L’INTERVENTO IN AULA DELLA SENATRICE SILVANA PISA NEL DIBATTITO SUL CASO VISCO/SPECIALE: “LA FRUSTRAZIONE E IL DISAGIO DEI MILITARI VA RISOLTO CON UNA RIFORMA INNOVATIVA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE”

giovedì 07 giugno 2007

Riportiamo di seguito l’intervento della senatrice Silvana PISA (Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo), componente della Commissione Difesa del Senato, svolto nel corso del dibattito di ieri in aula sul caso Visco/Speciale, i cui contenuti integralmente condividiamo.

 

SENATO DELLA REPUBBLICA - LEGISLATURA 15º

RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA N. 162 DEL 06/06/2007

(Stralcio del dibattito sul caso Visco/Speciale, NDR)

(…)

 

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pisa. Ne ha facoltà.

*PISA (SDSE). Presidente, ho ascoltato molti colleghi esprimere solidarietà alla Guardia di finanza; credo che sia giusto farlo per il compito importante e molto delicato svolto quotidianamente nel perseguimento dell'evasione fiscale. Infatti, sappiamo che solo attraverso l'imposizione fiscale si ottiene la redistribuzione del reddito che è necessaria per creare l'equità tra cittadini, per produrre anche l'universalismo dello Stato sociale e per rendere i soggetti più deboli meno bisognosi. Quindi, è giusto esprimere solidarietà per questo lavoro.

Credo però che questa solidarietà vada espressa, Presidente, anche nel riconoscimento dei diritti democratici di rappresentanza dei soggetti che svolgono questa funzione. Ne ha accennato in parte il collega Nieddu, ma al riguardo il mio pensiero è un po' diverso e vorrei argomentarlo.

Con i cittadini militari non possiamo limitarci ai ringraziamenti; dobbiamo prendere atto che c'è bisogno per loro di riforme. Ci sono sofferenze - le sentiamo in questi giorni, esprimono anche questo - tensioni, bisogni individuali e collettivi che non riescono a trovare espressione. Il punto è che, specialmente adesso che abbiamo abolito la leva obbligatoria, organismi con competenze così ampie e importanti per il Paese non hanno dei presìdi di controllo democratico interno con poteri reali. Devono esserci delle strutture che svolgono funzioni così rilevanti che oggi invece non esistono e non hanno reali contrappesi di controllo democratico.

Questo è un problema vero e gli attuali organismi della rappresentanza militare - parlo dei COBAR, dei COIR e dei COCER -, come moltissimi delegati denunciano da anni nei siti, nei blog e nelle loro corrispondenze, non sono sufficientemente in grado di assicurare funzioni di questo tipo. C'è una frustrazione e un disagio che spetta alla politica rilevare e risolvere. È un problema che noi non possiamo più rinviare.

Al Senato la Commissione difesa sta discutendo la riforma della vecchia legge del 1978, che si trascina da tre legislature, e io credo debba farlo con finalità innovative perché altrimenti non si risolve nulla. Voglio dire che c'è bisogno di una riforma della rappresentanza militare; i soggetti che sono chiamati per primi a difendere la democrazia non devono rimanere esclusi dalle regole della democrazia stessa. I militari devono vivere e respirare democrazia nei loro organi di rappresentanza e nelle associazioni che anche loro, come prevede la Costituzione, devono poter costituire.

Sto parlando del tema della rappresentanza che però è anche il tema della sindacalizzazione, portato avanti con coraggio e determinazione da diversi COCER, tra cui quello della Guardia di finanza è da tempo in prima linea. Questa richiesta di sindacato, vista con sospetto in molti ambienti, nonostante sia presente in diversi Paesi europei - lo voglio dire; noi diciamo di essere un Paese europeo ma in questo campo rimaniamo molto indietro - che non mette ovviamente in discussione (perché non può e non deve farlo) il principio gerarchico che è alla base delle Forze armate, rappresenta la volontà di riconoscersi come cittadini militari.

Presidente, mi avvio alla conclusione ma vorrei prima accennare ad un altro tema e sono contenta che il Ministro sia presente per cui mi rivolgo a lui. La situazione reale della Guardia di finanza, come di tutte le Forze armate, ci parla di un'attività svolta con scarse risorse: non ci sono i soldi per le indagini fiscali, per l'utilizzo dei mezzi dei servizio, per la benzina (parliamo di condizioni che conosciamo tutti).

Questa situazione ci porta al dibattito svolto durante l'ultima finanziaria, in cui per il comparto difesa si sono raddoppiate le risorse per gli investimenti in armamenti a scapito delle spese per l'esercizio, quali l'addestramento e la manutenzione che sono così importanti perché significano condizioni di sicurezza del personale.

Credo sia importante riflettere su questo tema e, dichiarando il mio voto favorevole al Governo, chiedo che queste esigenze siano tenute nel dovuto conto. (Applausi dai Gruppi SDSE e RC-SE).


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