LA ROCCAFORTE DI COPPITO. LA CASERMA DELLA GDF È IL SIMBOLO DELLA LOTTA AL SISMA (IL CENTRO)

mercoledì 15 aprile 2009

il Centro — 12 aprile 2009 pagina 09 sezione: ALTRE


COPPITO. Per un giorno è stata la capitale morale d’Italia. La caserma “Vincenzo Giudice” della scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza, il colosso di Coppito, ha ospitato i funerali di Stato delle vittime del terremoto, racchiudendo la commozione e lo sgomento di tutta la nazione. E l’ha fatto sotto gli occhi del mondo intero. Definita la centesima rocca dell’Aquila, rischia di essere l’unica rimasta integra dopo il tragico 6 aprile scorso. Sin dalle ore immediatamente successive al sisma, è diventa la centrale organizzativa delle operazioni di soccorso, coordinamento e informazione. La Rai, le altre tv italiane e quelle internazionali hanno piazzato i loro furgoni all’interno della vasta piazza d’armi, a due passi dalla sala-stampa. La caserma “Giudice” è probabilmente il più grosso complesso a disposizione di una forza di polizia sul territorio nazionale: si sviluppa su 48 ettari. Tutti i suoi numeri sono imponenti. La caserma misura 800 metri per lato e la piazza d’armi 250 metri per lato. Il comandante è il generale di brigata Fabrizio Lisi, il vice comandante si chiama Gianfranco Giardi ed è colonnello. Al primo fa capo il reggimento, il cui comando è affidato al colonnello Francesco Gazzani. Al secondo, invece, fa riferimento l’ufficio addestramento e studi del tenente colonnello Paolo Carretta. Di particolare rilievo sono l’ufficio personale del tenente colonnello Giuseppe Graticcia e l’ufficio logistica del maggiore Gerardo Picariello. In genere, la caserma, la cui costruzione è iniziata nel 1992, ospita 1.000 allievi e 300 finanzieri effettivi, oltre a circa 150 civili addetti a compiti vari. Si può, quindi, parlare di un grosso indotto per l’economia locale. La struttura è testata per 3.000 finanzieri e, senza grossi problemi, non molto tempo fa ha sopportato la presenza di 29.000 candidati per un singolo concorso. Il tenente colonnello Carretta, che è anche il portavoce ufficiale della caserma, precisa che «dal moderno eliporto possono operare sei elicotteri contemporaneamente». Per gli studenti, ci sono 16 aule a gradoni da 150 posti l’una, tutte dotate di impianti multimediali. L’aula magna può contenere 540 persone, l’auditorium 1.150. Lo sport non è certo un problema: da poco è stata completata la piscina, ancora da inaugurare, che va a integrare il campo di calcio, il poligono e il palazzetto dello sport. Sul campo adesso c’è una tendopoli, mentre il palazzetto è la base operativa della Protezione civile. Da giorni, lì c’è un viavai di carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco e volontari di ogni razza. «L’eccellente qualità strutturale fa sì che possiamo custodire in copia l’anagrafe tributaria, che non ha subìto il minimo danno dal terremoto», aggiunge il sulmonese Carretta. Le sei gigantesche mense sono state progettate per 6.000 finanzieri a turno e nel parcheggio videosorvegliato c’è spazio per 1.600 auto. Dal giorno del terremoto, nella “Vincenzo Giudice” si sono alternate le maggiore autorità della Repubblica, dal presidente Napolitano al premier Berlusconi ai ministri Sacconi e Gelmini. Il motto latino della caserma è Consilio et virtute: studio e coraggio. La campana del dovere richiama gli allievi. E non si scherza. Quelli del primo anno non possono camminare: sono obbligati a correre. Il nonnismo non c’entra: è il dazio da pagare per diventare finanzieri. Dazio ribadito a tavola, dove agli allievi del primo anno è negata la possibilità di appoggiare la schiena alla sedia. Non mancano le ragazze: 108 nell’ultimo corso, che conta 405 allievi complessivi.
M.C.

 


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