IL GOVERNO RISPONDE SUL CASO BARILARO. FORNITI I NUMERI DEL FORTE ESODO DI UFFICIALI GDF. MA LA VICENDA NON SI CHIUDE, POSSIBILE UN’INDAGINE CONOSCITIVA DELLA COMMISSIONE FINANZE.

sabato 12 ottobre 2002

Martedì 8 ottobre 2002, il Governo ha risposto all’interrogazione n. 5-01033 presentata dall’onorevole Alfiero GRANDI sul “caso Barilaro”.

Di seguito riportiamo:

1)                 il testo dell’interrogazione dell’onorevole Grandi;

2)                 la risposta del Governo

3)                 la replica del parlamentare interrogante.

E’ importante notare che per la prima volta vengono resi noti i numeri degli ufficiali che hanno lasciato negli ultimi anni la Guardia di finanza. Un numero elevato che conferma il momento di difficoltà di un’organizzazione in evidente crisi di appeal.

L’onorevole Grandi si è dichiarato insoddisfatto della risposta e ha messo in evidenza la gravità di un  fenomeno che produce la dispersione delle professionalità di più elevato livello qualitativo.

Ha notato, inoltre, come non l’Amministrazione non abbia fatto alcun riferimento al famoso studio prodotto dal Comando generale nel 1999 a seguito di una serie di interviste agli ufficiali che si erano congedati. Dallo studio emergeva chiaramente che le principali ragioni degli abbandoni erano principalmente da ricercarsi nell’impossibilità:

1)                 di effettuare una adeguata pianificazione familiare a causa degli spostamenti;

2)                 di vedere incentivata le vocazioni professionali di ciascuno a causa dei frequenti cambi di incarico,

e indicava una serie di interventi correttivi che sembra non abbiano avuto seguito con i decreti di riforma.

Infine, Grandi ha chiesto alla GDF di fornire elementi di dettaglio sulla situazione per individuare le iniziative più idonee ed eventualmente, in caso di inerzia, l’effettuazione di un’indagine conoscitiva da parte della Commissione Finanze.

 

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE DELL’ON. ALFIERO GRANDI

AL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 

GRANDI. Al Ministro dell’Economia e delle Finanze Per sapere premesso che:

in data 6 giugno 2002, il Maggiore della Guardia di Finanza Sergio Barilaro, ha presentato una istanza di collocamento in congedo con decorrenza 1° luglio 2002;

nella detta istanza l’ufficiale dichiara di essere costretto a chiedere il collocamento in congedo per fronteggiare un trasferimento dalla sede di Milano ove ha prestato servizio ed ove vive unitamente alla famiglia, a quella di Cosenza, con conseguenti problematiche di tipo familiare;

tenuto conto delle ragioni illustrate dall’ufficiale del Corpo che questo trasferimento è stato deciso in presenza di altri ufficiali che gradiscono quella assegnazione;

il Maggiore Sergio Barilaro, afferma che qualora intervenisse un ripensamento dell’Amministrazione, ritirerebbe la domanda di congedo;

Il sottoscritto chiede di conoscere :

1.      se consideri la perdita di un ufficiale superiore della Guardia di Finanza, con sedici anni di servizio ed una esperienza operativa di primo livello, una conseguenza accettabile da parte della Guardia di Finanza;

2.      se effettivamente la Guardia di Finanza, nell’assegnazione alle diverse sedi di servizio, non debba differenziare tra gli ufficiali con famiglia al seguito e gli ufficiali scapoli;

3.      quale sia l’esatto numero degli ufficiali (all’interrogante ne risultano diversi casi) che, spontaneamente e prima del raggiungimento dei limiti di età, negli ultimi quattro anni hanno lasciato il Corpo;

4.      se il Comando generale della Guardia di Finanza abbia indagato sui motivi di tale scelta;

5.      se tale situazione non debba essere rivista, ad esempio prevedendo vantaggi non soltanto di tipo economico ma anche di carriera per chi si offre di coprire una sede disagiata;

6.      se risulti provato che il Maggiore Sergio Barilaro, nel corso della sua carriera, sia stato sempre trasferito in corso d’anno e non nell’ambito della pianificazione annuale dei trasferimenti (con ciò significando che il predetto ha sempre risposto in passato alle improvvise esigenze dell’Amministrazione di cui fa parte);

