IL MESSAGGERO, Martedì 10 Agosto 2004, Pagina 8 “POLIZIA, PROTESTE E SIT-IN A FERRAGOSTO” Migliaia di agenti in piazza a Roma: «Il governo si disinteressa della sicurezza interna» di Carlo Mercuri

martedì 10 agosto 2004

ROMA - E’ il “compromesso storico” della sicurezza. Due sigle sindacali, Siulp e Sap, che da sole raccolgono la stragrande maggioranza dei poliziotti e che tradizionalmente danno voce a diverse tendenze di pensiero, si trovano stavolta insieme su un unico fronte a protestare contro un nemico comune: la disattenzione del governo nei loro confronti. Né sono i soli: accanto a loro ci saranno altre sigle sindacali, ci saranno gli agenti penitenziari del Sappe e i forestali del Sapaf, ci saranno perfino mogli e figli di carabinieri e Guardie di Finanza, in rappresentanza dei loro mariti e padri che non possono uscire allo scoperto.

Sfileranno in migliaia il giorno di Ferragosto. «Abbiamo scelto il 15 agosto - spiega Oronzo Cosi, leader del Siulp - perché è la giornata in cui tradizionalmente il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, ringrazia le Forze dell’Ordine per il lavoro di tutto l’anno. Ebbene - dice - noi quei ringraziamenti non li accettiamo, vogliamo che siano mantenuti gli impegni».

Quali sono gli impegni che il Governo non avrebbe mantenuto? «Prima delle elezioni europee - spiega Cosi - fu raggiunta una pre-intesa contrattuale cui sarebbe dovuto seguire un decreto legge che avrebbe dovuto accogliere le rivendicazioni della Polizia. E’ invece accaduto che il Consiglio dei ministri ha consentito al ministro della Difesa, Antonio Martino, di presentare un emendamento a favore dei 55 mila marescialli delle Forze armate. Ci siamo sentiti quindi traditi e presi in giro rispetto agli impegni assunti».

Ma l’episodio a cui si riferisce Cosi è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In realtà, a sentire i sindacati di Polizia, ciò che dà loro più fastidio è la «militarizzazione strisciante della società», come dice Felice Romano, del Siulp. E’ il fatto che, come affermano da più parti, da qualche tempo a questa parte in Italia si privilegia il “militare” (missioni all’estero, equipaggiamenti, finanche sviluppi di carriera dei professionisti con le stellette) e si trascura il “civile”, che nel caso della Polizia di Stato vuol dire sicurezza delle nostre città e delle nostre strade. «Vanno bene i missili “patriot”, le navi e i parà - chiosa Filippo Saltamartini, segretario del Sap - ma prima dovrebbe venire la salvaguardia dei diritti di sicurezza. Succede invece che si assegnano 900 milioni di euro alle missioni internazionali di pace e i poliziotti sono costretti ad elemosinare i fondi per le automobili, la benzina, le gomme. Noi andiamo all’estero ma poi scopriamo che i terroristi che hanno fatto la strage di Madrid avevano casa in Italia. No, la risposta del Governo alla sicurezza in Italia non ci pare congrua».

Ma c’è dell’altro. Quello per cui la “Santa Alleanza” delle Forze di Polizia a ordinamento civile a un certo momento si è sentita accerchiata: lo strapotere, a detta dei sindacati dei poliziotti, delle Commissioni Difesa di Camera e Senato. Dice Saltamartini: «Queste commissioni sono composte in parte da militari ed ex militari, i quali tendono a svolgere un ruolo simile a quello dei sindacati nelle contrattazioni collettive. Diventano così il più grande sindacato degli uomini in divisa e sviluppano un’attività contrapposta a quella dei sindacati di Polizia». «Una lobby trasversale di generali - rincara la dose Cosi - che riesce a favorire i militari a scapito delle forze civili».
Il riallineamento delle carriere, come si diceva, ha poi colmato la misura. Sotto questa misteriosa definizione si cela un recente provvedimento che ha riequilibrato lo sviluppo di carriera dei sottufficiali delle Forze armate. Carriera che venne “squilibrata” nel 1995 a favore dei carabinieri, perché si riconosceva loro un percorso professionale un po’ più complicato e impegnativo di quello dei sottufficiali delle Forze armate. Ora è stato tutto riportato in pristino. Con il risultato che carabinieri e sottufficiali delle Forze armate si sono “riallineati” e insieme hanno scavalcato i pari grado della Polizia di Stato, che non hanno potuto beneficiare del provvedimento.

Ecco quindi che cosa sarà la marcia di Ferragosto: la protesta dei “non allineati”, che chiedono lo stesso trattamento degli altri.

(Carlo Mercuri)


Tua email:   Invia a: