L’INTERVENTO IN AULA DEL SENATORE OSKAR PETERLINI NEL DIBATTITO SUL CASO VISCO/SPECIALE: “BASTA CON UN APPROCCIO ANTIEVASIONE DELLA GDF SOLAMENTE REPRESSIVO, CI VUOLE ANCHE PREVENZIONE E SOSTEGNO INFORMATIVO AI CONTRIBUENTI"

giovedì 07 giugno 2007

Riportiamo di seguito l’intervento del senatore Oskar PETERLINI (Gruppo Per le Autonomie), componente della Commissione Affari Costituzionali e della Commissione Lavoro e Previdenza sociale, svolto nel corso del dibattito di ieri in aula sul caso Visco/Speciale.

Riteniamo particolarmente interessante il richiamo all’esigenza che Guardia di finanza e Agenzia delle entrate studino e diano attuazione a nuove forme di contrasto all’evasione e al sommerso che affianchino alle tradizionali azioni di tipo repressivo anche attività di supporto informativo ai contribuenti e di prevenzione degli illeciti fiscali.

Sarà nostra cura inviare al più presto al senatore Peterlini “Contribuenti per scelta”, il documento di analisi e proposta della nostra Associazione che tali idee sviluppa e approfondisce.

 

SENATO DELLA REPUBBLICA - LEGISLATURA 15º

RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA N. 162 DEL 06/06/2007

(Stralcio del dibattito sul caso Visco/Speciale, NDR)

(…)

 

PETERLINI (Aut). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

 

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

PETERLINI (Aut). Signor Presidente, onorevoli colleghi, a nome del Gruppo Per le Autonomie mi preme sottolineare, innanzitutto, la necessità che su questa vicenda sia fatta la più completa e celere chiarezza. Il ritiro della delega al vice ministro Visco è stato un segnale necessario e positivo da parte del Governo. Chiediamo fin d'ora che le competenze della Guardia di finanza siano conferite e rimangano definitivamente nelle mani del Ministro competente. Sulla vicenda è ora necessario che la procura della Repubblica faccia il proprio lavoro con serenità e che, qualora emergano aspetti non condivisibili, l'Esecutivo e lo stesso vice ministro Visco prendano le opportune decisioni.

Ma questo caso non deve interferire sulle procedure e sul diritto del Governo, sancito dalla Costituzione, di scegliere il comandante della Guardia di finanza. L'ha fatto anche l'ex presidente Berlusconi ed è corretto che, quando viene a mancare il rapporto di fiducia, il comandante possa essere sostituito. Criticabili sono, invece, gli atteggiamenti intrusivi nelle nomine dei singoli riparti.

Riteniamo, quindi, che se la destituzione del generale Speciale rientra nell'ambito dei diritti-doveri di un Ministro, la stessa non debba essere messa in discussione, anche se riteniamo che nell'intero caso vi sia stato un deficit di trasparenza. Se, al contrario, le scelte fossero state motivate da un voler interferire nelle indagini delle Fiamme gialle, tutto ciò apparirebbe come un fatto gravissimo.

Dall'altra parte, il comandante della Guardia di finanza non deve usare la sua posizione come strumento politico. Lo stesso comandante non deve passare le linee ai giornali o fare telefonate in viva voce per poi usarle contro il Ministro. Un Ministro può essere censurato, ma devono esser usati i metodi previsti dalla legge.

Al centro dell'attenzione mi permetta che in questo dibattito, diventato politico - in cui l'opposizione vuol far cadere il Governo - poniamo come Gruppo Per le Autonomie e chiediamo l'attenzione per misure nell'ambito della politica fiscale, urgente da affrontare.

Premetto che condividiamo l'obiettivo di ridurre l'enorme debito pubblico ed il deficit finanziario per liberare risorse per la crescita. Ritengo, però, che la politica fiscale del Governo, a partire dalla rigorosa e pesante legge finanziaria, abbia messo troppo sotto torchio le piccole, medie e microimprese.

Queste aziende sono parte essenziale del sistema produttivo e sono state chiamate a contribuire al rilancio dell'economia con aggravi fiscali spesso non più sostenibili. Noi richiediamo, pertanto, ma per tutto il Paese - noi forse perché siamo più sensibili, legati al territorio di una economia molto prospera in Provincia di Bolzano, anche se ritengo che il problema sia nazionale - che nella prossima manovra finanziaria si tenga conto delle difficoltà delle piccole imprese, soprattutto artigiane e commerciali.

Forti perplessità nascono, inoltre, nei metodi adottati dalla Guardia di finanza nei controlli. Condividiamo in pieno - su questo non c'è dubbio - la necessità di combattere con forza l'evasione fiscale, stimata da 200 miliardi di euro, ma nel contempo giudichiamo assai esecrabile che nelle sedi delle imprese si arrivi con i mitra spianati e con metodi vessatori, che creano difficoltà e fanno insorgere malumori e paura non solo tra le piccole e medie imprese. Inoltre, tolgono ai giovani la voglia di fare impresa.

