COCER AERONAUTICA MILITARE: LA RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA COME LA “SALERNO-REGGIO CALABRIA”. LA POLITICA RIMANE ANCORA INDIFFERENTE ALLE ISTANZE DEI MILITARI.

mercoledì 16 settembre 2009

 

ALLEGATO alla delibera n° 1
DEL VERBALE N. 136/2009/X

Aeronautica Militare
Consiglio Centrale di Rappresentanza
AUDIZIONE IN COMMISSIONE DIFESA SENATO del 16.09.2009
RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA

Ci risiamo, stiamo arrivando alla fine del Decimo Mandato della Rappresentanza Militare e ritorna la “vexata quaestio” della riforma dell’istituto rappresentativo. Domani, presso la Commissione Difesa Senato, il COCER INTERFORZE è convocato per un’audizione sulla questione. Niente di nuovo, direbbe qualcuno, sono quasi 30anni che l’argomento ha il suo spazio e suscita interesse. Un po’ come la “Salerno – Reggio Calabria”, il “Ponte di Messina” e la “Riforma sulla Scuola”, insomma una tematica che fa discutere da anni.
Una discussione sempre in ritardo con i tempi. Già nel momento in cui si promulgò la Legge 382/78 vi era un dibattito acceso. Gli interpreti sostanzialmente erano tre, le Amministrazioni/Gerarchie che erano nettamente contrarie, chi la riteneva insufficiente e chi era fiducioso mostrandola come un inizio su cui lavorare per arrivare al sindacato. In effetti, nella Legge stessa si indicavano i tempi di una prima revisione dopo solo due anni. Nel corso di questi lustri piccoli ritocchi hanno imbastardito l’idea originale non adeguando lo strumento rappresentativo ai tempi e soprattutto rendendolo idoneo più agli addetti ai lavori che al personale rappresentato.
Basterebbe prendere tutto il lavoro svolto dalle rappresentanze e dalle Commissioni Parlamentari in questi 30anni per rendersi conto che tutto è stato già detto con le medesime posizioni originarie. Ripercorrere il pensiero politico dal 1982 ad oggi sarebbe poi un esercizio storico interessante, in quest’occasione ci preme evidenziare alcune dichiarazioni rese nel tempo da politici di rango come:
• L’On. Aldo Moro, Presidente del Consiglio dei Ministri, nel 1975, già alla nascita dei primi Movimenti Democratici, in occasione delle “vertenze” dei militari, allo scopo di ottenere la “democratizzazione nelle FF.AA.” disse testualmente: “..ora si tratta di continuare in una società rinnovata, ma che può e deve rinnovarsi ancora. Nuovi diritti per l’uomo e per il cittadino (è ogni soldato è un cittadino) vengono scoperti e conquistati ogni giorno, mentre si va realizzando sempre più l’Italia moderna e civile nel contesto di nazioni libere e pacifiche…”;
• Il Ministro della Difesa protempore On. Lelio Lagorio nel 1982 ebbe a ribadìre la necessità “del rispetto e del senso della legalità della Rappresentanza militare, senso della legalità che significa rifiuto delle interpretazioni rallentatrici, restrittive o, peggio, punitive della riforma ” a fronte della discussione presso la Camera dei Deputati della risoluzione n.6-00097 del 28.01.82;
• L’On. Valdo SPINI già presidente della Commissione difesa della Camera dei Deputati che il 30.11.1989 nell’aprire un tavolo di lavoro sulla riforma della R.M. , affermava “……e la strada è comunque quella della sindacalizzazione”;
• Il Sen. Alfredo BIONDI e l’On. Carlo TAORMINA autentici liberali che a piu’ riprese in questi ultimi anni hanno affermato la necessità e l’utilità di una riforma del modello rappresentativo militare in chiave sindacale.
Uno spaccato politico trasversale che ha ipotizzato con coraggio un’approdo della R.M. al sindacato.
Si è parlato di pregi, difetti, del raffronto con i paesi europei, insomma non è mancato niente. Il mondo intero ha visto una rivoluzione ad eccezione di quello militare che ripropone schemi e dibattiti già visti e sentiti.
