LA RELAZIONE DI MICHELE FORNICOLA, DELEGATO COIR CARABINIERI PASTRENGO, ALL’ASSISE DI ROMA DEI CONSIGLI DI RAPPRESENTANZA DELL’ARMA: "QUANDO UN COCER E' LONTANO DALLA PROPRIA BASE ELETTORALE"

giovedì 12 febbraio 2009

Riportiamo di seguito la relazione di Michele FORNICOLA, del delegato del Coir Carabinieri “Pastrengo” all’assise degli Organismi della rappresentanza militare che si è tenuta a Roma nei giorni 10 e 11 febbraio 2009.

Il titolo è della redazione del sito di Ficiesse.

 

 

RELAZIONE DEL DELEGATO APPARTENENTE AL COMITATO DI PRESIDENZA DEL COIR CARABINIERI “PASTRENGO”, APP. SC. MICHELE FORNICOLA

 

Qualche giorno fa ho inviato a numerosissimi colleghi delegati di tutt’Italia il documento che questo COCER ha approntato con le richieste consegnate in Sede di concertazione per il rinnovo del contratto.

Sono moltissimi, vorrei dire troppi i colleghi delegati che mi hanno ringraziato per la novità.

A mio parere, questo è un altro segnale preoccupante che dimostrerebbe come il CoCeR abbia scelto di mantenere la distanza con gran parte della propria base elettorale. Un controproducente isolamento contestato da quasi tutti i CoBaR ed i CoIR d’Italia. Anche in questo caso, ritengo che tale atteggiamento possa essere letto in diversi modi. Non posso nascondere il mio sospetto che in quel documento non ci sia nulla di significativamente interessante. Diversamente, si potrebbe anche pensare alla recondita ambizione di poter ottenere qualche vantaggio inconfessabile che potrebbe essere positivo più per l’Istituzione che per il personale che Le appartiene.

L’immagine oleografica impietosamente riproposta recentemente nei siti internet specializzati a proposito dei “polli di Renzo” come figura che si vorrebbe adattare ai delegati CoCeR non mi convince in pieno. Credo che anche per i CoIR, particolarmente quelli che hanno la loro Sede “fuori dal Lazio” questa figura potrebbe, a volte, essere presa in considerazione.

Nel CoIR Pastrengo, ad esempio, qualche giorno fa ho avuto modo di confermare, fra l’altro, il mio dissenso all’autorizzazione del Comandante dell’Unità Intermedia di autorizzare solamente una calibrata delegazione ad effettuare gli incontri con il personale nelle Sedi esterne. Sono ancora convinto che questa strategica decisione ha agevolato una frattura interna all’Assemblea che non ha saputo, o voluto reagire e ne ha limitato, di fatto, la sua piena funzionalità e rappresentatività.

Ho personalmente auspicato, anche da parte del presidente, un autorevole intervento finalizzato a redimere le incomprensioni partendo, ad esempio, dal pieno riconoscimento dei componenti del comitato di presidenza e conseguentemente la legittimazione da parte dell’Assemblea.

Anche nel CoIR V.Veneto, recentemente, si sono verificate gravi divergenze con il presidente al punto di dover deliberare la sfiducia nei suoi confronti con relativa richiesta di dimissioni. Sembra che i delegati, non si sentano più tutelati dallo stesso, anzi. Una situazione degenerata al punto che, neanche i delegati del CoCeR intervenuti, sono riusciti a porvi rimedio. Un epilogo drammatico, quello vissuto dai delegati del CoIR V. Veneto, che sarebbero stati costretti addirittura ad interrompere le proprie attività a danno anche dei CoBaR confluenti che ora, sono totalmente isolati dal proprio CoCeR.

Davvero pensate che sia una coincidenza che i CoIR del nord Italia siano in grave difficoltà ? Davvero non vorrei pensare che questa fosse la strategia dei nostri vertici per neutralizzare la volontà di una radicale riforma della rappresentanza dei militari in un’area geografica che, più delle altre, ha sofferto e denunciato le molte incongruenze del nostro sistema e le gravi disattenzioni a proposito del “benessere del personale”.

