IL MANIFESTO - 13 AGOSTO 2004 - PAGINA 7 “SCERIFFI A ROMA. CONTRO DUE TURISTE” Due giovani statunitensi malmenate nella notte dalla polizia e arrestate. Il «pubblico»: «Hanno fatto bene» (Cinzia Gubbini)

venerdì 13 agosto 2004

ROMA - Ore 23,30 di mercoledì. Uscita dal manifesto, salgo sul motorino per raggiungere degli amici. Su via Cavour, davanti al bar indiano Sitar, noto un assembramento di persone, un taxi con le portiere aperte e un'auto della polizia. Ma soprattutto due poliziotti che strattonano una ragazza. Mi fermo. Vicino alla portiera c'è un'altra ragazza a terra. Il confronto tra gli agenti e la prima ragazza è violento: loro mollano ceffoni, lei si difende con calci e gomitate. L'unica cosa chiara è che le due sono amiche e che sono ubriache o molto agitate. La prima ragazza insulta gli agenti, sembra americana o inglese: «Shit, bastard, fuck you». Interviene l'altro poliziotto per metterle le manette, lei urla, si ribella. Si rivolge all'amica: «We have the shoppers». In effetti a terra ci sono delle buste, ne riconosco una della Diesel, le ragazze hanno fatto shopping. E' evidente che si tratta di due turiste. Continuo a chiedere informazioni al tassista: «Fanno bene, fanno bene, hanno menato alla polizia». Penso che devono aver fatto qualcosa di grave. Ma non posso credere ai miei occhi quando vedo arrivare, una, due, tre, quattro macchine della polizia. Gli agenti sono in tutto una decina. Scendono dalle gazzelle e danno «una mano» ai loro colleghi. Un uomo grande e grosso si infila dei guanti di pelle. «Ma si può sapere che è successo?», chiedo a un poliziotto che ha già infilato la prima ragazza ammanettata nella macchina della polizia e sta infilando di peso l'altra. Il tassista finalmente mi dice qualcosa: «Mi hanno chiesto di portarle fino a qua, poi si sono rifiutate di pagare la corsa. Erano ubriache. Io ho chiamato la polizia, quando sono arrivati gli agenti quella alta ha mollato due ceffoni al poliziotto». Non posso credere che questa sia tutta la storia. Chiedo informazioni anche alla polizia: «Scusi, sono una giornalista, mi dice cosa è successo?». «Ah, sei una giornalista? Bene, facci vedere il tesserino così ti identifichiamo subito». E ancora: «Perché non ci vieni tu a parlare con queste due ubriacone, eh? Non lo capisci che questi stranieri al paese loro devono stare con due gambe in una scarpa e quando vengono qua ne fanno di tutti i colori?». Un altro: «Non sei un'italiana, anzi, non sei neanche una persona». Ancora: «Ma come ti permetti di intrometterti durante un'operazione? Ci stai facendo fare una brutta figura». Obietto che ci pensano benissimo da soli. Si scatenano quando scoprono che sono del manifesto. «Vi abbiamo fatto la scorta per sei mesi sotto al giornale, bella». Grazie, rispondo. «Sì, vi abbiamo fatto la scorta perché siete dei cagasotto». Rispondo che è perché ci mettono le bombe i fascisti. «Ma lo sai quante persone con precedenti penali ho identificato mentre venivano su da voi?». «Che cosa sta insinuando?», chiedo. «Che tanto siete tutti uguali».

Allibita, cerco di riportare la «discussione» al punto di partenza. Che cosa è successo? «Fai una cosa, scrivi sulla tua testata che i poliziotti hanno menato due stranieri», risponde uno sprezzante ridandomi il tesserino. Insisto. Si girano in tre o quattro: «Vuoi più informazioni? Te le diamo, te le diamo, ma solo al commissariato. Vieni con noi». Nel frattempo vengo fermata da un ragazzo: «Sono di sinistra, ma tu hai sbagliato». Chiedo perché. «Ma te pare normale che due ragazze danno un ceffone a un poliziotto?». Si avvicina un altro signore, con i capelli bianchi: «Ho visto tutta la scena, e sono di sinistra: ma così come fa lei non va bene. Siamo in un clima di emergenza, lo vogliamo capire o no?». Da un balcone una voce mi apostrofa: «Ah stronza! ».

Voglio raggiungere il commissariato, ma tutti lo sconsigliano: «peggioreresti solo le cose». Non è mia intenzione. Magari, penso, ne saprò di più domani. Ieri mattina sulle agenzie di stampa, sotto il capitolo «criminalità», la notizia: «Una ragazza americana di 20 anni è stata arrestata ieri sera per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dagli agenti di una volante».

(Cinzia Gubbini)


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