ASSEMBLEA DE L’AQUILA: FINANZIERI UNITI MATURI E CONSAPEVOLI, POLITICA E STATO MAGGIORE DOVRANNO TENERNE CONTO (di Paolo Finetti)

mercoledì 30 gennaio 2008

Senza alcuna retorica, credo si possa tranquillamente affermare che a L’Aquila sia stata scritta una pagina di storia della Guardia di Finanza e del Diritto del Lavoro. L’approvazione unanime per acclamazione del documento unitario gli conferisce una forza straordinaria. I 260 delegati intervenuti all’assise hanno avuto la maturità, la coscienza e l’intelligenza di capire che non si sarebbe potuta perdere, per nessuna ragione al mondo, un’occasione unica per giungere ad una decisiva svolta sulla strada della “democratizzazione” del Corpo.

 

Il documento prodotto dall’assemblea è certamente il frutto di un compromesso tra le varie anime che la compongono. Dopo accorati appelli, qualificati interventi ed estenuanti discussioni, si è giunti ad un punto di convergenza; ognuno dei delegati ha fatto un doveroso passo indietro per il bene comune. Sono sincero, all’inizio non ci avrei scommesso. Molti colleghi sembravano arroccati sulle proprie posizioni, refrattari a recepire qualsiasi proposta che non fosse la loro. Poi è avvenuto (possiamo definirlo così?) il miracolo! Non oso pensare al naufragio di anni ed anni di sforzi e sacrifici se fossero usciti due documenti (di maggioranza e di minoranza) o un unico documento votato a maggioranza. Un fallimento epocale.

 

Non potrò mai dimenticare l’emozione provata in quel momento. La standing ovation, il magone, qualche lacrima trattenuta a stento per timore di apparire eccessivamente idealista. Poi, parlando con i colleghi, ho realizzato che molti di loro condividevano i miei stessi sentimenti. Per chi fa rappresentanza da tanti anni come il sottoscritto, per chi ci crede e la fa con passione, rubando tempo alla famiglia ed agli affetti, L’Aquila è e sarà da considerare il punto di partenza di un PROCESSO IRREVERSIBILE che porterà il Corpo ad ottenere strumenti di tutela degni di questo nome. I delegati del X mandato e chi succederà loro hanno ed avranno la responsabilità morale di non dilapidare questo immenso patrimonio.      

 

Dicevo: “non ci avrei scommesso” e mi passano per la mente alcuni pensieri. Come mai il Comandante Generale (logicamente contrario, così come lo Stato Maggiore, ad una sostanziale riforma della rappresentanza) ha autorizzato la riunione? Forse contava in un suo clamoroso insuccesso? Forse non considerava i delegati sufficientemente uniti e maturi per il “grande passo”? O forse ha capito, in modo lungimirante, che mettere il coperchio sulla pentola delle legittime rivendicazioni dei Finanzieri non era più consentito, in questo momento storico, pena il rischio della sua esplosione? Chissà…

 

Il fatto incontestabile è che, d’ora in poi, lo Stato Maggiore e la Politica dovranno necessariamente tener conto delle aspettative della base prima di assumere qualsiasi iniziativa che la riguardi.

 

Noi delegati del X mandato, in rappresentanza di TUTTI i 65.000 Finanzieri, chiediamo con forza una profonda e moderna riforma della rappresentanza che possa finalmente consentire ai rappresentanti di tutelare EFFETTIVAMENTE i diritti e gli interessi degli appartenenti con strumenti autonomi ed esterni dall’Amministrazione. Vigileremo con la stessa compattezza e serietà dimostrate a L’Aquila e ci opporremo con fermezza ad ogni soluzione di facciata.

 

Viva la Guardia di Finanza!

   

PAOLO FINETTI

 

(Delegato Cobar Gdf Emilia Romagna

e Componente Direttivo nazionale Ficiesse)


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