, ovvero:

  1. partire dalla L. 121/81 è indispensabile per sfruttare quelle esperienze maturate, che potranno essere ascoltare per fornire il proprio contributo in ordine a quanto vissuto fino ad oggi, per consentire la costruzione di quel provvedimento parlamentare volto a perfezionare il modello sindacale della Polizia attagliandolo alla caratteristica militare;
  2. rivedere l’eliminazione del preventivo assenso per la costituzione dei futuri sindacati che non trova ristoro in alcuna norma di livello nazionale, internazionale e, addirittura, si pone in antitesi rispetto alla vera libertà sindacale;
  3. prevedere un livello partecipativo ed inclusivo delle rappresentanze a livello periferico al fine di agevolare la pratica applicazione della contrattazione/concertazione a livello centrale con quella di secondo livello. In tal senso la rappresentanza dei sindacati nazionali nei tavoli concertativi/di contrattazione dovranno tener conto della rappresentatività a livello locale e altrettanto necessariamente di quella riveniente dalla libera adesione ad uno o ad altro sindacato.
  4. ammettere l’ampliamento delle materie che potranno essere trattate dai sindacati al fine di contemperare, con specifiche procedure, l‘esigenza di efficacia ed efficienza delle amministrazioni, i servizi resi al cittadino e la tutela dei lavoratori: citando Marta Fana, esperta del mondo del lavoro, “un sindacato che non può parlare di organizzazione del lavoro, è nei fatti reso inutile o funzionale a chi comanda”.

Mi sembra quanto mai superfluo manifestare la necessità di addivenire, con tutte le parti in causa, ad una interlocuzione costante sui temi di cui oggi di discute che tenga in debita considerazione non solo la rappresentanza militare (almeno fino alla sua coesistenza con le associazioni sindacali), ma anche e soprattutto le riconosciute associazioni sindacali. Esse, come sancito dalla Corte Costituzionale, sono legittimamente deputate a trattare le materie di tutela collettiva ed individuale dei militari essendo frutto della libera manifestazione di scelta individualmente operata dal singolo lavoratore.

Ringrazio tutti per l’attenzione.

Rosario Antonio Leonardo (Co.Ce.R. Sezione Guardia di Finanza)

 

 

 

 

 

 


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