COCER-GDF IN COMMISSIONE DIFESA SENATO: ABROGARE ART. 8 E CIRCOLARE MARTINO, SEPARARE I COMPARTI, PIÙ UFFICIALI, ISPETTORI E LAUREATI, ATTENZIONE ALLA ADEGUATEZZA CULTURALE DEI VOLONTARI PROVENIENTI DALLE FF.AA.

giovedì 22 febbraio 2007

Ieri pomeriggio, 21 febbraio 2007, il Cocer interforze è stato ascoltato dalla Commissione Difesa del Senato sui temi delle missioni di pace all’estero e sull’impiego dei volontari che terminano il loro servizio nelle Forze armate.

Per la Guardia di finanza erano presenti il colonnello BARTOLONI, il luogotenente LEOTTA, i marescialli DALESSANDRO e TRINX e gli appuntati TAVERNA e TISCI.

Il documento letto e consegnato dai delegati del Corpo è composto di due parti nettamente distinte.

La prima si sofferma:

Ø     sul tema dei diritti per chiedere ancora una volta l’abrogazione dell’art. 8 della legge 382/1978 (che vieta per i militari la costituzione e l’adesione ad associazioni di tipo sindacale o professionale) e della circolare dell’allora ministro MARTINO (che fa divieto ai militari di aderire ad associazioni miste costituite successivamente al luglio del 2003);

Ø     sulla richiesta di separazione del comparto sicurezza dal comparto difesa.

La seconda parte ripropone le preoccupazioni già espresse dal Comandante generale, Roberto Speciale, a riguardo:

Ø    dell’esigenza di privilegiare nei prossimi anni gli arruolamenti di ufficiali e ispettori rispetto alle categorie sovrintendenti appuntati e finanzieri;

Ø     della preoccupazione che i volontari provenienti dalle Forze armate non siano in possesso di qualità culturali adeguate rispetto alle esigenze (si è ricordato, ad esempio, che un quinto dei civili immessi nel Corpo nel 2006 è già in possesso del diploma di laurea).

 

DOCUMENTO LETTO E CONSEGNATO DAI DELEGATI COCER-GDF ALLA COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO IN OCCASIONE DELL'AUDIZIONE DEL 21 FEBBRAIO 2007

 

Sig. Presidente, Onorevoli Senatrici e Onorevoli Senatori,

         ringraziamo la Commissione per averci concesso l'opportunità di esprimere il nostro punto di vista circa le problematiche oggetto dell'indagine conoscitiva che sta sviluppando.

         Ciò nonostante, prima di entrare nello specifico di questa audizione, al COCER della Guardia di Finanza preme ancora una volta sottolineare e ribadire, alla luce delle posizioni espresse in precedenti audizioni dei vertici militari, secondo cui gli organismi di rappresentanza debbano restare nell'alveo dell'organizzazione militare, la necessità che agli organismi di rappresentanza sia riconosciuto un ruolo chiaro, indipendente, effettivo e rappresentativo a qualsiasi tipo di modello organizzativo si voglia dare agli uomini con le stellette.

         La politica non si lasci incantare da quanti, nonostante gli sforzi, risultano insensibili e rimangono comunque distanti dalle aspettative del personale.

         Lo abbiamo già chiesto, ma qui lo ribadiamo:

Ÿ           abolizione della circolare "MARTINO" sulla libertà di associazione;

Ÿ           abolizione dell'art. 8 della legge 382/78;

Ÿ           separazione del comparto difesa e comparto sicurezza.

         Dopo tali premesse, il COCER si riserva di produrre uno specifico documento.

         Passiamo ora ad illustrare il pensiero del COCER sulla parte tecnica dell'audizione odierna.

         È notorio che il ruolo della Guardia di Finanza nelle sue proiezioni all'estero è quello di concorrere a garantire la pace e portare aiuto ai Paesi che si trovano in situazioni di crisi.

         In questa ottica il Corpo è di norma chiamato a impiegare limitati contingenti, formati da personale con profili di elevata specializzazione, in linea con le disposizioni del decreto legislativo n. 68/2001 che prevede tale tipo di compiti.

         La presenza all'estero dei finanzieri è quindi richiesta laddove si ravvisi l'opportunità di poter disporre di professionalità specifiche in campo economico e finanziario, compreso il controllo delle frontiere.

In ogni caso la specificità professionale è l'elemento che più di ogni altro contraddistingue il finanziere e che giustifica la sua presenza al di fuori dei confini dello Stato.

Questo profilo deve, pertanto, essere costantemente tenuto in considerazione e valorizzato se si vuole garantire la piena funzionalità della Guardia di Finanza, assumendo, tra l'altro, particolare rilevanza nel momento in cui si devono fissare i criteri per selezionare i giovani che devono essere arruolati.

Come noto le attuali dotazioni finanziarie non consentono di arruolare gli oltre 900 volontari in ferma breve che nutrono aspettative per effetto dei concorsi banditi nel 2003, 2004. Al riguardo, la proposta avanzata dal Comandante Generale di creare un fondo pluriennale per la loro progressiva stabilizzazione può certamente essere condivisa. Nondimeno, però, occorre interrogarsi sul futuro, sulla sostenibilità delle attuali procedure e sulla loro rispondenza a soddisfare le esigenze di funzionalità richieste ai fini dei primari compiti di polizia economico finanziaria, a cominciare dalla lotta all'evasione fiscale.

In assenza di mutamenti, lo scenario che si delinea vede una progressiva diminuzione della forza effettiva in funzione della ridotta capacità di effettuare nuove assunzioni rispetto alle fuoriuscite dal servizio. Questo rafforza la necessità di privilegiare ulteriormente i ruoli ufficiali ed ispettori che per il bagaglio professionale e le qualifiche giuridiche possedute (ufficiali di polizia tributaria) possono essere appieno impiegati nell'espletamento dei primari compiti di istituto.

Sul piano più propriamente della selezione delle persone è necessario cercare di assumere giovani con profili culturali adeguati rispetto alle esigenze, cercando di sfruttare a pieno i miglioramenti del livello culturale registratisi nel Paese. A tal riguardo, segnaliamo che lo scorso anno il 21% dei ragazzi provenienti dalla società civile che sono risultati vincitori del concorso per marescialli era già in possesso di un diploma di laurea. Tale dato, probabilmente, potrà essere ulteriormente incrementato in funzione della possibilità di non distinguere più fra uomini e donne, ponendo la Guardia di Finanza in linea con le Agenzie fiscali che già da tempo ricorrono all'assunzione di laureati.

Le argomentazioni illustrate crediamo che possano contribuire a meglio delineare i profili che contraddistinguono la Guardia di Finanza dalle Forze Armate e la necessità che la sua professionalità venga costantemente preservata al meglio evitando pericolosi automatismi.

La differenziazione sul piano dell'impiego e delle professionalità spingono il COCER a ribadire quanto già evidenziato in precedenza e cioè che la separazione dei comparti porti la rappresentanza del Corpo a confrontarsi solo con il Ministro dell'Economia e delle Finanze e con le Commissioni Parlamentari che si occupano di queste materie.

 

 


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