L'ON. FRANCO GIORDANO (PRC) CHIEDE SPIEGAZIONI CON UNA INTERROGAZIONE AL MINISTRO PADOA SCHIOPPA SULLE INCREDIBILI VICENDE OCCORSE AL MARESCIALLO AIUTANTE DELLA GDF FRANCESCO PORCARO

venerdì 01 giugno 2007

Pubblichiamo di seguito il testo dell'interrogazione parlamentare presentata ieri alla Camera dall' onorevole Franco GIORDANO (Partito della Rifondazione Comunista) nella quale si chiedono spiegazioni al Ministro dell’Economia Padoa Schioppa sulle incredibili vicende occorse al maresciallo aiutante della Guardia di finanza Francesco PORCARO.

Leggendo le vicende occorse al maresciallo Porcaro si rimane increduli e ci si chiede come sia possibile che in una “grande famiglia", come spesso è definita dalla gerarchia militare la Guardia di finanza possano accadere fatti come quelli raccontati.

 

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03834
presentata da
FRANCESCO GIORDANO
giovedì 31 maggio 2007 nella seduta n.162

 


GIORDANO. -

Al Ministro dell'economia e delle finanze

 

Per sapere - premesso che:

il signor Francesco Porcaro è un maresciallo aiutante della guardia di finanza, attualmente in servizio a Monza;

le sue vicissitudini iniziano quando, per assistere la moglie che versava in condizioni di salute terminali, dovette insistere con i suoi superiori spiegando le leggi in vigore che garantivano il suo diritto di assisterla;

dopo il decesso della moglie, rientrato in servizio presso la brigata di Cernusco Lombardone, il comandante pro-tempore della compagnia di Lecco, capitano Reda Alberto, gli affiancava in servizio di verifica il futuro comandante della brigata, M.A. Strazzeri Emanuele, parigrado ma più anziano del signor Porcaro con il non dichiarato scopo di istruirlo e controllarlo;

dopo pochi giorni di affiancamento il predetto comandante di compagnia gli comminava, per iscritto e senza contestazione, una sanzione disciplinare di corpo: «richiamo», «per non aver collaborato nel servizio secondo le aspettative»;

l'ufficiale continuava l'azione persecutoria chiedendo giustificazioni per il ritardo circa la restituzione della copia della determinazione punitiva e irroga o, dopo la presentazione delle giustificazioni, senza tener conto delle ragioni rappresentate, «giorni 7 di consegna semplice», con l'obbligo di espiare la punizione presso il proprio domicilio a far data dal giorno di notifica del provvedimento del 26 aprile 2000;

il giorno successivo notificava al Maresciallo altra determinazione, sempre di giorni 7 di consegna, con la stessa motivazione e con l'obbligo di espiare la punizione dal giorno di notifica del provvedimento;

il signor Porcaro in definitiva, veniva costretto illegittimamente a rimanere a casa per otto giorni e senza ausili di alcun genere, nonostante fosse intervenuto il condono per effetto di disposizione del Comando Generale della guardia di finanza n. 107791/IV del 7 aprile 2000;

quando il signor Porcaro ebbe modo di conoscere che l'espiazione della punizione era stata condonata segnalò all'autorità giudiziaria di Lecco l'accaduto senza indicare alcuna ipotesi di illecito penale;

la Procura della Repubblica di Lecco riscontrava nella suddetta segnalazione una ipotesi di reato di «sequestro di persona» a carico dell'ufficiale, successivamente archiviata dal giudice per le indagini preliminari, in conformità alla richiesta del pubblico ministero;

dopo la suddetta denuncia, la vita del signor Porcaro si è fatta ancora più difficile; veniva infatti ulteriormente raggiunto da una richiesta di giustificazioni per non aver consegnato la tessera di riconoscimento in un periodo di licenza di convalescenza fruito per infermità non dipendente da causa di servizio;

della circostanza il signor Porcaro valutava di dover informare la Procura Militare di Torino, mentre il suo superiore, capitano Reda, denunziava il signor Porcaro alla stessa Procura militare per minaccia, reato poi derubricato, in disobbedienza aggravata;

il Gip presso il tribunale militare di Torino, in conformità alla richiesta del Pm in sede, disponeva l'archiviazione degli atti perché «l'ordine di restituire la tessera personale di riconoscimento era illegittimo»;

vane sono state le istanze di conferimento rivolte dal signor Porcaro alla superiore gerarchia, anche al Ministro delle finanze, con lo scopo di ottenere il riesame degli illegittimi provvedimenti punitivi che hanno comportato, inopinatamente, anche l'abbassamento delle note caratteristiche;

il sottufficiale è stato inoltre punito per essersi rivolto al Presidente della Repubblica;

il signor Porcaro infine è stato trasferito d'autorità, per esigenze di servizio, da Cernusco Lombardone a Monza;

la vicenda, come è facile intuire, è costata all'interessato molto cara, sotto tutti i punti di vista: economico, di salute, morale, e, soprattutto, di qualità della vita -:

se non ritenga che le vicende del maresciallo Porcaro, oltre a costituire un palese discredito dell'immagine pubblica del corpo della guardia di finanza, non si configurino come gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone provocando, in questo caso, gravi pregiudizi alla vita lavorativa e familiare di un pubblico dipendente;

quali iniziative intenda avviare affinché si ristabilisca il riconoscimento dei diritti del maresciallo Porcaro e la conseguente possibilità per lui di poter espletare le proprie mansioni senza subire ulteriori arbitrii;

se non ritenga necessario avviare approfondite indagini conoscitive, per appurare se i comportamenti messi in atto nei confronti del maresciallo da parte dei superiori diretti, non si verifichino anche nei confronti di altri soggetti militari, come più volte denunziato dagli organismi di rappresentanza e dalle diverse associazioni che si sono costituite negli ultimi anni nel mondo militare. (4-03834)


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