AUDIZIONE COCER GDF IN COMMISSIONE DIFESA: “RISORSE TROPPO SCARSE RISPETTO A CONTRATTO PRECEDENTE, DA RIVALUTARE LO STRAORDINARIO E DETASSARE ALTRE COMPONENTI STIPENDIO PER MIGLIORE DISTRIBUZIONE DEI BENEFICI, BENE ELIMINAZIONE ART.71 PER FF.PP."

domenica 12 ottobre 2008

Il Cocer della Guardia di finanza è stato ascoltato venerdì scorso in Commissione Difesa della Camera dei Deputati nell’ambito dei lavori per l’esame del disegno di legge finanziaria relativa all’esercizio 2009.

Il Cocer ha letto e consegnato il documento che riproduciamo di seguito ed ha subito dopo diffuso il comunicato stampa che alleghiamo.

TESTO DEL DOCUMENTO

LETTO E CONSEGNATO DAL COCER GUARDIA DI FINANZA
ALLA COMMISSIONE DIFESA DELLA CAMERA
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2008-10-12 IN OCCASIONE DELL’AUDIZIONE PER L’ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE FINANZIARIA PER L’ESERCIZIO 2009

 

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

Vi ringraziamo per aver ritenuto di ascoltare il pensiero di questo Consiglio nell’ambito dell’esame dei provvedimenti di finanza pubblica che state conducendo. È un’occasione di confronto importante che, siamo certi, si inquadra in un percorso di costante attenzione verso gli Organismi di rappresentanza del personale delle Forze Armate e di Polizia.

L’attuale contesto economico – finanziario appare, a dir poco, complesso e sfavorevole; la gravità della situazione è sotto gli occhi di tutti.

Le turbolenze internazionali contribuiscono ad aggravare una situazione interna la quale appariva già difficile nei mesi scorsi, tanto che si era ritenuto necessario procedere a una drastica manovra correttiva dei conti pubblici.

In un quadro di situazione di questo genere, l’atteggiamento di un Organismo di rappresentanza del personale come il nostro non può che essere responsabile ed attento. Siamo ben coscienti dei ristretti margini di manovra esistenti con riguardo alle risorse economiche da rendere disponibili per la retribuzione del personale e il funzionamento dell’Amministrazione.

Nondimeno, proprio il nostro senso di responsabilità ci spinge a ricercare soluzioni che consentano di coniugare le esigenze generali della collettività con quelle più specifiche del personale rappresentato. In altre parole, ci si passi la battuta, se è vero che esiste il problema delle borse valori, è altrettanto, drammaticamente, vero che esiste anche quello delle borse della spesa.

Sono due problemi apparentemente molto lontani, ma in realtà con numerosi punti di convergenza, basti pensare che l’odierna crisi internazionale ha tra le sue principali cause l’incapacità di coloro che hanno contratto mutui immobiliari con istituzioni finanziarie a restituire puntualmente le rate pattuite.

Ben si capisce, quindi che, nell’immediato, la salvaguardia del sistema bancario richiede l’emanazione di misure volte a restituire fiducia ai risparmiatori in merito alla liquidità e solidità delle banche, ma è altrettanto indiscutibile che, subito dopo, la soluzione passa attraverso il riequilibrio della capacità dei debitori di far fronte agli impegni assunti.

Proprio la gravità della situazione, quindi, ci rafforza nella nostra convinzione per cui l’assoluta priorità, in questo momento, è rappresentata dalla salvaguardia del potere d’acquisto delle retribuzioni, già fortemente eroso nel corso di questi ultimi anni tanto da aver costretto molti, anche fra il personale rappresentato, ad accendere posizioni debitorie.

