FISCO: CAMERA CELEBRA NOZZE COMMERCIALISTI-RAGIONIERI - PROFESSIONISTI CRITICANO NORME INTRODOTTE CON LA FINANZIARIA - TRIBUTARISTI,TROPPE SANZIONI SU COMUNICAZIONE CLIENTI

venerdì 11 febbraio 2005

 

FISCO: CAMERA CELEBRA NOZZE COMMERCIALISTI-RAGIONIERI

OK CAMERA DELEGA A GOVERNO.IN NUOVO ORDINE 90.000 PROFESSIONISTI

 

   (ANSA) - ROMA, 8 feb - Matrimonio praticamente celebrato oggi tra Dottori e Ragionieri Commercialisti: la Camera ha dato l'ok definitivo alla delega al governo per istituire il nuovo Ordine che ospitera' sotto lo stesso tetto i 90.00 professionisti che oggi in Italia aiutano gli italiani a pagare le tasse. Ora manca il decreto legislativo: il governo ha tempo tre mesi per emanarlo e il Parlamento poi 30 giorni per i pareri. Entro la prima meta' dell'anno dunque l'albo unico dovrebbe essere operativo. Soddisfazione da parte dei due presidenti, Antonio Tamborrino (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti) e William Santorelli (Consiglio nazionale dei ragionieri) che definiscono il voto di oggi ''un evento storico''.

   Dalla nuova dicitura dell'Ordine - Dottori commercialisti e esperti contabili - sparisce la parola ragioniere e infatti si prevede che tutti i commercialisti siano laureati, con laurea breve o quinquennale. Unica anche la cassa previdenziale. Vengono cosi' cancellati anni di diatribe, con polemiche, ricorsi, liti in tribunale (con esiti sempre diversi) per l'utilizzo del termine commercialista, utilizzato da alcuni ragionieri e osteggiato dai loro colleghi laureati.

   Soddisfazione per il consenso quasi unanime del Parlamento sul provvedimento e' stato manifestato dal sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti. ''Questo consenso cosi' ampio – ha detto Vietti - rappresenta il primo passo per far coincidere il sistema degli ordini con quello dei diplomi universitari, ma anche in direzione di una riforma complessiva degli ordini professionali''. Per i presidenti dei due ordini ''ora, grazie alla razionalizzazione della disciplina della professione giuridico-economico-contabile, si potranno affrontare al meglio le migliori opportunita' rappresentate dalla evoluzione del mercato e dello scenario economico del Paese''.

   A essere costituito per primo e' stato, nel 1906, l'Ordine dei Ragionieri, uno dei piu' antichi d'Italia. Agli inizi degli anni '50 e' stata poi la volta della professione di Dottore Commercialista in contemporanea con la riforma di quella di Ragioniere. In quegli anni le due figure professionali erano ben distinte: per il Ragioniere era sufficiente il diploma e due anni di pratica, per il Dottore Commercialista era necessaria la laurea.

   Poi, lentamente le differenze si sono attenuate: nel 1992 venivano approvate le leggi che istituivano il tirocinio triennale per i Dottori Commercialisti portando contestualmente a tre gli anni del praticantato per i Ragionieri ma, soprattutto, ponevano il requisito del possesso del diploma universitario per questi ultimi. Molte le polemiche che inizialmente accompagnarono questo provvedimento e il clima tra le due categorie in questi anni non fu sempre all'insegna della cordialita'.

   Ma e' stato a partire dal '96 che si e' iniziato a parlare di Albo unico per superare un dualismo che appariva anacronistico. Nel marzo del 2001 le due categorie raggiungevano un primo accordo sottoscrivendo quelli che erano i principi ispiratori che avrebbero caratterizzato la nuova professione economico-giuridica-contabile ma la fine della legislatura ha interrotto il processo di riunificazione. Il resto e' storia recente: l'istituzione dell'Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili inserita nel programma del governo Berlusconi, l'avvio dell'iter parlamentare, la riforma dei cicli universitari e l'approvazione della legge praticamente all'unanimita' in ognuno dei passaggi parlamentari.(ANSA).

 

FISCO: COMMERCIALISTI, NUOVE MISURE FRETTOLOSE E INCOERENTI

PROFESSIONISTI CRITICANO NORME INTRODOTTE CON LA FINANZIARIA

 

   (ANSA) - ROMA, 7 feb - I commercialisti criticano le novita' fiscali introdotte con la Finanziaria 2005. Le misure ''mostrano il segno della frettolosita', della disarticolazione sistematica e della scarsa coerenza'', sottolineano i Dottori Commercialisti in un documento. Tutta colpa della redazione del maxiemendamento (la modifica con la quale sono stati introdotti gli sgravi fiscali), commentano, ''predisposto con urgenza e in prossimita' della votazione finale'' della manovra.

