PUBBLICITÀ DEI VEBALI DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE: UNO STIMOLO ALLA CRESCITA DEMOCRATICA DA NON IGNORARE (Sezione Ficiesse Cuneo)

mercoledì 18 aprile 2007

Pubblichiamo un approfondimento della Sezione Ficiesse di Cuneo sulla recente innovazione della pubblicità dei verbali tesa a dare maggiore trasparenza  all’attività dei delegati della Rappresentanza Militare. Ricordiamo che tale novità finora è stata introdotta solamente nella Guardia di Finanza. 

 

 

Il 27 settembre 2006 il Cocer della Guardia di Finanza ha approvato una delibera (n. 02/04/10°) con la quale chiedeva di poter pubblicare integralmente sul sito Intranet, i verbali delle riunioni del Consiglio.

 

Il Comandante Generale, Gen. Speciale, il 24 novembre 2006 accoglieva la richiesta: veniva in tal modo superato un divieto che vigeva fin dall’istituzione della Rappresentanza Militare, allorquando con foglio n. 43718 datato 23.02.1981, il Gen. C.A. Orazio Giannini vietava l’affissione dei verbali degli organi della rappresentanza agli Albi dei Reparti.

L’originario divieto si basava su di una riduttiva interpretazione della normativa sulla Rappresentanza Militare, la quale sembrava limitare la divulgazione solamente alle delibere.

Come ampiamente confutato dal Cocer GdF in un documento allegato alle suddetta delibera, il divieto appariva oltremodo restrittivo sia alla luce del disposto normativo che già all’epoca non poneva alcun divieto esplicito, sia soprattutto in base alla successiva produzione legislativa avvenuta fin dall’inizio degli anni ’90 in materia di trasparenza dell’attività della Pubblica Amministrazione.

La possibilità di rendere pubblici i verbali può apparire una questione secondaria, ma si tratta in realtà di un meccanismo che nel tempo può modificare profondamente il modo di intendere e vivere il ruolo di rappresentante.

E’ accaduto spesso nel passato, e purtroppo accade ancora, che, terminate le elezioni dei delegati, avvenisse un allontanamento di questi dalla propria base elettorale alla quale non era necessario dar conto circa la propria attività di rappresentante, complice anche il fatto che il divieto di rieleggibilità poneva il delegato in una situazione di relativa irresponsabilità poiché non sarebbe stato costretto a passare per le forche caudine del giudizio immediato del voto al termine dell’incarico.

La recente modifica normativa (art. 8-ter del D.L. n. 45/2005) che ha reso possibile ai delegati di ricoprire anche due mandati consecutivi, rende ora ancor più necessario un controllo degli elettori su ciascun eletto; il personale deve essere in grado di accertare se il proprio delegato rispetti quanto proclamato prima delle elezioni nel corso della propaganda o quantomeno si impegni effettivamente per cercare di ottenere gli obbiettivi manifestati.

Cosa propone? Quanto è presente all’attività del proprio Consiglio? Come si pone rispetto ai piccoli e grandi argomenti che si possono affrontare? Sono tutte domande alle quali un elettore non può rispondere basandosi solamente dalla lettura delle delibere che, si sottolinea, spesso vengono adottate all’unanimità per motivi meramente formali o d’opportunità, ma che possono invece celare scontri e divergenze molto aspre all’interno dei consigli.

La pubblicazione dei resoconti degli organi elettivi è un principio comune in tutte le forme di democrazia, da quelle minime come può essere una assemblea di condominio o un consiglio d’istituto scolastico, ai massimi consessi nazionali e internazionali come il Parlamento italiano o europeo.

 

Trattasi inoltre di una sistema di garanzia per gli stessi delegati che, qualora si rendesse necessario, possono far risultare nel corpo del verbale e quindi far conoscere anche all’esterno dell’organo, eventuali situazioni anomale nell’attività dell’organismo ed il proprio dissenso in merito alla conduzione ed allo svolgimento dei lavori.

 

Pur essendo trascorsi circa sei mesi dalla richiesta del Cocer, si deve tuttavia evidenziare che tale possibilità non è ancora stata materialmente utilizzata a livello centrale dal Cocer ed anche in periferia, a livello di Cobar e Coir, sono pochi gli organismi che hanno scelto di rendere pubblici i propri verbali.

 

Se si escludono quei Consigli che già nel passato per prassi pubblicavano i resoconti sul proprio sito Intranet (circostanza spesso legata più alla scelta della persona addetta materialmente all’aggiornamento del sito che ad una reale volontà dell’organismo), pochissimi Consigli hanno colto l’occasione per formalizzare la volontà di rendere nota agli elettori la propria attività interna.

 

Da una indagine sommaria (della quale si chiede sin d’ora scusa per le eventuali inesattezze) solo due Cobar ed un Coir avrebbero deliberato in tal senso, mentre si deve rilevare la curiosa circostanza di un Cobar che, richiesta la pubblicazione già prima del Cocer e vistasela rifiutare dal Comandante Regionale, attualmente non ha ancora approfittato dell’apertura del Comandante Generale.

 

Ciascun Consiglio è da considerarsi sovrano e autonomo per quanto riguarda il proprio funzionamento interno, quindi la decisione di pubblicare o meno i verbali spetta esclusivamente ai delegati interessati; la scelta tuttavia può essere un ridotto ma significativo indicatore circa la propensione dell’organismo ad aprirsi o meno verso l’esterno e, soprattutto, a considerare il controllo democratico degli elettori quale un fatto dovuto e necessario per stimolare un corretto rapporto con la base.

 

Non è dato sapere se la sottovalutazione attualmente riservata a tale possibilità che, si badi, sinora è stata  attuata solo nella Guardia di Finanza, sia dovuta ad una mera disattenzione da parte dei diretti interessati oppure sia invece intenzionalmente voluta al fine di mantenere un riserbo ed una conseguente auto-referenzialità sull’attività interna dei delegati; in entrambi i casi si deve sperare invece in un ripensamento di questi Consigli: se si chiede più democrazia per i militari in genere, si deve iniziare prima di tutto dai meccanismi interni degli organi che li rappresentano.

 

La Sezione FICIESSE di Cuneo


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