È in questo contesto che sentiamo l’obbligo di segnalarvi l’assoluta insufficienza delle risorse economiche attualmente attestate per il rinnovo contrattuale. Gli incrementi previsti con il tasso di inflazione programmato, ben lungi dal tutelare il potere d’acquisto, in realtà certificano, ulteriormente, la sua riduzione. Le risorse allo stato assentite per il rinnovo contrattuale di categoria per il biennio 2008/2009, infatti, consentiranno di riconoscere un incremento medio mensile lordo pari a circa la metà di quello - tutt’altro che soddisfacente delle aspettative del personale - attribuito con la precedente tornata negoziale, peraltro non ancora conclusa.

Nel contempo, riteniamo che un’ulteriore considerazione merita la circostanza per cui in momenti difficili come questo la tutela della legalità economico-finanziaria costituisce un’imprescindibile condizione per assicurare la riuscita di qualsiasi iniziativa volta a conferire stabilità al sistema e a ricreare le condizioni di crescita.

Senza una decisa lotta all’evasione fiscale non potranno essere recuperate le risorse economiche quanto mai necessarie per finanziare quelle iniziative.
Senza un puntuale controllo sulla destinazione e sull’impiego dei fondi pubblici, molte di quelle iniziative potrebbero non cogliere i loro obiettivi mentre, per contro, concreto potrebbe essere il rischio di finire per arricchire i soliti furbi, tra cui la criminalità organizzata. Sono distorsioni legate agli interventi pubblici nell’economia che la storia del nostro Paese già conosce.

Senza una decisa lotta gli abusi e alle violazioni di norme, difficilmente si potranno difendere i risparmiatori e i consumatori dalle pratiche illecite poste in essere da speculatori senza scrupoli, i quali sanno ben cogliere le numerose opportunità che i momenti di forte turbolenza dei mercati offrono.

La prospettiva è, dunque, quella della richiesta di un maggiore impegno a fronte di una progressiva riduzione del personale disponibile per la limitazione del turn over ulteriormente accentuata con la manovra estiva di correzione dei conti pubblici. Pertanto, al di là di sempre auspicabili interventi di razionalizzazione ed efficientamento, peraltro da tempo avviati dalla Guardia di Finanza, concreta è la possibilità di dover ricorrere al lavoro straordinario. Così come del resto già oggi avviene in modo consistente, tanto che non vi sono fondi sufficienti per poterlo retribuire.

Crediamo che la messa a disposizione di risorse aggiuntive per il pagamento del lavoro straordinario, per quei servizi che generano effettivamente valore per la collettività, possa essere una misura per coniugare la richiesta di maggiore intervento con la possibilità di mantenere il potere d’acquisto delle retribuzioni, in uno scenario di progressiva riduzione del personale. Si realizzerebbe, in questo modo, soprattutto a fronte di livelli di servizio misurabili, come da tempo avviene per la Guardia di Finanza, un incremento delle retribuzioni e un reale miglioramento della produttività. Questo presuppone che la gestione dello straordinario sia però resa autonoma per ciascuna amministrazione, vincolata al raggiungimento di concordati livelli di servizio ed effettivamente destinata al personale che concorre al raggiungimento di quei livelli di servizio.

Nondimeno segnaliamo l’assoluta, imprescindibile, esigenza di rivalutare il valore della retribuzione del lavoro straordinario il quale è attualmente inferiore a quello ordinario. Tale contraddizione è la risultante dell’abolizione della tutela in precedenza assicurata dall’art. 5 del D.P.R. 150/87 abrogato con l’art. 4 del D.P.R. 163/2002.

Recentemente si è discusso della possibilità di estendere al comparto sicurezza e difesa la detassazione degli straordinari introdotta per il settore privato. In merito, siamo dell’opinione che la riduzione del carico fiscale sulle retribuzioni sia una misura indispensabile per andare nell’auspicata direzione della salvaguardia del loro potere di acquisto. Nondimeno, reputiamo opportuno che la detassazione, totale o parziale, dovrebbe essere applicata su altre voci stipendiali, in modo da consentire la distribuzione più uniforme di questo tipo di benefici.

