IL MESSAGGERO: "GOLA, ADDIO DOPO 15 ANNI"

lunedì 22 novembre 2004

LUNEDI' 22 NOVEMBRE 2004, PAGINA 38

ROMA - Quindici anni in sella, un’eredità scomoda perché Gianni Gola, ex martellista mantovano, generale della Guardia di finanza, grande capo dello sport mondiale con le stellette senza dimenticare il suo ruolo di comando nelle Fiamme Gialle, è arrivato alla Fidal dopo l’epoca di Primo Nebiolo. Per chiunque fare meglio del dirigente torinese sarebbe stato se non impossibile complicato assai. Gola ha preso in mano la Fidal nel 1989, all’indomani delle dimissioni di Nebiolo dopo lo scandalo Evangelisti ai Mondiali di Roma ’87. Gola ha operato non senza polemiche nel suo mondo pur lavorando moltissimo per l’atletica. Di certo il generale, al quale molto probabilmente verrà offerto il ruolo di presidente onorario della Fidal, ha incontrato sul suo cammino molti ostacoli. La scuola non ha più risposto agli appelli, la vocazione sportiva si è dissolta, il volontariato ha attraversato un periodo di crisi, il Coni ha distribuito molti meno denari che in passato e, quindi, l’attività, soprattutto quella giovanile, è stata ridimensionata. Aggiungiamo poi che grandi atleti non sono arrivati, niente più uomini o donne con il potenziale atletico e carismatico di un Mennea o di una Simeoni. Gola ha sempre combattuto in prima fila, qualche volta con durezza come nei confronti del doping, inflessibile nel mantenere la squalifica a quattro anni anche quando la Federatletica mondiale era scesa a due. Le colpe di Gola? Una senz’altro: non essere mai riuscito a costruirsi, nell’ambito del consiglio federale, una squadra di alleati. Non senza tristezza un mese fa ha deciso di non ricandidarsi lasciando la strada libera per Franco Arese.
C. S.

 


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