SALVATORE TRINX AI LETTORI DI FICIESSE: “IL PERCHÉ DELLE MIE SCELTE NELLA BATTAGLIA PER I DIRITTI”

domenica 10 giugno 2007

Pubblichiamo di seguito la lettera che abbiamo appena ricevuto dal delegato del Cocer della Guardia di finanza, luogotenente Salvatore TRINX, scritta per rispondere ad alcune osservazioni critiche mosse al medesimo delegato (e anche a tutto il Cocer) in tre messaggi apparsi nel forum del sito internet di Ficiesse, all’interno del topic “La vera vergogna: il Cocer  non  entra al Senato”.

Il topic è stato aperto mercoledì scorso a seguito del comunicato stampa diffuso dal solo Trinx per protestare per la mancata concessione ai componenti del Cocer, da parte dei questori del Senato,  dell’autorizzazione ad assistere al dibattito in aula sul caso Visco/Speciale, al quale i delegati avrebbero voluto partecipare (probabilmente in divisa) per testimoniare la presenza silenziosa, ma attenta, di tutti i 67mila appartenenti alla Guardia di finanza.

Questa l'occasione. Ma la lettera allarga subito l'orizzonte per spiegare i motivi di alcune decisioni, individuali ma anche collettive, assunte negli ultimi mesi e che talvolta sono apparse di difficile interpretazione. Come talune delibere apparentemente poco coerenti tra loro ed emesse a volte con maggioranze risicate, oppure alcuni comunicati stampa diffusi da singoli o da gruppi di delegati a composizione variabile.  

Crediamo sia importante per il funzionamento democratico di tutti gli organismi che rappresentano dei cittadini che le motivazioni almeno delle decisioni più importanti siano rese di pubblico dominio. E ringraziamo Salvatore Trinx per questa dimostrazione di trasparenza e di sensibilità democratica.

 

LETTERA A FICIESSE

DEL DELEGATO COCER-GDF

SALVATORE TRINX

 

Con richiesta di pubblicazione, essendo stato chiamato in causa nel Forum mi corre obbligo fornire delle risposte chiare ai partecipanti al forum stesso ed a tutti i lettori del sito .

Accettare il contraddittorio è giusto come giusta e legittima è la critica. Di ciò che mi riguarda e ne posso essere responsabile me ne faccio carico con gli annessi e connessi. Fatti di cui non ero presente per favore ritengo giusto che mi si tenga fuori.

Per me il forum è un termometro per conoscere lo stato di salute del Corpo e convengo che di certo è malato. Le diagnosi sono tante, dalla morte imminente ad uno stato  da cui il malato può ancora riprendersi. Io ritengo di annoverarmi tra i soggetti che optano per quest'ultima ipotesi.

Al fine di fugare ogni dubbio a chi mi conosce, mi corre l'obbligo di rassicurare che ancor oggi sono convinto che la Guardia di Finanza per i suoi compiti istituzionali debba essere smilitarizzata, per cui il mio messaggio è che non ho cambiato idea.

A fronte di questa ultima mia affermazione, un dato di fatto: non tutti i finanzieri sono per tale ipotesi, cosa che tutti tastiamo quotidianamente. Ovvio, quindi, che non siamo tutti uniti nel fare tale richiesta. Deboli per portarla  avanti da soli.

Allora mi domando: sono i finanzieri che devono chiedere la smilitarizzazione della Guardia di Finanza al fine di renderla veramente una polizia economica finanziaria adeguata ai tempi per l'interesse del Paese o è la Politica che dovrebbe farsi carico di questa impellente necessità?

La risposta ai colleghi. Io vi do la mia per quanto mi riguarda: i politici possono essere stimolati da noi, ma poi se ne devono fare carico. La dura  realtà è che non sono pronti, la politica tutta è lontana e sopratutto indietro nei tempi, rispetto al paese reale.

