SENATO: SI' A REVISIONE LEGGI E CODICI MILITARI

venerdì 26 novembre 2004

 

SENATO: SI' A REVISIONE LEGGI E CODICI MILITARI

 

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - L'assemblea di Palazzo Madama ha approvato, in prima lettura, l'ampio ddl che delega al governo entro 12 mesi dalla definitiva approvazione della legge per la revisione delle leggi penali militari di pace e di guerra nonche' per il complessivo adeguamento dell' ordinamento giudiziario militare.L'assemblea del Senato ha approvato in prima lettura il ddl delega per la revisione delle leggi penali militari di pace e di guerra, nonche' per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, con 132 si' e 45 no. Il ddl di delega rivede, in sostanza, tutta la materia fissando i criteri dei successivi decreti legislativi per modificare i due codici penali militari e lo stesso ordinamento giudiziario militare. L'obiettivo del provvedimento e' quello di rendere l'intera legge militare ''armonica'' con lo spirito dell'ordinamento repubblicano, i valori prevalenti nella cultura giuridica italiana in questo inizio di secolo e le nuove realta' di fatto sviluppatesi nella politica internazionale, che oggi propone un vastissimo spettro di situazioni intermedie rispetto alla classica contrapposizione tra periodi di pace e di guerra. In particolare il provvedimento trova radice nel fatto che per la prima volta dal 1945, l'Italia ha applicato il codice militare di guerra durante la missione militare di Enduring Freedom con un decreto del 1 dicembre 2001, scelta piu' volte confermata da allora e prevista anche per la missione Antica Babilonia. In quel contesto si decise di applicare il codice militare di guerra, opportunamente emendato, ma anche di intervenire con una piu'organica e complessiva riforma della legge penale militare. Il testo della riforma e' infatti l'esito dei lavori di una Commissione insediata dai dicasteri della Giustizia e della Difesa oltre al contributo di altri 5 ddl di iniziativa parlamentare. La legge penale di guerra, quindi, tornera' ad essere il regime giuridico normale per i contingenti italiani inviati all'estero e trovera' applicazione ogni qualvolta le forze armate italiane si trovino ad intervenire in situazione di aperto conflitto e comunque, in caso di attacco armato allo stato italiano. Per quanto riguarda il codice penale di guerra, infatti, le innovazioni piu' importanti riguardano la volonta' di renderlo applicabile alle nuove situazioni di conflitto armato, seguendo gli indirizzi consolidatesi negli ultimi due anni con la partecipazione italiana alla campagna contro il terrorismo internazionale e alla stabilizzazione della situazione in Iraq. (ANSA).

 

CODICE GUERRA PER MILITARI ESTERO,DA SENATO OK A DELEGA/ANSA IL NONNISMO DIVENTA REATO, SI RISCHIANO FINO A CINQUE ANNI

 