7.      se effettivamente, in conseguenza della nota indagine “Mani pulite” nella quale numerosi finanzieri furono arrestati nel 1994, il Maggiore Sergio Barilaro sia stato assegnato ad uno degli incarichi più delicati alla sede di Milano, con l’incarico di ricostruire il rapporto di fiducia con quella Procura della Repubblica;

8.      se risulti provato che il predetto ufficiale, abbia svolto con professionalità ed impegno l’incarico richiesto, riscuotendo in più occasioni il plauso della locale Magistratura;

9.      se risulti corrispondente al vero che, quando Barilaro è stato trasferito a Cosenza (anno 2001) assegnandolo ad un incarico da Maggiore all’epoca era un Capitano che doveva ancora essere valutato per la promozione dal Comando generale della Guardia di finanza, mentre c’era un ufficiale già con il grado di Maggiore che aveva prestato quasi sempre servizio non operativo, scapolo, che inviato alla sede di Cosenza avrebbe obiettivamente avuto meno problemi familiari rispetto al Maggiore Barilaro;

10.  se nella scelta tra i due siano state considerate le differenti situazioni familiari, le differenti distanze tra gli affetti, i differenti incarichi che prestavano i due ufficiali;

11.  se risulti provato che al termine del Corso Superiore di Polizia Tributaria, gli ufficiali titolati vengano ordinariamente trasferiti ad incarichi presso nuclei provinciali e regionali di polizia tributaria;

12.  se effettivamente nel 2001 tutti gli ufficiali licenziati dal Corso siano in effetti stati trasferiti a nuclei regionali e provinciali di pt, ad eccezione di un Maggiore trasferito al Comando generale e se conseguentemente in caso positivo, non ritenga uno spreco titolare un ufficiale per poi impiegarlo in incarichi d'ufficio;

13.  se corrisponda al vero che il detto Maggiore, in passato abbia svolto l’incarico di aiutante di campo di Generali del Corpo;

14.  se risulti provato che, sempre all’epoca del trasferimento patito dal Maggiore Barilaro, vi fosse un altro collega di corso dell'ufficiale, il quale da numerosi anni prestava servizio al Comando generale – Ufficio Informatica e, pur essendo scapolo e risiedendo in una sede più vicina a Cosenza, rispetto a quella del Maggiore Barilaro, non è stato trasferito a Cosenza in sua vece;

15.  se nella scelta del maggiore Barilaro per coprire la sede di Cosenza, sia stato considerato che le professionalità e le esperienze maturate negli incarichi ricoperti a Milano dall’ufficiale, in materia di fiscalità internazionale, di indagini finanziarie su società quotate in Borsa, probabilmente a Cosenza non sarebbero state utilizzate adeguatamente;

16.  se corrisponde al vero che con la lista dei trasferimenti del 2001 dal Nucleo Regionale di Milano siano stati trasferiti ben sei capitani (compreso l’allora Capitano Barilaro) contro l’arrivo di uno soltanto;

17.  Quale fosse la situazione deficitaria degli ufficiali in quel reparto, rispetto alle dotazioni organiche;

18.  se corrisponda al vero che con la lista dei trasferimenti del 2001 dal Comando generale siano stati trasferiti sei capitani contro 24 in arrivo;

19.  se tale atteggiamento corrisponda ad una gestione prudente delle risorse da parte della Guardia di Finanza;

20.  se effettivamente al verificarsi del trasferimento del Maggiore Barilaro, il Procuratore della Repubblica di Milano, abbia formalmente richiesto la permanenza a quella sede dell’ufficiale, al fine di non pregiudicare talune indagini in corso;

21.  se effettivamente al Maggiore Barilaro, in seguito al verificarsi di noti eventi luttuosi di rilevanza internazionale, fosse stata affidata da quella Procura la direzione di complesse indagini finanziarie connesse ad estremisti islamici;

22.  se risulti corrispondente al vero che di fronte alla rinnovata necessità del Procuratore di Milano, in conseguenza di queste ultime indagini, il Comando generale abbia ritenuto di non revocare il trasferimento del Maggiore Barilaro ma di procrastinarlo di appena due mesi, rappresentando al Procuratore D’Ambrosio che non vi sarebbero state altre proroghe;

23.  quale fosse la rilevanza delle indagini in corso da parte della Procura di Orbassano che, nello stesso periodo, invece sarebbe stata “accontentata” in una analoga richiesta concernente altro ufficiale;