A tal proposito, si potrebbe utilizzare il meccanismo già contenuto nell’art. 51, comma 6, del TUIR, il quale prevede la possibilità di detassare del 50% le indennità e le maggiorazioni di retribuzione spettanti ai lavoratori tenuti per contratto all’espletamento delle attività lavorative in luoghi sempre variabili e diversi, anche se corrisposte con carattere di continuità.

Consideriamo incoraggianti le prospettive apertesi sul tema della specificità con la presentazione, da parte di entrambi gli schieramenti, di emendamenti volti a riconoscere la particolarità del lavoro svolto dagli appartenenti al comparto. Ci sentiamo però di affermare che tale iniziativa assume realmente valore solo se si tradurrà, sin da subito, in un effettivo intervento concreto, realmente percepibile dal personale. Questo potrebbe avvenire con una differenziazione rispetto al pubblico impiego per quel che riguarda le risorse messe a disposizione per il rinnovo contrattuale, ovvero attraverso un provvedimento che premi la produttività – come innanzi segnalato -, o ancora mediante un intervento sul profilo pensionistico che, non determinando conseguenze finanziarie nell’immediato, ponga il personale al riparo dalle conseguenze derivanti dalla mancata attuazione della previdenza complementare.

Riteniamo però opportuno un attento esame al fine di fugare ogni dubbio sulla possibilità che la norma possa essere interpretata come lo strumento con il quale motivano eventuali, ulteriori limitazioni alla piena fruizione dei diritti costituzionalmente garantiti in capo ai cittadini militari. In particolare, andrebbe assolutamente escluso ogni riferimento ai regolamenti interni quale fonte giuridica capace di intervenire in tal senso.

Del pari apprezziamo la correzione normativa volta ad escludere il personale del comparto dall’applicazione dell’art. 71 del d.l. 112, si evita in questo modo una palese ingiustizia nei confronti di una categoria di dipendenti pubblici particolarmente esposta a rischi per la propria salute e ingiustificatamente colpita per la misura cui la penalizzazione avrebbe trovato applicazione.
Per quanto riguarda, infine, la situazione del bilancio dell’Amministrazione, va preliminarmente rilevato che la manovra di generale contenimento della spesa pubblica, prevista per il triennio 2009-2011, conferma il trend registrato negli ultimi anni in ordine alla contrazione delle risorse finanziarie destinate al funzionamento ed agli investimenti della Guardia di finanza. I “tagli”, allo stato previsti, determinano una riduzione del 21% delle risorse assentite. Pur nella consapevolezza del momento particolarmente delicato, correlato alla congiuntura economica sfavorevole, le suddette misure di contenimento appaiono suscettibili di determinare ulteriori criticità, con prevedibili ricadute sul personale e sull’operatività.

Sarebbe, pertanto, opportuno che l’esame parlamentare dei pertinenti provvedimenti consenta di salvaguardare almeno le aree di bilancio più delicate - in quanto direttamente correlate agli anzidetti profili (missioni, carburante, formazione, manutenzione delle infrastrutture) - prevedendo, in tali settori:

· maggiori disponibilità di risorse;

· una più ampia flessibilità nella rimodulazione delle dotazioni dei vari capitoli di bilancio.

Peraltro, non può sottacersi che lo stesso d.l. 112/08, se da un lato ha operato i tagli di spesa, dall’altro ha richiesto alla Guardia di Finanza l’attivazione di piani straordinari d’intervento.

Signor Presidente, Onorevoli Deputati lo scenario è certamente difficile, ma siamo sicuri che la destinazione di risorse aggiuntive alla Guardia di Finanza e al suo personale legata alla definizione concordata di ottimali livelli di servizio, non costituisce un costo secco, ma un investimento proficuo che può consentire di recuperare alla disponibilità pubblica risorse economiche dovute e fornire valore alla collettività attraverso il supporto delle delicate iniziative che si stanno avviando per migliorare il quadro economico di riferimento.

Con quest’auspicio ringraziamo per l’attenzione e restiamo a disposizione per qualunque ulteriore chiarimento o confronto.


 


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