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - Applicazione del Codice penale militare di guerra per i soldati italiani che operano, a diverso titolo, all' estero; applicabilita' nel processo penale militare delle norme del Codice di procedura penale, salvo qualche specificita' relativa direttamente alla vita con le stellette, e previsione del reato di 'nonnismo' tra quelli specificatamente militari, prevedendo una pena dai sei mesi ai cinque anni di reclusione militare. Non solo: si ampliano le 'maglie' di intervento per le querele di parte quando si e' sotto le armi, permettendo quindi concretamente di non far rientrare nel 'sommerso' gli episodi di angheria e sopraffazione durante la vita militare, ormai professionale dopo la fine della naja. Sono queste solo alcune delle importanti novita' contenute nel ddl di delega al governo per la riforma dei Codici militari e dell' ordinamento giudiziario militare, che trova la sua origine nel fatto che dal 2001, cioe' dalla missione Enduring Freedom, i nostri militari all' estero operano applicando il Codice militare di guerra, rivisto all' epoca per l'occasione, ma in una situazione di incertezza normativa e comunque di razionalizzazione annunciata. E' stata infatti creata dopo il 2001 una commissione per rivedere la materia dai due dicasteri interessati, Giustizia e Difesa, e il testo approvato oggi in prima lettura dall' aula del Senato e' il frutto diretto di quella commissione, oltre che di cinque progetti di iniziativa parlamentare. La legge delega dovra' mutarsi in decreti legislativi entro un anno dalla definitiva approvazione. Il testo approvato rivede di fatto quello originario del 1941, soprattutto nelle parti che fanno diretto riferimento all' adeguamento al Codice di procedura penale ordinario e alla parte di novita' delle missioni all' estero che rientrano sotto la definizione 'Operations other than war', operazioni diverse dalla guerra. Al suo interno si trovano tutte le tipologie di interventi militari italiani autorizzati dal Parlamento dal 1992 ad oggi: missioni militari strettamente umanitarie, interventi di mantenimento, consolidamento e costruzione della pace, nonche' il cosiddetto 'peace enforcement', che si attua quando la comunita' internazionale raggiunge un consenso circa le necessita' di imporre, con le armi, il ripristino della pace violata, come accadde nel '91 nei confronti dell' Iraq che aveva invaso il Kuwait. Il provvedimento e' molto ampio e contiene sei articoli, piu' altri tre aggiuntivi. Sono fissati i principi e i criteri direttivi generali cui il governo si dovra' attenere nell' esercizio dei poteri conferitigli dal Parlamento, nonche' quelli che ispireranno le modificazioni del Codice militare di pace e dell' ordinamento giudiziario militare. Per la legge penale militare di pace, in particolare si prevede di ridurre al minimo le deroghe apportate al regime penale ordinario. Quelle previste fanno diretto riferimento alla ''logica militare''. Tra l'altro, si applichera' il Codice militare penale di pace anche ai militari stranieri, qualora sia in atto una cooperazione internazionale e cio' sia previsto dalle convenzioni che regolano tale cooperazione. Per il Codice penale militare di guerra l'innovazione piu' importante riguarda la volonta' di renderlo applicabile alle nuove situazioni di conflitto armato, seguendo gli indirizzi consolidati negli ultimi due anni con la partecipazione italiana alla campagna contro il terrorismo internazionale e alla stabilizzazione dell' Iraq. L'art.4 della legge delega da' la definizione di conflitto armato, rilevante ai fini dell' applicazione della legge di guerra, inserendovi, oltre ai conflitti armati internazionali di tipo tradizionale, ''i conflitti interni tra gruppi di persone organizzate, che si svolgano all' interno del territorio dello Stato, e raggiungendo la soglia di una guerra civile o di una insurrezione armata; i conflitti interni prolungati tra le forze armate dello Stato e i gruppi armati organizzati, o tra tali gruppi''. La legge penale militare di guerra si applichera' comunque a tutti coloro che, durante un conflitto armato cosi' definito, violino le leggi e gli usi di guerra a danno dello Stato italiano, del territorio della Repubblica o delle stesse forze armate rischierate all'estero. Quindi la legge penale di guerra tornera' a essere il regime giuridico normale per i contingenti all' estero e trovera' applicazione ogni qual volta le forze armate italiane si trovino a intervenire in situazioni di aperto conflitto e comunque in caso di attacco armato allo Stato italiano. Tra le novita' rilevanti, in questo campo, l'attribuzione al personale in missione abilitato a svolgere funzioni di polizia giudiziaria militare, del potere di procedere d'iniziativa al compimento di tutti gli atti di polizia, compresi quelli che normalmente sono svolti solo su delega del Pm, incluso l'interrogatorio dei militari arrestati o fermati, in circostanze ben definite e limitare, o in zone di operazione, o in presenza di divieto di comunicazioni con il comando in Italia dettato da ragioni di sicurezza oppure nel caso di reparti isolati o di aeromobili in navigazione quando non siano possibili i collegamenti. (ANSA).

