"MAGISTRATURA MILITARE, LE RIFORME CHE ASPETTIAMO" (di Salvatore Rullo)

mercoledì 14 febbraio 2007

So da tempo e bene che i discorsi che interessano di più, i link, i commenti o gli articoli più letti sono quelli che riguardano contratti, aumenti economici, indennità, riordini delle carriere intesi come miglioramento economico. Da anni però non sono pochi coloro che mettono al primo posto diritti e riforme anche con la consapevolezza che questi, ampliati, realizzati e concretamente applicati, porterebbero ad un miglioramento delle condizioni generali di tutti i lavoratori con le stellette.

Si conoscono i tenaci oppositori del rinnovamento e dell’allargamento dei diritti, si conoscono anche coloro che cercano di dare contributi e proposte per migliorarli

(vedi anche le Associazioni) nello stesso tempo c’è la “speranzosa  convinzione” che il ricambio politico possa portare a passi in avanti non di poco conto. E ciò è più facilmente realizzabile se migliora la visione complessiva del nostro mondo militare.

Circa 2 anni fa, a maggio del 2005, abbiamo rischiato di subire una pessima riforma dei codici penali militari che  avrebbe portato il calendario  dei nostri diritti indietro di 30 anni e che nei fatti era una contro riforma. Quel tentativo non ha retto alla prova dell'aula (con quel voto diventavano 69 le volte  che il Governo veniva  battuto in aula dall’inizio della legislatura) che bocciò un pasticcio di dubbia legittimità costituzionale, dai tratti illiberali, che calpestava elementari principi di civiltà giuridica e avrebbe portato l'Italia in posizione eccentrica rispetto agli altri paesi dell'Europa discriminando i militari  ( i tribunali militari ormai non li ha più nessuno a parte la Spagna).  Ora quella riforma, insieme a quella della magistratura militare, necessaria ed attesa, è ritornata a far parte del dibattito politico ed  è bene sapere cosa è avvenuto e  seguire le prossime evoluzioni con attenzione  e partecipazione.

Il 7 febbraio 2007 Il Ministro della Difesa, on. prof. Arturo Parisi, ha partecipato all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2007 della Magistratura militare, accolto dal Presidente della Corte Militare d’Appello, Alfio Massimo Nicolosi. Alla cerimonia, che ha avuto luogo a Roma, erano presenti, fra gli altri, il Presidente della Commissione Difesa della Camera, on. Roberta Pinotti, numerosi parlamentari e altre autorità civili, militari e religiose.

Durante l’inaugurazione, qualche giorno prima e dopo, ho registrato una serie di dichiarazioni e commenti tutti molto interessanti. Cito i principali.

Dott. Benedetto Manlio Roberti , magistrato militare a Padova: “devo riconoscerlo, rubo legalmente lo stipendio all’amministrazione – è ora  di finirla con questa farsa”, “si è eliminata la leva, si è ridotto il numero dei militari e delle caserme, la sola struttura inalterata è la giustizia militare”. 

Dott. Sergio Dini, membro del CSMM: “Le forti spese dei tribunali militari potrebbero essere usate in ambito difesa e giustizia” (il dott. Dini  è uno dei magistrati convinti che, di fronte a questa realtà, per evitare sprechi di tempo e soprattutto di risorse, sia opportuno chiudere a trasferirsi armi e bagagli alla magistratura ordinaria sempre più in crisi per carenza di personale). 

Dott. Massimo Nicolosi, presidente della Corte militare d'appello: “L’attività dei tribunali militari è diminuita, ove non intervenga una riforma della legge penale militare tale da sottoporre alla giurisdizione militare tutti i fatti lesivi di interessi tipici delle Forze armate, questi numeri rimarranno esigui''.

Arturo Parisi , Ministro Difesa : ''La magistratura militare rappresenta un fondamentale e imprescindibile riferimento per la difesa e le Forze Armate''; ''L'ordinamento merita tutta la nostra attenzione, e' necessario affrontare la questione delle riforme nel modo piu' lungimirante e con realismo attento e consapevole''; “Occorre riprendere la discussione avviata nel corso della stessa legislatura, sarà un lungo percorso ma non sarà infinito, e ci impegniamo per portarlo a conclusione insieme e nel rispetto dei ruoli di ciascuno''.

Dott. Vindicio Bonagura, procuratore generale militare di Roma: La giurisdizione della magistratura militare è contrassegnata dal nulla e rappresenta una incredibile anomalia” ; “Non ho alcuna fiducia nelle possibilità di sviluppo dei progetti attualmente coltivati per tentare di uscire dal nulla che contrassegna l'attività della giurisdizione militare''.