24.  considerato che l’ufficiale sarebbe stato trasferito unicamente “per dare il cambio ad altro ufficiale in sede non ambita”, come asserito dal Comando generale, per quale motivo, pure in presenza di tre colleghi desiderosi di coprire la sede di Cosenza, reperiti dallo stesso Maggiore Barilaro, il Comando generale abbia ritenuto di non soprassedere a tale irrazionale trasferimento;

25.  se risulta provato che alla sede di Cosenza rivesta attualmente l’incarico di Comandante Provinciale un Colonnello che aveva già svolto servizio in sede non ambita, quando vi sono decine di Colonnelli del Corpo che questo sacrificio non l’hanno patito;

26.  se, in definitiva, alla luce delle motivazioni riportate nella suddetta istanza e delle connese determinazioni del Comando generale della Guardia di Finanza, non sia necessario o quanto meno opportuno che il predetto Comando generale desista da tale trasferimento, per lo meno fino al verificarsi delle condizioni di tipo familiare che l’ufficiale richiede per potersi temporaneamente allontanare dalla famiglia;

27.  se, più in generale, l’On. Ministro non ritenga di cogliere l’occasione per disporre di procedere ad una completa riforma della disciplina dei trasferimenti nella Guardia di Finanza che, annualmente, proprio in ragione della apparente arbitrarietà con la quale essi si manifestano, costano allo Stato, in termini di esodo di ufficiali preparati e professionalizzati, che transitano in attività professionali presso privati.

21 giugno 2002

 

 

 

Interrogazione n. 5-01033 Grandi:

Trasferimento del maggiore della Guardia di finanza Sergio Barilaro.

 

TESTO DELLA RISPOSTA

 