Nelle Regioni di confine, cari colleghi - mi riferisco alla Valle d'Aosta, all'Alto Adige. Al Südtirol e al Trentino, è molto forte ed altamente punitivo il controllo fiscale. È di questa mattina la notizia che una azienda è stata chiusa dalla Guardia di finanza perché non aveva emesso scontrini per 59 euro. È stata chiusa perché momentaneamente non aveva la disponibilità della carta necessaria.

Sono numerosi anche i controlli nei confronti dei turisti, che vengono fermati a decine di chilometri dagli alberghi e sottoposti alla redazione di verbali della durata anche di mezz'ora, che creano spavento e, di certo, non aiutano il turismo.

Nelle Regioni del Sud, in primo luogo, ma anche in quelle del Nord, lo sappiamo tutti, esiste un forte sommerso. Condividiamo l'obiettivo di un sistema più giusto, facendo pagare tutti e con meno aggravi, però i metodi non si trasformino in terrorismo fiscale. I cittadini vivono una forte incertezza perché il nostro sistema si basa esclusivamente su misure punitive e sanzionatorie.

In altri Paesi europei, con risultati molto più efficienti, basta guardare l'Austria, la Germania e la Svizzera, gli organi competenti fanno soprattutto prevenzione e consulenza nei confronti delle piccole imprese, coinvolgendole in una cultura contributiva corretta. I titolari vengono ascoltati e con gli stessi vengono concordati incontri per verificare i libri contabili e capire dove ci possono essere deficienze, senza che in queste consultazioni vengano applicate sanzioni. Solamente quando poi, nonostante le consultazioni e gli avvertimenti, le aziende proseguono nelle irregolarità scattano le sanzioni.

Prego il Ministro, che ringrazio per l'attenzione, di far sì che questo metodo persuasivo si studi anche in Italia, al fine di introdurre un sistema più efficiente di quello attuale. È un metodo di prevenzione e consulenza che noi come Gruppo Per le Autonomie chiediamo venga adottato anche nel nostro Paese. Il Governo deve dotarsi di una politica di consulenza, accoppiandola ad una semplificazione delle procedure, per un fisco non persecutorio ma sempre più amichevole. Dobbiamo dare serenità e fiducia ai cittadini e queste due condizioni passano anche per un'adeguata politica fiscale.

Il voto amministrativo al Nord è stato un campanello di allarme, rafforzato anche da quello che dice la gente, che invita tutti ad una svolta radicale. Credo che tali riflessioni siano necessarie in questa Aula visto che tale dibattito si è trasformato in un acceso scontro, in cui l'opposizione cerca di far cadere il Governo Prodi.

Non riteniamo che una crisi di Governo in questo difficile momento sia la ricetta migliore per il nostro Paese. I cittadini infatti si aspettano una ripresa del Paese, riforme che sono però ostacolate dalla difficile situazione venutasi a creare proprio in questo ramo del Parlamento, frutto di una legge elettorale distorta, ma anche, signor Presidente e signor Ministro, e lo dico anche alla maggioranza, da un Governo e da una maggioranza poco coesi, che dovrebbero ritrovare una loro unità per il rilancio dell'economia, la lotta alle vecchie e nuove povertà, la riforma della previdenza e le liberalizzazioni.

Accogliamo con soddisfazione, signor Ministro, le rassicurazioni che ella ha fornito rispetto alle preoccupazioni da noi espresse in merito alla pressione fiscale e agli oneri burocratici nei confronti delle piccole e medie imprese. Dopo una manovra finanziaria - mi permetta il termine - lacrime e sangue, sono presenti i presupposti per il rilancio del Paese. Gli indici sono positivi, il PIL sta salendo, il deficit è già diminuito, è diminuita la disoccupazione e anche il tasso di inflazione. Dobbiamo sfruttare questa fase economica favorevole impegnandoci tutti insieme per il bene comune.

È per questi motivi che il Gruppo Per le Autonomie non ritiene opportuno che si faccia cadere il Governo. Non sono utili in questa fase scontri di posizione, ma occorrono equilibrio e responsabilità che devono coinvolgere sia la maggioranza che l'opposizione, perché il teatro che abbiamo vissuto pochi minuti fa ha fatto di nuovo distaccare i cittadini da queste istituzioni in cui noi crediamo fortemente. Non è possibile fare un scenata simile davanti a tutto il Paese e dividere anche questo Parlamento e il Paese, che vuole riforme, vuole innovazione, vuole che il Governo possa finalmente agire, fatto impedito da simili dibattiti.

Con le aspettative esposte, rafforzate dalle assicurazioni del Ministro di studiare e di volerci anche incontrare per ridurre il peso fiscale per le piccole e medie imprese e per una politica fiscale di consulenza e non squisitamente sanzionatoria, annunzio a nome del Gruppo Per le Autonomie la nostra fiducia al Governo e pertanto il nostro voto favorevole alle mozioni presentate dalla maggioranza. (Applausi dal Gruppo Aut).

 

 

 


Tua email:   Invia a: