MA QUALE FERRARI!!! IL MODELLO DI SICUREZZA ITALIANO E’ TUTT’ALTRO CHE INVIDIABILE (di Gianluca Taccalozzi)

martedì 21 aprile 2009

Mentre Spagna e Francia, più o meno velocemente ed esplicitamente, vanno verso l’istituzione di un’unica Forza di Polizia ad ordinamento civile con competenza generale, in Italia le riforme del modello sicurezza sono bloccate da chi ancora si ostina a definire il nostro modello di sicurezza efficiente, efficace ed addirittura “invidiato” dal resto del mondo, definendo altresì sana ed opportuna la “concorrenza” tra le varie Forze di Polizia, in primis tra Carabinieri e Polizia di Stato.

Dunque la sicurezza in Italia sarebbe ben garantita da più amministrazioni tutte efficientissime, tanto da essere paragonate alla “Ferrari” o quanto meno alla “Fiat”, e da un ben coordinato modello misto civile/militare che tutto il mondo ci invidia; ma allora perché:
1) per rispondere all’emergenza sicurezza si è dovuto ricorrere all’Esercito e si pensa di ricorrere alle ronde ?
2) l’Italia è tra i primi posti in Europa per i reati di corruzione, evasione fiscale e criminalità organizzata ?
3) Francia e Spagna stano abbandonando il modello misto militare/civile allineandosi a tutti gli altri Paesi occidentali ?
4) a fronte degli enormi numeri (in termini di addetti e spesa pubblica) del settore sicurezza, vi è la percezione, sopratutto in alcune zone periferiche delle città, di una certa assenza di addetti al controllo del territorio ?
 

La verità, purtroppo, è che il modello sicurezza italiano non è affatto efficiente (i risultati operativi prodotti non sono proporzionali alla spesa dedicata), non è affatto ben coordinato (sono frequenti le duplicazioni e le sovrapposizioni di competenze) e la concorrenza spietata non è affatto sana ed opportuna e spesso di traduce invece in una spasmodica corsa ad “apparire” di più e meglio sulle prime pagine dei giornali ed in TV (vedi il caso stupro della “Caffarella”).

Quali “Ferrari” e “Fiat”, quali potenti autovetture unite sull’unica via della lotta all’illegalità? Qui siamo purtroppo in presenza di macchine vecchie, mastodontiche e ultra burocratizzate, mal coordinate ed in eterna e dannosa competizione fra loro. Amministrazioni che nascondono le inefficienze attraverso un formalismo esasperato, la rappresentazione di risultati operativi troppo spesso formali (e non sostanziali) e relativi solo all’attività repressiva (e mai preventiva) e che reggono ancora solo in funzione della buona volontà di quella parte di personale (dirigente e non) che ogni giorno mette il cuore oltre l’ostacolo ed nonostante le inefficienze e le inadeguatezze del sistema, tra l’altro senza adeguati stimoli e premi (se non la mera soddisfazione personale) a fronte di notevoli sacrifici.

In definitiva si tende a far apparire “invidiabile” un modello in realtà tutt’altro che “eccellente” per evitare l’attenzione e la conseguente inevitabile indignazione dell’opinione pubblica che porterebbe ad un’altrettanto pressante richiesta di riforme, come accaduto per esempio nel resto del pubblico impiego.
Tutti gli addetti ai lavori (politica, vertici, sindacati/rappresentanze e personale) conoscono questa realtà e se ancora ad oggi c’è chi la ignora o la dipinge diversamente lo fa solo per scopi corporativi e/o elettorali. Non è questione di militarità o meno, di sindacato o meno; in Italia c’è bisogno di un nuovo modello di sicurezza (con un'unica Forza di Polizia più vicina al resto del pubblico impiego) e di un nuovo modello di difesa (più vicino ai modelli dei altri Paesi occidentali) nettamente distinti tra loro e l’inevitabile incedere del progresso porterà anche in Italia la separazione di settori così diversi e specifici tra loro da non poter essere tenuti in un unico confuso comparto.

Rinviare queste riforme a quando saranno popolari ovvero quando porteranno consenso elettorale, a differenza di quanto si sta facendo nel resto d’Europa, non è certo un bene per il Paese e per la sicurezza pubblica, ma in Italia, si sa, le cose funzionano così: viva l’Italia, viva le corporazioni e gli interessi particolari.

GIANLUCA TACCALOZZI
Segretario Sezione Ficiesse Roma
gianlucataccalozzi@alice.it


Tua email:   Invia a: