LA CONFERENZA CONCLUSIVA DEGLI STATI GENERALI: D’ARRIGO RICONOSCE LA COESIONE DEI DELEGATI MA CONFERMA TUTTI I SUOI NO, STANDING OVATION PER L’ILLUSTRAZIONE DI MINERVINI, RAMPONI AMAREGGIATO PER UN'ACCOGLIENZA MOLTO FREDDA

venerdì 25 gennaio 2008

Alle 10 di oggi, giovedì 24 gennaio 2008, ha avuto inizio a Roma, presso l’aula magna del Comando generale di piazza Armellini, la conferenza conclusiva dell’assise generale della rappresentanza militare Gdf.

 

Tra gli ospiti, molti politici e sindacalisti delle polizie civili, alcuni dei quali hanno preso la parola. Al tavolo della presidenza, il comandante generale D’ARRIGO, il comandante in seconda FERRARO e il presidente del Cocer MINERVINI. A lato, gli altri dieci delegati del Consiglio centrale della Guardia di finanza.

 

Pubblichiamo di seguito una stringata sintesi di quanto detto negli interventi, scusandoci fin da ora per le omissioni e le eventuali imprecisioni, che saremo ben lieti di correggere su richiesta degli interessati.

 

 

SINTESI DEGLI INTERVENTI

 

GEN. COSIMO D’ARRIGO. L’assise avrebbe dovuto occuparsi del contratto e della riforma della legge sulla rappresentanza militare. La Gdf riserva grande importanza alla rappresentanza militare, istituto che è cresciuto nel tempo. Ci vuole una maggiore sensibilità dei comandanti di ogni livello nei confronti degli organismi. La filosofia deve essere la ricerca della sinergia tra organismi e catena di comando. La riprova della validità dell’istituto è che molte problematiche del Corpo sono state risolte grazie all’intervento del Cocer. Ci sono disfunzioni a causa delle “applicazioni rigide dei regolamenti” che hanno portato al progressivo affermarsi di “iniziative autonome” tra le diverse categorie con conseguente dispersione di energie. È urgente la rivisitazione della normativa. Vi sono molte novità nel testo unificato in discussione in Commissione Difesa: negoziazione in posizione distinta dagli stati maggiori; possibilità di interscambi con i sindacati e con gli enti locali; previsione di una apposita categoria per i sovrintendenti distinta da quella degli ispettori. Va preservato l’istituto della rappresentanza in posizione interna all’amministrazione. Il testo unificato va approvato al più presto. La posizione del Comando generale è quella ribadita a L’Aquila. L’approvazione all’unanimità del documento conclusivo è un forte messaggio di coesione.

 

 

GEN. MINERVINI. Illustrazione a braccio punto per punto del documento conclusivo. La Gdf non si tocca. Siamo tutti fortemente attaccati al Corpo. In democrazia bisogna saper ascoltare le richieste e le aspettative della maggioranza degli appartenenti all’istituzione.

 

(Più volte interrotto dagli applausi, uno dei quali della durata di tre minuti con tutti i delegati in piedi).

 

DE MATTEIS (Siulp). L’assise rappresenta un momento storico. La legge 382 ha 30 anni e dopo 30 anni nessun modello può mantenersi adeguato. Il modello organizzativo delle Forze armate non c’entra nulla con quello delle Forze di polizia. I comparti difesa e sicurezza vanno divisi. Il Comando generale, autorizzando l’assise della rappresentanza militare, ha dimostrato sensibilità democratica. Chi va a negoziare deve essere scelto dai lavoratori. Il sindacato non compromette il funzionamento dell’amministrazione.

 

PROF. MARTONE (Diritto del lavoro Università Luiss di Roma). Problema della compatibilità del sindacato in un  ordinamento militare. Tre sono gli ordinamenti che vengono in considerazione contemporaneamente: statale, militare e sindacale. La Corte Costituzionale si espressa per la non compatibilità tra sindacato e organizzazione militare. Ma gli ordinamenti si evolvono. In passato si riteneva il sindacato incompatibile anche con il pubblico impiego, visto il suo regime autoritativo, ma alla fine il sindacato è stato introdotto. La 382 sembra una legge non di fine anni settanta, ma molto più antica. Conclusioni: si può avere sindacato anche nell’ordinamento militare. La sindacalizzazione ha dei costi, a cominciare dagli oneri di funzionamento che gravano sui lavoratori. Ha anche effetti positivi, come la deflazione del contenzioso e una maggiore responsabilizzazione collettiva.

 

(Il generale D’Arrigo lascia l’aula per assolvere altri inderogabili impegni).

 

ON. RUGGHIA (Partito democratico, Commissione Difesa). Si deve avere un atteggiamento libero da pregiudizi. Nessun giudizio sul documento conclusivo dell’assise. Passi avanti con il testo unificato che prevede la concertazione dei Coir con le Regioni, autonomia gestionale dei Cocer, maggiori tutele per i delegati, elezione del segretario. Prende atto della richiesta di rappresentanza esterna e autonoma dai comandi. Il testo unificato ha una larga base parlamentare che lo sostiene necessaria quando si tratta di Forze armate e di polizia. Disponibilità ad affrontare i problemi posti e a migliorare il testo attuale.