Questi sono i motivi che, a livello di rappresentanza, mi hanno indotto a percorrere la strada che unisce e non quella che divide il personale, che secondo me è per il riconoscimento di maggiori diritti, quindi per la sindacalizzazione.

Tutti diamo per scontato che smilitarizzazione vuol dire contestuale sindacalizzazione, ma il dato reale è che oggi siamo militari e perciò bisogna percorrere la strada che potrebbe portare  a TUTTI i militari il  riconoscimento dei  sacrosanti diritti sanciti dalla costituzione e dalle  norme internazionali recepite dal nostro Stato. Credetemi nemmeno questa strada è facile, in quanto sia le forze politiche di maggioranza che di opposizione sono sorde a questo tipo di istanze, con l’eccezione di pochissimi partiti.

Un ulteriore dubbio intendo scioglierlo, così con uno scritto potrò sempre essere smentito. Per esperienza passata, ritengo che chi fa rappresentanza ed ha ambizioni politiche deve fare una scelta: o da una parte  o dall’altra. Altrimenti si è anche se solo indirettamente condizionati.

Allo stato può essere un fatta tale scelta solo  moralmente in quanto nessuna norma prevede tale forma di incompatibilità.  Non ho ambizioni di natura politica e vi avviserò in anticipo se dovessi cambiare idea. Penso che non succederà, sono troppo disgustato dal sistema politico attuale. Chissà, in futuro, quando sarò in pensione (mancano tanti anni), cercherò di scegliere tra un campo di bocce o il campo politico. Ora mi pesa già quello che faccio, che di sicuro non sto facendo al meglio se qualcuno ritiene di muovermi dei rilievi ….

Veniamo ai fatti più attuali.

Qualcuno in passato ha lamentato la non visibilità del Cocer: “Ci sei? esisti? batti un colpo”. E via discorrendo. Ora che il Cocer è visibile arrivano puntuali le critiche opposte: “Non delibera all’unanimità, ma solo con 5, 6, a volte 7 delegati, e come mai dichiarazioni di singoli?”

Signori, amici, colleghi e non, siamo esseri umani, in buona o cattiva fede ma sempre essere umani chi in cattiva fede risponderà alla propria coscienza , non sta a me giudicarlo. Già chi fa parte di un contesto associativo tipo partiti sindacati o associazioni, che hanno a monte idee e programmi comuni, già si differenziano al loro interno. Pensate a noi che in comune abbiamo solo la divisa, con formazione,  cultura e molte volte idee differenti. Pensate che farle conciliare tra loro, rinunciando ognuno a qualcosa è già un successo. Questo è il sistema e questo è il risultato.

Qualcosa che mi sta molto a cuore e che intendo far emergere, a costo della critica più feroce ed antipopolare, riguarda i fatti tristi di attualità denominati Visco/Speciale. Gli organi di informazione non li controllo io, né posso dargli io la linea, per cui su mie dichiarazioni estrapolate ed in un contesto ben delineato in base all’area politica di riferimento si fanno calzare le parole a proprio uso e consumo.

Salvatore Trinx è fermo alla delibera Cocer di equidistanza dal Viceministro Visco e dal’ex Comandante Generale Speciale, fermo però nel difendere l’istituzione ed i suoi appartenenti.

Se avessi voluto fare populismo sapete benissimo dove mi sarei schierato, ma non l’ho fatto. Che sia chiaro.

Il Cocer successivamente ha ritenuto di deliberare con sei delegati la sua solidarietà al Generale Speciale. Ero presente insieme ad un altro delegato, Daniele Tisci , che se riterrà opportuno intervenire  dirà la sua. Nella discussione io non condividevo tale posizione e se fossi rimasto non avrei avuto altra possibilità che quella di votare contro. Il che avrebbe voluto dire schierarmi con Visco contro Speciale facendo venire meno la mia posizione di equidistanza. Per tale ragione prima del voto sono uscito dall’aula del consiglio insieme al delegato Tisci. Questi sono i fatti questo è il motivo della delibera votata da sei delegati all’unanimità. Sei, lo ricordo, è in ogni caso la maggioranza nel Cocer, che è composto da undici delegati.

