STATI GENERALI GDF, TRACCIATA DAL POPOLO GDF LA VIA PER IL RILANCIO DEL CORPO (di Gianluca Taccalozzi)

domenica 27 gennaio 2008

L’adunanza di L’Aquila ha rappresentato il più grande momento di democrazia e di libertà di espressione che ho vissuto in Guardia di Finanza. Non è stata la solita manifestazione militare dove tutto era preordinato o preconfezionato, compresi gli applausi e/o qualsiasi altra espressione di assenso e/o dissenso. È stata la vittoria di tutti quei delegati, in carica e dei precedenti mandati, che hanno “forzato” i limiti della 382 sino a renderla, di fatto, già superata.

Da L’Aquila è emerso che:

1.       il Comando non controlla più la Rappresentanza ed essa è sempre espressione della volontà e degli umori del personale;

2.       la Guardia di Finanza è, e si sente, una Forza di polizia e non è, e non si sente, una Forza Armata (tutti gli interventi lo hanno sottolineato, compreso quello del Comandante in seconda);

3.       il modello di rappresentanza previsto dalla 382 è, di fatto, superato ed inadeguato (tutti gli intervenuti lo hanno sottolineato, tranne il Sen. Ramponi ed il Comandante Generale);

4.       il personale rivendica un meccanismo di rappresentanza libero, autonomo e completamente esterno all’ordinamento militare (sindacato o altro che sia, la differenza sta solo in sfumature ideologiche);

5.       la politica di chi vuole “conservare” l’attuale situazione (Sen. Ramponi (AN) e  Comandante Generale) non riscuote il benché minimo consenso;

6.       la politica dei compromessi, di chi “non decide o non si esprime chiaramente” (On. Rugghia PD, On. Gasparri AN, On. Leo AN) riscuote pochi, pochissimi consensi;

7.       la politica di chi si schiera apertamente con le riforme (On. Deiana (PRC), Cocer e  quasi tutti gli altri intervenuti)  riscuote il più ampio e trasversale consenso;

8.       lo Stato Maggiore è in difficoltà e chiede alla politica di intervenire in tempi brevi (approvare il testo del comitato ristretto) al fine di evitare derive verso soluzioni più drastiche (smilitarizzazione) della riforma della Rappresentanza militare e richiama gli appartenenti all’unità ed alla coesione nella difesa dell’istituzione militare Guardia di Finanza (soprattutto l’intervento del Comandante in seconda).

9.       la sindacalizzazione di un amministrazione militare rimane una strada giuridicamente difficile ma non più impossibile (lo hanno sottolineato gli interventi degli esperti);

10.    la strada più semplice, logica per spostare la Guardia di Finanza dal comparto difesa al comparto sicurezza ed ottenere il sindacato rimane la smilitarizzazione del Corpo.

Il mio personale punto di vista l’ho fornito consegnando agli atti del convegno il documento “Quale futuro per la Guardia di Finanza?” che allego e che, sinteticamente, appoggia sia la sindacalizzazione che, ancor di più, la smilitarizzazione del Corpo, come passi di un più lungo e completo processo di riforme che permetterebbe di approdare ad una moderna Polizia Economico-Finanziaria, organizzata su un modello civile-manageriale basato su tre semplici principi (responsabilità, meritocrazia e trasparenza). Passi che le amministrazioni a noi più simili per compiti e formazione (Forze di Polizia ad ordinamento civile) hanno fatto già molti anni fa e che permetterebbero al Corpo di raggiungere le predette amministrazioni per poi, magari, affrontare insieme un nuovo percorso di riforme verso una sempre maggiore efficienza del sistema “sicurezza” nazionale. 

 

Non ho ritenuto opportuno intervenire in assemblea per non ampliare il tema della discussione, che si è concentrata sul filo conduttore (sindacato o altro meccanismo di tutela  comunque autonomo ed indipendente), rischiando di estremizzare la discussione destabilizzando la formulazione di un documento unitario.

Una cosa è apparsa abbastanza chiara, le uniche ragioni che bloccano i processi di riforma sono solo di natura ideologica, opportunistica e corporativa, non hanno nulla di sostanziale e, pertanto, sono destinate, prima o poi, a soccombere.

 

GIANLUCA TACCALOZZI

Segretario della Sezione Ficiesse di Roma

Delegato Cobar Gdf

 


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