Per rimanere al recente passato, ricordiamo le posizioni espresse nel corso dell’Audizione del 12.0 6.2007 - presso la Commissione Difesa Senato da questo stesso Co.Ce.R. Interforze. L’Aeronautica e la Guardia di Finanza all’unanimità erano favorevoli al sindacato, by-passando qualsiasi Riforma interna della rappresentanza. La Sezione Marina a maggioranza propendeva per una sindacalizzazione e comunque per l’Abolizione dell’Articolo 8 della 382/78. I Delegati dell’Esercito e dei Carabinieri per una Riforma della Rappresentanza, con delle defezioni in entrambi i cocer di delegati favorevoli al Sindacato, con l’aggiunta di alcuni COIR e COBAR dei Carabinieri.
Da questa esposizione sono passati due anni, cambiati due Governi ed oggi ci ritroviamo al punto di partenza.(!?)
La domanda sorge spontanea, “CUI PRODEST”, a chi giova questo continuo rinvio? Sicuramente alle Amministrazioni/Gerarchie che ritardano il processo di ammodernamento, probabilmente alla politica che evita un giudizio storico, sicuramente non al personale rappresentato che non trova alcuna spiegazione alle proprie sofferenze. Ricordiamoci che ogni vuoto viene sempre colmato! Si creano inevitabilmente le condizioni per ricoprirlo, interne ed esterne, legittime e pseudo legali. Non consentite però sopportate. Una confusione totale di attori, pretese, speranze e realtà.
Cosa è accaduto dopo l’ultima citata audizione in questa Commissione Difesa? Un aumento vertiginoso di Movimenti, Studi legali, Ditte private che propongono ricorsi, dibattiti, giornali, ergendosi a paladini e difensori dei militari. La tutela legale e amministrativa è una manna dal cielo per chi la promuove e se la fa pagare. Come se non bastasse, proprio in questa sede parlamentare è nato il PDM, Partito per la tutela dei diritti dei Militari, prodigo di interrogazioni parlamentari e che nonostante la ridondanza politica, va inseguendo consensi e cercando di riempire ulteriori vuoti, tra chi si sente scontento dell’attuale panorama.
Vogliamo dire che il problema non c’è e che bastano dei ritocchi di facciata e si calma la situazione? Ebbene, diciamolo pure, fermo restando che i vuoti tenderanno comunque a colmarsi contestualmente alla confusione di ruoli e di democrazia. Vale la pena giocare questa roulette sul tavolo dei diritti e della democrazia?
Cosa dire infine che non sia stato detto, cosa fare che non sia stato fatto? Difficile, se non impossibile, aggiungere qualcosa. Riconosciamo ai colleghi predecessori ed ai parlamentari loro interlocutori di aver trattato la materia in modo esaustivo, con il sostanziale riproporsi delle tre posizioni citate. Tocca alla Politica fare una scelta ed assumersi la responsabilità storica di una decisione.
In conclusione, per tornare nel merito delle proposte a cui siamo stati chiamati a dare un parere, è evidente che nessuna di esse si spende verso la richiesta della Sezione COCER Aeronautica e di tutta la Rappresentanza COIR e COBAR espressa in ben due assisi plenarie, ovvero di una Sindacalizzazione della Rappresentanza. Al contempo ci preme sottolineare che l’unico DDL a dire qualcosa di nuovo è quello della Senatrice Pinotti che abolisce l’Art.8 della 382/78 ed inserisce elementi di novità, che però vanno ulteriormente ampliati specie per ciò che concerne,alla tutela del personale tutto e n on solo dei delegati della R.M., al rafforzamento “concreto” del principio di autonomia gestionale, organizzativa e finanziaria dei consigli di rappresentanza, ad una implementazione “strategica” dei compiti e del ruolo di tutti i livelli della R.M. e non solo di quella centrale e per finire con l’attribuzione di un ruolo di partecipazione attiva della rappresentanza ai decreti attuativi della stessa.
 


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