On. Roberta  Pinotti, presidente della Commissione Difesa della Camera: “La riforma della giustizia militare è una priorità per il Parlamento, l'apertura dell'anno giudiziario militare ha riproposto l'insostenibilità di una situazione e l' indifferibilità  di un intervento riformatore, la soluzione NON PUO’ quindi essere cercata nell'ampliamento del reato militare. In questo quadro mi sento di condividere l'impegno assunto dal ministro Arturo Parisi, garantendo alla riforma della giustizia militare una particolare attenzione nello svolgimento dei lavori parlamentari.

Alessandro Cassiani, presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma: “La magistratura militare italiana rappresenta un ordinamento molto equilibrato dove magistrati capaci e professionali dimostrano oltre che competenze giuridiche anche grande rispetto per gli avvocati, noi avvocati ci sentiamo più “avvocati” nei tribunali militari rispetto a quelli ordinari ed è molto sentito il desiderio di collaborazione della magistratura militare''. (L’avvocato Cassini ha manifestato forte scetticismo sulle ipotesi di riforma con soppressione dell'ordinamento giudiziario militare).

Molte sono le opinioni, i commenti ed i pareri, manca, nel quadro citato, uno importante, quello degli Stati maggiori/Comandi generali, alcuni dei quali, secondo il mio modesto parere, potrebbero avere posizioni molto vicine a quelle del dott. Massimo Nicolosi, presidente della Corte Militare d'appello, citata sopra.

Si passa dalla rassicurante, logica  e giusta dichiarazione del presidente della Commissione Difesa, Pinotti, che rafforza anche il voto che bloccò la controriforma tentata nel 2005 e, partendo da  quel punto, afferma che la soluzione NON può essere cercata nell’ampliamento dei reati militari (la controriforma bocciata prevedeva fattispecie  di reati cancellati dalla corte costituzionale 20 anni fa), a  magistrati militari che sperano e si augurano che la proposta di legge di soppressione di magistrati e uffici militari con il transito nella giustizia ordinaria degli stessi diventi legge il più presto possibile,  alla curiosa affermazione del presidente dell’ordine degli avvocati di Roma che si sente più avvocato quando frequenta un  tribunale militare (!). Magari se fossero stati interpellati gli “utenti militari” si sarebbe appreso che si sentirebbero “più cittadini” se sottoposti alla magistratura ordinaria.

Si ripropongono,quindi, posizioni  analoghe a quelle della scorsa legislatura e perciò il dibattito sarà importante e necessita della massima attenzione. Ci sono, evidenti e note, posizioni molto conservatrici, di chi vuole mantenere un sistema di tribunali militari (riproponendo magari un allargamento dei reati dei lavoratori con le stellette  con  codici più rigidi e restrittivi) e posizioni progressiste  e avanzate, più consone  a Forze armate rinnovate, professionali ed in una fase di forti cambiamenti, che prevedono il transito dei  magistrati militari nella magistratura ordinaria, salvo sezioni particolari per gravi reati militari ed una riforma vera dei codici penali militari.

Il dibattito comunque si è riacceso. Dalle bozze preparatorie, una molto interessante, siamo arrivati alla presentazione di un testo, (il 2098) presentato dall’on. Pinotti, dal titolo: “Riforma della disciplina penale militare e adeguamento dell’ordinamento giudiziario militare” presentato il 21 dicembre scorso.

Il testo non è ancora disponibile ed aspettiamo fiduciosi di conoscerlo promettendo di seguire il dibattito su un argomento fondamentale ed importante per tutti  i militari.

Un po’ di numeri per chiudere. I tribunali militari costano molto e producono  poco, come affermato dai vertici della magistratura militare. Sono 9, più un tribunale di sorveglianza, 3 corti d’appello e una procura generale presso la Corte di Cassazione. I magistrati sono 103 con stipendi e indennità pari a quelli dei colleghi ordinari, 600 dipendenti tra civili e militari, 60 autovetture, 300 telefonini, la procura generale presso la Cassazione ha a disposizione 4 magistrati a 6000 euro mensili. Il tribunale di sorveglianza ha 3 magistrati e  30 dipendenti, la sede è nei pressi di piazza Navona ed è molto bella, ma zero i detenuti soggetti alle sue cure.

Zero detenuti, ma moltissimi quelli che aspettano con fiducia le RIFORME.

 

Salvatore Rullo  

s.rullo@tin.it


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