LA COSTITUZIONE DI FICIESSE, UN CONTRIBUTO AL PROCESSO DI RIFORMA - di Roberto Greco (Rassegna Sindacale n.21 del 15 giugno 1999)
LA COSTITUZIONE DI FICIESSE, UN CONTRIBUTO AL PROCESSO DI RIFORMA - di Roberto Greco (Rassegna Sindacale n.21 del 15 giugno 1999)
Un altro passo verso la società civile. Lo hanno intrapreso militari della Guardia di Finanza con la costituzione, avvenuta nei giorni scorsi, dell’associazione "Finanzieri, Cittadini e Solidarietà". Il nuovo soggetto, che punta a raggiungere i cinquemila iscritti entro quest’anno, comprende fra i suoi soci fondatori parlamentari, giornalisti, sindacalisti (per la Cgil vi figurano tra altri i segretari Giuseppe Casadio e Carlo Ghezzi) ed esponenti di tutte le categorie del Corpo della Guardia di Finanza, compresi ufficiali e dirigenti superiori, mai coinvolti prima d’ora nel loro assieme.
Il fine è molteplice: in primo luogo c’è l’obiettivo di stimolare il dibattito e il confronto delle idee sul tema della modernizzazione del principale organismo di polizia tributaria del paese, al fine di arrivare alla realizzazione della riforma complessiva del Corpo, nel contesto più generale di quella dell’amministrazione finanziaria. "Con la nostra partecipazione - spiega Enrico Corti dell’Ufficio politiche per la sicurezza della CGIL nazionale - intendiamo portare il nostro contributo verso i processi di riforma degli apparati e a quelli delle rappresentanze sindacali, militari e civili, nel contesto dei principi fissati dall’Ordinanza del Consiglio di Stato, che tendono a riformare profondamente la legge 382/78 (sulle rappresentanze militari) e stimolano la modifica della legge 121/81 (riforma della Polizia di Stato). Com’è noto, a seguito dei ricorsi presentati da associazioni di Carabinieri, Finanzieri e Avieri, la IV° sezione del C.d.S. si è pronunciata contro i vincoli legislativi che vietano ai militari il diritto ad organizzarsi sindacalmente, motivando esplicitamente la richiesta alla Consulta della Corte Costituzionale di esprimersi positivamente in materia di libertà e pluralismo sindacale per i militari.
L’ordinanza, commentano in casa sindacale, è un forte stimolo per il riconoscimento delle libertà sindacali piene per tutte le forze di polizia, compresa quella di Stato dove sinora è stata negata dall’ingiustificato pretesto di preservare gli apparati dagli inquinamenti politici. Nel contesto della grande novità introdotta dall’ordinanza del C.d.S., il Parlamento è chiamato a modificare con sollecitudine gli art. 82 e 83 della legge 121/81, per consentire anche ai poliziotti la possibilità di aderire a sindacati categoriali, ma rispondenti, anche sul terreno organizzativo, alle logiche confederali. Peraltro, sono i nuovi bisogni sociali di legalità e sicurezza che richiedono soggetti rappresentativi capaci di tutelare al di sopra degli interessi di categoria.
Da qui il valore dell’associazionismo culturale e sociale anche per i militari, quale strumento promozionale del dibattito necessario per accompagnare veri processi di riforma. L’associazionismo può rappresentare l’elemento vincente per aiutare a superare l’arduo ostacolo frapposto, che ha finora impedito ai militari di diventare a tutti gli effetti cittadini al pari di altri sul piano dei diritti minimi. Le associazioni, vecchie o nuove continua Corti, a fronte delle rigidità legislative che ingabbiano le rappresentanze, sono chiamate a svolgere compiti di tutela individuali, in questo settore tanto importanti per le difficili condizioni di vita sociali e familiari, ivi compreso il drammatico problema dei suicidi nelle caserme. Non a caso l’associazione "Finanzieri, Cittadini e Solidarietà", che si propone come organizzazione no-profit, quale primo atto formale ha stipulato una convenzione con la CGIL, grazie alla quale tutte le strutture della confederazione mettono a disposizione degli iscritti all’associazione i propri servizi legali, previdenziali, assistenziali, vertenziali, ecc., al pari degli iscritti alla CGIL.