Questo CoCeR ha dimostrato ampiamente di non essere credibile e autorevole.
Un CoCeR che già durante le irregolari operazioni di voto si è dimostrato illegittimo a vantaggio della Regione Lazio. Un CoCeR la cui esistenza è tollerata dal Comandante Generale al quale si è rivolto, per primo il CoBaR Lombardia, per trovare un rimedio che gli consenta di operare nella piena legittimità.


SOLUZIONI PROPOSTE

Da anni, durante i miei incontri con i delegati del CoCeR, propongo comunque di ricercare nuove soluzioni che consentano di stabilire un filo diretto con i propri CoBaR. Partendo innanzitutto dalla necessità di creare pari condizioni ed opportunità almeno per tutti i delegati CoIR.

La particolare struttura decentrata dell’Arma prevede la collocazione, a Roma, del CoIR Podgora; Palidoro; e Scuole. Anche il CoIR Ogaden, gode comunque di una buona posizione geografica che gli consente agevoli collegamenti con il CoCeR.

Vi sono anche i delegati degli undici CoBaR nel Lazio: Il CoBaR del Rep. Auton. del Comando Generale; della Scuola Ufficiali; della Brigata Scuole App. e CC; della Scuola All. CC; del Reggimento a Cavallo; del Rgpt Aeromobili; del Rep. Cdo Palidoro; del Battaglione Mobile Lazio; del Rgt. Corazzieri; del Gruppo CC Aut. SME e del CoBaR Lazio. Godono tutti di ottime opportunità e collegamenti sia con il CoCeR. sia con “l’Ufficio per i rapporti con la Rappresentanza Militare” unico in Italia deputato, fra l’altro, ad interagire con i delegati per fornire risposte e chiarimenti ai vari quesiti.

Segnali ancora troppo timidi si sono registrati in questa direzione.

Presso il CoIR Vittorio Veneto, ad esempio, a causa dell’assenza di delegati CoCeR, è stato eccezionalmente autorizzato, a turno, un delegato a poter incontrare i colleghi del CoCeR a Roma proprio nell’ottica di una maggiore interazione che, il Comandante Generale, ha riconosciuto necessaria per un miglior funzionamento della Rappresentanza Militare.

Ci sono anche altri Co.Ba.R., penso alla Sicilia, ove alcuni delegati molto attivi sono stati autorizzati a recarsi a Roma, in gruppo di lavoro, per svolgere le attività di raccordo e sostegno ritenute utili dai propri organismi della R.M. anche fuori dall’area di riferimento.

E’ giunta l’ora di rompere gli indugi e mostrare il necessario senso di responsabilità verso tutti i colleghi d’Italia. In quest’ottica, il contributo che può giungere dai CoIR potrebbe aiutare a ridurre il danno e le distanze riducendo gli effetti della grave frattura con la propria base elettorale.

Nonostante un preciso Ordine del Giorno, in questa riunione si è consentito di parlare di tutto, anche del rinnovo del contratto.

Non è questo il modo corretto di comportarsi. Non sono certamente i comitati di presidenza che si possono far carico di illustrare le istanze della propria base. Non potete continuare ad ingannare gli oltre 100.000 carabinieri di tutt’Italia. Quest’Assise doveva essere fatta con tutti i CoIR prima di consegnare il documento alla Funzione Pubblica e qui mi rivolgo alla categoria “c”, quella degli appuntati e carabinieri: Su quali basi è possibile sostenere la necessità di ottenere una proroga di questo mandato ?

Lasciatemi concludere con un significativo commento di Trasimaco: “Il giusto altro non è che l'utile del più forte”

MICHELE FORNICOLA
Delegato nel Comitato di Presidenza
Coir Carabinieri Pastrengo


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