Veniamo alla discussione al Senato sulle mozioni di sfiducia a Visco.

Premetto che a Roma eravamo presenti  dieci su undici delegati. Discutendo su cosa fare ho proposto che il Cocer in qualità di organo di rappresentanza del personale doveva essere presente al Senato in quanto essendo in discussione una mozione di fiducia alla la Guardia di Finanza era opportuno far vedere la nostra presenza (Un inciso perché fare una mozione di fiducia se il corpo come istituzione non è stato mai sfiduciato?Le alchimie della politica: da un fatto Visco-Speciale alla fiducia al Corpo).

Per tale motivo  si voleva andare in uniforme,  non per protestare ma per testimoniare al paese l’orgoglio dell’appartenenza alla Guardia di Finanza. Nient’altro. Tali ragioni sono  state preventivamente illustrate ad autorevoli parlamentari di maggioranza e di opposizioneche che hanno capito lo spirito e ne hanno preso atto.Per evitare qualsiasi strumentalizzazione veniva altresì rappresentato che la nostra presenza sarebbe  avvenuta dopo le ore 19.00 quindi  al termine del dibattito e prima dell’intervento del Ministro Padoa Schioppa.

Per dovizia di particolari e per i motivi espressi prima, abbiamo volutamente  richiesto gli accrediti non ai singoli gruppi parlamentari ma all’ufficio istituzionale, ovvero alla segreteria del Questore Senatore.

Ne è seguita una scaletta di telefonate: “i posti ve li troviamo … a mezzogiorno … siamo riusciti a trovarvi tre posti  … riuscirete a venire tutti e dieci”. Poi, alle 17,30: “ci spiace non c’è un posto disponibile, sono tutti occupati”.

Alle 20, visto l’assenza di accordo tra i delegati del Cocer, ho ritenuto opportuno far uscire a titolo personale un comunicato stampa per far sapere a tutti i colleghi, in tutta Italia, che abbiamo cercato di esserci, ma che purtroppo non abbiamo potuto.

Tutto qui.

Oggi con ancora più rabbia , essendo venuto a sapere che altri colleghi non delegati sono riusciti ad essere presenti, a titolo personale, accreditati da singoli Senatori. E questo a discapito di un organismo previsto per legge: IL COCER.

Vedete, in questo momento sono in una fase di profonda riflessione e di crisi che mi spinge a meditare per  autosospendermi dall’organismo per l’incapacità collegiale di produrre e che di tale situazione di stallo mi sento anch’io responsabile.

Autosospendermi e non dimissioni, che consentirebbe un subentro che lascerebbe le cose allo status quo (almeno non andando a Roma non costo).

Prima di prendere questa drastica decisione se non c’è un inversione di tendenza ho ancora un impegno morale verso chi ha avuto fiducia in me: c’è la concertazione, ci sono gli imminenti impegni alla Commissione difesa del Senato, così da capire se riusciremo a dare una svolta alla rappresentanza , c’è il premio incentivante da decidere ed un mucchio di delibere dagli organismi confluenti che si sono accatastate a cui bisogna dare risposte.

Un’altra piccola cosa, è vedere pubblicati i verbali su Iride delle nostre riunioni, ritengo che il tempo passato dal momento che si è deciso di renderli pubblici è già tanto ora Basta.

Poi mi sentirò libero di tirare le mie conclusioni .

Sapete, le battaglie dei grandi diritti ti stimolano e le affronti, ma se trovi un muro di gomma che sembra insormontabile ne devi prendere atto. E se devo stare a Roma senza concludere niente meglio a Torino, ai  piccoli affetti terreni che sono la mia famiglia.

Una calorosa stretta di mano a Voi Tutti

Salvatore Trinx

 


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