   I professionisti tributari tuttavia riconoscono anche ''un indubbio elemento positivo costituito dall'attuazione della volonta' politica di ridurre il carico delle imposte sui redditi sulle persone fisiche''.

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti rileva dunque ''diversi elementi di criticita''' nelle nuove norme relative alle tasse. Innanzitutto gli addetti ai lavori rimarcano ''il sostanziale abbandono del disegno riformatore dell'Ire e delle altre imposte che avrebbe dovuto semplificare il sistema fiscale statale'' e ''l'aumento della complessita' della legislazione tributaria''.

   Per i commercialisti ''e' indispensabile invertire la tendenza a determinare ricavi e redditi di imprese e di lavoratori autonomi mediante procedimenti presuntivi e con inversione dell'onere della prova''. Come anche per la categoria ''occorre modificare la disciplina sugli accertamenti bancari''.

   Critiche anche per le novita' riguardanti gli studi di settore: ''vanno ricondotti in ogni caso al perimetro delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi, che non hanno l'obbligo della tenuta delle scritture contabili ordinarie e vanno utilizzati solo per cogliere elementi di anomalia e di pericolosita' fiscale''. Assolutamente non appetibile per i contribuenti, poi, il nuovo strumento della 'pianificazione fiscale concordata'. E' da ''eliminare o almeno totalmente da riscrivere'', giudicano senza mezzi termini.

   Da cancellare anche ''le presunzioni sui redditi immobiliari fondate su apodittiche percentuali del valore catastale, irrealistiche e indimostrate''. Tra le critiche avanzate al Governo e al Parlamento anche l'annosa questione che riguarda direttamente i professionisti: ovvero la mancata eliminazione dell'esclusiva - come chiedevano invece i commercialisti – della gestione dei 730 da parte dei Centri di Assistenza Fiscale.

   Anche nel drafting non mancano gli appunti: ''Le norme fiscali sono disseminate, quasi a caso, tra i vari commi dell'articolo unico del maxiemendamento, spaziando da norme sostanziali a quelle procedimentali''.

   ''Emerge dalla manovra fiscale - conclude il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti - la costante divaricazione tra l'economia reale del Paese e quella artificiale se non virtuale a fini fiscali, che rischia di emergere dall'applicazione di metodi presuntivi, da non pochi commentatori ritenuti grossolani ed invasivi, con generalizzata inversione dell'onere della prova a carico dei contribuenti, che pone preoccupazioni di compatibilita' con i principi di uno stato di diritto e di civilta' giuridica, e con evidente ingiustificata rinuncia da parte del legislatore ad utilizzare gli ordinari strumenti di controllo fiscale e degli assetti organizzativi e delle capacita' operative e professionali dell'amministrazione finanziaria''.(ANSA).

 

FISCO: TRIBUTARISTI,TROPPE SANZIONI SU COMUNICAZIONE CLIENTI

BISOGNEREBBE ALMENO PREVVEDERE IL RAVVEDIMENTO OPEROSO

 

   (ANSA) - ROMA, 7 FEB - Da oggi gli imprenditori dovranno comunicare mensilmente le dichiarazioni d'intento ricevute dai loro clienti. E' la finanziaria 2005 che lo stabilisce ma Lapet, l'associazione nazionale tributaristi, non e' d'accordo anche perche' e' prevista, in caso di emissione della comunicazione o di indicazione di dati errati, una sanzione che va dal 100 al 200% dell'Iva teorica sulla transazione.

    Secondo il presidente dell'associazione, Roberto Falcone la norma ''contrasta con tutte le previsioni di semplificazione''. Ma nel mirino di Lapet c'e' anche il passaggio del provvedimento che prevede che ''anche l'imprenditore e' responsabile per le dichiarazioni mendaci del suo cliente''. Infatti, l'irregolarita' comporta un'automatica corresponsabilita' fra cedente e cessionario per il mancato pagamento dell'imposta nel caso in cui il cliente non avesse diritto ad utilizzare il plafond.

     Il presidente dei tributaristi chiede quindi una revisione del provvedimento, a cominciare ''da un ridimensionamento delle sanzioni. Poi - continua Falcone - occorrerebbe prevedere la possibilita' di un ravvedimento operoso con la spedizione anche tardiva della comunicazione con sanzione ridotta, cosi' come avviene per le dichiarazione dei redditi''.(ANSA).

 


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