 

ON. LEO (Alleanza nazionale, Commissione finanze). Si riconosce nelle parole di Minervini. Alla rappresentanza della Gdf serve autonomia in quanto polizia economica e finanziaria. I disegni di legge sulla smilitarizzazione del Corpo vanno trattati dalle Commissioni difesa e finanze congiunte. Ruolo centrale della Gdf nel recupero del gettito, ma i risultati del contrasto all’evasione spesso non portano a recuperi reali. I premi antievasione vanno pagati ai finanzieri o magari versati al loro fondo assistenza.

 

(Applausi)

 

ON. GASPARRI (Alleanza nazionale, Commissione difesa). L’attuale posizione di AN è contro la sindacalizzazione. La proposta della rappresentanza Gdf nasce dalle difficoltà nelle quali si opera. Dal 1992 al 2007 si sono susseguiti numerosi tentativi di riforma della legge sulla rappresentanza militare. Non sono riusciti per l’incapacità della classe politica e per l’azione di freno degli stati maggiori. È tempo che in AN e nel paese si prenda in considerazione l’ipotesi del sindacato per le Forze armate.

 

(Applausi)

 

ON. DEIANA (Rifondazione comunista, Commissione difesa). Condivide in pieno il documento unitario. Il testo unificato presentato in Commissione difesa del Senato è lontano dai contenuti del documento unitario. Il punto centrale è la posizione autonoma ed esterna delle rappresentanze al di là del nome che viene loro dato. Argomento smilitarizzazione: positivo che sia stata calendarizzata la discussione alla Camera. D’accordo con l’esame congiunto da parte delle Commissioni difesa e finanze. D’accordo per la separazione dei comparti difesa e sicurezza e sul fatto che il referente politico della rappresentanza Gdf debba essere il ministro dell’economia. Il cambiamento del rapporto tra finanzieri e cittadini dal 1997 in poi accentua la funzione civile del Corpo.

 

(Applausi)

 

SEN. BONADONNA (Rifondazione comunista, Commissione finanze e tesoro). L’assise ha dimostrato il grado di maturità democratica e civile raggiunto dal personale del Corpo (forti applausi). Non è vero che il sindacato abbassi il tasso di fedeltà alla missione e all’istituzione. Ricordo degli anni della smilitarizzazione e sindacalizzazione della Polizia e del percorso fatto allora. La PS non si è indebolita ma rafforzata. Il pluralismo è una ricchezza. Piena condivisione dei contenuti del documento unitario.

 

(Applausi)

 

SEN. RAMPONI (Alleanza nazionale, Commissione difesa). (Mormorii all’annuncio dell’intervento con rari applausi). Esprime amarezza per gli scarsi applausi ricevuti che denunciano un insufficiente spirito democratico, vista anche la carica di comandante generale del Corpo rivestita in passato. D’accordo sul fatto che l’organo dialogante con il comando possa essere autonomo. Ma le rappresentanza sindacali in Italia sono troppo legate ai partiti e si schierano aprioristicamente. Quando era comandante generale la rappresentanza militare è stata autonoma. Chiede a chi può affermare il contrario di alzarsi in piedi. Il sindacato non ha reso la Polizia più efficace. La Gdf è comunque efficace già adesso. L’assemblea di oggi è la dimostrazione della libertà che ci sono e che nessuno si deve riunire di nascosto. I politici non devono promettere cose irrealizzabili ma essere concreti. Il testo unificato in discussione alla Commissione difesa del Senato deriva dal ddl che lo stesso Ramponi ha presntato nella precedente legislatura e che ha cercato in ogni modo di far approvare già allora. Ci sono politici che cambiano posizione a seconda che siano all’opposizione o nella maggioranza. L’unità della rappresentanza militare è una forza e il pluralismo sindacale una debolezza. D’altra parte, senza diritto di sciopero il sindacato è inutile. Nell’organizzazione militare la responsabilità della tutela del personale compete al comandante, secondo il motto: guai a chi tocca i miei uomini! Ma si può fare solo se c’è un buon dialogo. D’accordo sul fatto che la rappresentanza Gdf dovrebbe avere quale referente politico il ministro dell’economia. Ma bisogna mantenere un dialogo anche con quello della difesa. Va concretizzata la tipicità della Gdf con la separazione dei comparti, visto anche che il Corpo non svolge prioritariamente funzioni di polizia di sicurezza. La stragrande maggioranza dei partiti è contraria al sindacato. Non è opportuno che le forze dell’ordine, che sono legittimate all’uso delle armi, possano contrattare il loro trattamento economico. Gli aumenti devono essere determinati automaticamente. Con qualche correzione, l’organizzazione della Gdf è la migliore. Ci unisce l’amore per la Gdf.

 

(Pochi applausi)

 

(Fine della prima parte. Domani la sintesi degli interventi di Giardullo, Rossi, Gallo, Scolletta e Ferraro)


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