GLI INTERVENTI PERSONALI DEI DELEGATI GDF A L'AQUILA. "NON POSSIAMO DELEGARE AL SOLO COCER LA RICHIESTA DI SINDACATO E COMINCIAMO A VAGLIARE SERIAMENTE L’IPOTESI SMILITARIZZAZIONE” (di Simone Sansoni)

sabato 26 gennaio 2008

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento tenuto il 23 gennaio 2008 all’assise de L’Aquila dal delegato Cobar Piemonte della Gdf, maresciallo capo Simone SANSONI.

 

 

 

INTERVENTO M.LLO SANSONI

 

 

Questo intervento è finalizzato alla ricerca di  chiarezza, non del consenso.

 

Come già ricordato da altri prima di me, nell’incontro a Villa Spada del 2004 si arrivò al documento “PER UN ROTTA CONDIVISA” articolato in 7 punti  irrinunciabili, il cui raggiungimento avrebbe dovuto essere accertato dopo 6 mesi per poi chiedere la strada del sindacato e della smilitarizzazione della Guardia di Finanza.

 

Quei 6 mesi, come sappiamo, trascorsero senza che si ottenesse nulla, disattendendo i propositi dei delegati convenuti e senza alcuna conseguenza.

 

Sono passati 4 anni e siamo oggi ad una nuova riunione, dalla quale spero non si partorirà un altro topolino. Nel 2004 si chiese il sindacato e si paventò la smilitarizzazione, oggi mi sembra si vogliano addirittura fare passi indietro.

 

In questi mesi l’Aeronautica Militare, una delle tre FFAA  e non un corpo di polizia, ha tenuto ben due assisi, dalle quali è uscito chiaramente e quasi all’unanimità la scelta per il sindacato.

 

È giunto il momento che ciascuno di noi faccia chiarezza su ciò che vuole senza ipocrisie. Come ha fatto ieri il Comandante generale, che senza giri di parole ha detto ciò che NON vuole, in sintonia con lo Stato Maggiore della GdiF pur non provenendo dal Corpo. Si tratta di una assoluta chiusura verso una qualsiasi rappresentanza esterna; posizione quindi agli antipodi dal pensiero dei delegati fin qui espresso. E’ il paradosso di una linea di comando che vuole mantenere il monopolio della tutela di persone che non vogliono però essere rappresentati da essa.

 

È bene che i dirigenti dirigano ed i rappresentanti tutelino. Ogni commistione non è positiva né per il personale, né per l’istituzione, né per l’interesse pubblico. Il concetto del comandante buon padre di famiglia è inattuale per un’organizzazione moderna, stretta tra i limiti delle risorse e gli obiettivi da raggiungere: quando la tutela si restringe a pochi si trasforma troppo facilmente in nepotismo.

 

E’ stata invocata da più parti la coesione. Ma una coesione che sembra a senso unico, cioè al ribasso. Con queste premesse è evidente che il dialogo e la mediazione sono impossibili.

 

La strada, quindi, non può essere che quella già intrapresa dai delegati delle categorie  B e C del nostro Cocer, che hanno sfilato il 1° dicembre con lo striscione con su scritto “DIRITTI SINDACALI ALLA GDF”.

 

Su questo tema non ci possono essere posizioni equivoche; le scelte vanno fatte su principi di fondo semplici. Sarà poi il legislatore ad entrare nel dettaglio della normativa.

 

Vi è però il dovere morale di considerare un’altra posizione molto diffusa tra il personale. Esiste la soluzione semplice, giuridica e soprattutto logica per tutti i problemi segnalati in questa assise: per ottenere una tutela vera, per uscire dall’interforze e dal Comparto difesa, per ritrovare un padre istituzionale nel Ministro dell’Economia. E’ una strada antica ma nuova in questa riunione ove è stata volutamente ignorata: si chiama SMILITARIZZAZIONE. Chiedo non di condividerla aprioristicamente, ma di vagliarla senza ipocrisie ed eventualmente di sceglierla.

 

L’importanza delle scelte comporta per ciascun delegato una assunzione piena di responsabilità nei confronti dei colleghi rappresentati: è necessario pertanto la votazione palese e nominale.

 

Qualunque siano le scelte che faremo non dobbiamo ripetere l’errore di Villa Spada, allorquando si è demandato solo al Cocer il compito di vigilare sull’esito del deliberato.

 

Assodata l’inadeguatezza di questa rappresentanza, come più volte qui ribadito, non resta che prenderne atto e sospendere tutte le attività di delegati oppure la convocazione permanente dei consigli finché la politica non darà una risposta chiara ed immediata.

 

In assenza di questo non resta che l’unico atto legittimo che certifichi la morte della attuale rappresentanza militare della GdF, ossia le dimissioni di tutti i delegati e l’immediata richiesta di smilitarizzazione.

 

SIMONE SANSONI

 

 


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