 

DIFESA: NIEDDU, RIFORMA CODICI SBAGLIATA E TROPPO ONEROSA

 

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - ''Era necessario mettere mano alla giurisdizione militare, ma rendendola una sezione 'esperta' di quella ordinaria'' dice il senatore Gianni Nieddu, capogruppo Ds nella commissione Difesa, commentando il via libera del Senato alla legge delega che riforma i codici e l'ordinamento militare. ''Il nostro punto di partenza e' che la riforma della giurisdizione militare era necessaria, ma quella approvata oggi e' una riforma sbagliata in radice. Pur di non affrontare la questione vera, ovvero il problema dell'esistenza di una giurisdizione militare che non trova oggi ragione di esistere, la Destra ha pensato bene di dilatare i reati militari''. La strada che ''avremmo voluto percorrere, e che e' la stessa gia' affrontata da tutti i Paesi d'Europa e della Nato, e' quella - spiega l'esponente ds - di creare una sezione speciale militare all'interno della giurisdizione ordinaria. La scelta di mantenere invece una giurisdizione speciale, operata dalla Destra, e' tutt'altro che razionale e non risponde tra l'altro al criterio del migliore utilizzo delle scarse risorse finanziarie . La giurisdizione militare, infatti, e' composta da circa 103 magistrati, di cui solo 80 realmente operanti, che hanno la competenza su appena 340 mila cittadini. La dilatazione dei reati militari e' prevista anche quando si tratta in modo chiaro di un reato civile, ricadente nella giurisdizione ordinaria, che e' trasformato in reato militare per il solo fatto che a compierlo e' un cittadino con le stellette. In questo modo si creano una serie di problemi. Solo per fare un esempio, se un poliziotto - che e' un pubblico ufficiale - commette il reato di concussione viene giudicato dal giudice ordinario, mentre se a compiere lo stesso reato sono pubblici ufficiali con le stellette come un carabiniere o un finanziere, il giudice competente - conclude - e' militare''. (ANSA).

 

DIFESA: AN, RIFORMA NECESSARIA PER ESERCITO PROFESSIONALE E PER LE MISSIONI ALL'ESTERO DEI NOSTRI SOLDATI

 

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - Una riforma necessaria per adeguare i codici militari ad un esercito di professionisti a gli obblighi che vedono i 10 mila nostri soldati operare in missioni all'estero. Questi, per Mario Palombo, responsabile dell'ufficio di An per la Difesa, i due principali obiettivi ''centrati'' dal ddl di delega sulla riforma dei codici e dell'ordinamento militare approvato stamane in prima lettura dal Senato. ''I nostri militari, in patria e nelle missioni di pace all'estero, avranno una legge militare moderna ed adeguata alle loro esigenze operative'', sottolinea il senatore di An. ''I nuovi codici - aggiunge subito dopo il voto - tuteleranno nel rispetto della Costituzione l'uomo in divisa fornendo tutte le garanzie necessarie per un esercito moderno. Il centrosinistra avrebbe voluto abolire la giustizia militare, ampliando le competenze della giustizia ordinaria, ma non sarebbe stata la risposta piu' adatta. E' stato meglio aggiornare i codici. Cosi' ora questa riforma in ossequio al principio di simmetria, assicurera', da un lato, alla giustizia militare assoluta autonomia e, dall'altro, agli uomini in uniforme la garanzia dei tre gradi di giudizio, qualora imputati di reati militari''. In particolare, i nuovi codici ''salvaguarderanno la coesione interna delle Forze Armate, tutelando l'uomo in divisa dagli abusi autoritari nell'esercizio della professione militare, e proteggeranno, anche nelle operazione di peace keeping, i prigionieri, i feriti e la popolazione civile inerme. Quindi - conclude Palombo - il consolidato vanto del nostro esercito di leva, nel rispetto del diritto umanitario, sara' acquisito anche dal nostro esercito professionale''. (ANSA).

 


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