IL GRIDO D'ALLARME DELLA PA: "DIPENDENTI PUBBLICI ALLO STREMO. SERVE LA SVOLTA CON LO SBLOCCO DEL TURNOVER" (da repubblica.it)

giovedì 06 febbraio 2020

Forum della Pubblica Amministrazione: "Prima di fare i concorsi, si verifichi che i profili sono quelli che servono veramente".

Il settore dell'impiego statale è arrivato al limite della sopravvivenza dal punto di vista organizzativo e anagrafico. Il rinnovo contrattuale è sempre in bilico e le riforme più volte tracciate sono al palo. Lo sblocco del turnover annunciato segna però un punto di svolta: se sarà confermato lo sblocco al 100% della spesa, nelle amministrazioni entreranno nei prossimi tre anni 500mila persone.

"Stiamo disegnando l'amministrazione dei prossimi decenni" - afferma Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum della Pubblica amministrazione, che si apre oggi - e non si possono sbagliare gli obiettivi. Il Forum chiede di non fare concorsi per sostituire quelli che vanno via prima di verificare che le professionalità siano quelle che servono veramente. La pubblica amministrazione non ha bisogno di altri laureati in materie giuridiche perché ne abbiamo abbastanza - dice Mochi Sismondi - ma piuttosto di profili professionali adeguati alle nuove scelte strategiche. I 500mila nuovi ingressi saranno capaci di cambiare rotta? Probabilmente no - analizza il Forum perché rimarranno al loro posto due milioni e mezzo di impiegati anziani, demotivati, meno qualificati dei loro colleghi europei, affogati in un contesto bizantino".

È necessario quindi "riaprire rapidamente il capitolo della formazione on the job dei lavoratori pubblici" e va cambiata la dirigenza pubblica, tornando alle linee guida impostate dal governo Renzi. E per Mochi Sismondi i caratteri distintivi debbono essere questi: niente più fasce della dirigenza; niente più ruoli separati per amministrazioni, ma solo tre ruoli (PA centrale, locale e regionale) e per di più largamente permeabili; più libertà da parte della politica di scegliere, all'interno dei ruoli, a chi attribuire incarichi di vertice; incarichi a tempo intervallati da rinnovi con concorsi a evidenza pubblica. Bisogna evitare insomma di "tornare a una classe di dirigenti pubblici stabili, preservati dal rischio rinchiusi nei recinti protetti dei ruoli delle singole amministrazioni, certi che una volta conquistato un ruolo lo terranno a vita".

 

 

Fonte: https://www.repubblica.it/economia

 

 

 


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