L'interrogazione presentata dalla S.V. Onorevole riguarda il trasferimento da Milano a Cosenza del maggiore, ora in congedo, Sergio Barilaro disposto dal Comando Generale della Guardia dì Finanza.
Al riguardo, in ordine ai numerosi quesiti formulati dall'interrogante, il Comando Generale della Guardia di Finanza ha precisato che il trasferimento del Maggiore Barilaro dal Nucleo Regionale polizia tributaria di Milano al Nucleo Provinciale polizia tributaria di Cosenza, lungi dall'essere stato disposto «in una condizione di assoluta arbitrarietà», come ipotizzato dall'interrogante, è stato assunto, in particolare, tenuto conto:
che l'interessato sarebbe stato valutato per l'avanzamento al grado di maggiore per l'anno 2002;
della lunga permanenza maturata in Lombardia (11 anni), ove l'ufficiale ha sempre prestato servizio sin dall'uscita dall'Accademia;
del fatto che nella scheda di pianificazione dei trasferimenti prodotta per l'anno 2001, l'ufficiale aveva indicato la Calabria (peraltro sua regione d'origine) quale regione non ambita di preferenza, laddove si fosse reso necessario un reimpiego in sede non ambita (ossia in Calabria, Sicilia o Sardegna);
dell'esigenza di sostituire il Comandante del Nucleo Provinciale di polizia tributaria di Cosenza, proprio perché avendo questi maturato il periodo massimo di permanenza in sede non ambita (3 anni), aveva titolo di essere avvicendato, con carattere di priorità rispetto ad altri ufficiali, in base alle disposizioni interne vigenti;
della disponibilità, alla sede di Cosenza, di un alloggio di servizio gratuito di 240 mq riservato all'incarico di Comandante del citato Nucleo Provinciale polizia tributaria dove potrà alloggiare unitamente alla famiglia;
del criterio dettato dal punto 3 della circolare n. 330600 del 1997 - del Comando Generale della Guardia di Finanza -, in base al quale, «in considerazione delle obiettive difficoltà ad individuare ufficiali da destinare alle sedi cosiddette non ambite... si tenderà ad assegnare, in tali aree, ufficiali che abbiano maturato una lunga permanenza in altre zone geografiche»;
della possibilità, una volta maturati 2-3 anni in sede non ambita, di essere reimpiegato in area di gradimento.
Del resto, ogni provvedimento di impiego è il frutto di una meticolosa analisi finalizzata alla ricerca del massimo grado di contemperamento tra le esigenze di servizio, comunque preminenti, e quelle personali e familiari dei singoli.
Annualmente il numero degli ufficiali che richiedono l'assegnazione in Calabria (o, quantomeno, la indicano fra le regioni di gradimento in caso di trasferimento), è estremamente ridotto ed assolutamente insufficiente a soddisfare le esigenze.
Contestualmente, la situazione familiare degli ufficiali destinatari di provvedimenti di impiego, prima dell'assunzione degli stessi, viene sempre attentamente vagliata dal Comando Generale. Al riguardo, tra l'altro, vengono appositamente richiesti, in sede di compilazione della scheda di pianificazione, elementi in ordine all'eventuale attività lavorativa del coniuge, a particolari corsi di studio seguiti dai figli e alle sedi ove gli stessi possano essere proseguiti, nonché «altre notizie che si ritenga utile segnalare al fine di una adeguata valutazione delle esigenze familiari da parte dell'Amministrazione».
Gli ufficiali con famiglia a carico vengono destinati, compatibilmente con le risorse abitative disponibili e con precedenza rispetto ai colleghi celibi, presso reparti muniti di alloggio di servizio alla carica, come avvenuto nel caso del maggiore Barilaro.
L'individuazione del personale da assegnare in sede non ambita viene orientata, con priorità, verso quello senza carichi di famiglia, ferma restando la ponderazione, a mente delle disposizioni vigenti, delle permanenze di sede/incarico maturate (nel caso di specie, 11 anni in Lombardia, ininterrottamente dall'uscita dall'Accademia, dei quali 9 alla sede di Milano).
Quindi, la posizione d'impiego del maggiore Barilaro è stata oggetto di un attento procedimento di valutazione nel quale le esigenze familiari segnalate sono state correlate a quelle del servizio in un contesto di carattere generale, tant'è che, anche in relazione alla sua successiva istanza di riesame, al provvedimento di rigetto dell'istanza è seguita un'articolata lettera che aveva la finalità principale di non far sentire l'ufficiale un «numero», abbandonato a se stesso, e conteneva precisi impegni per l'Amministrazione che, pur non essendovi tenuta, ha fornito, nell'occasione, un'ulteriore attestazione di attenzione alle esigenze dell'ufficiale.
Con riferimento ai congedi a domanda, nelle tabelle in allegato, è riportato, distintamente per ruolo, il numero complessivo degli ufficiali che hanno lasciato il Corpo dal 1998 al giugno 2002. I dati sono aggregati per fasce in base alla anzianità di servizio all'atto del congedo.
Al riguardo, va altresì segnalato che la tematica dei congedi, sin dal 1999, è stata oggetto di un attento monitoraggio.
Ciò ha indotto l'Amministrazione ad un approfondimento in ordine ai motivi connessi ai congedi anticipati, anche attraverso l'effettuazione di talune interviste rivolte ad ufficiali che avevano presentato domanda di collocamento anticipato in quiescenza.
In estrema sintesi, da tali interviste, se erano senz'altro emersi taluni fattori di insoddisfazione riconducibili, in buona sostanza, all'aspetto retributivo (ritenuto inadeguato) e in generale alle peculiarità della professione di ufficiale della Guardia di Finanza, caratterizzata dalla estrema latitudine dei possibili incarichi e dai conseguenti spostamenti sul territorio, è altrettanto vero che in nessuno dei casi monitorati tali fattori erano risultati determinanti ai fini della decisione di lasciare le fila del Corpo.
Tra gli ufficiali intervistati a suo tempo molti avevano infatti premesso la loro «soddisfazione» per l'iter professionale percorso nel Corpo.
Ciò detto, va anche osservato che in taluni casi gli ufficiali si congedano in quanto vincitori di concorsi pubblici, spesso particolarmente selettivi (principalmente riguardano l'accesso alla magistratura ordinaria, militare e contabile) per superare i quali è necessario un impegno di anni (se si contano quelli destinati alla preparazione specifica e quelli per lo svolgimento delle prove d'esame).
Non diverso è il caso di coloro che intraprendono libere professioni, posto che anche il conseguimento dei titoli ad esse relativi (ad es. avvocato e commercialista) postula una lunga preparazione formativa.
Da quanto detto deriva che in realtà il congedo, nella pressoché totalità dei casi, non è frutto di una scelta drammatica e contingente di chi non riesce più a conciliare situazioni personali con quelle lavorative, bensì, il risultato di una ponderata decisione personale operata nella

massima libertà e nell'esercizio del diritto dei singoli alle scelte professionali ritenute più confacenti.
Sotto questo profilo il congedo è un fenomeno fisiologico e non patologico.
Tuttavia, poiché come si è detto, sussistono degli oggettivi fattori di insoddisfazione, l'Amministrazione ha posto in essere una serie di iniziative e assunto provvedimenti volti, in via immediata, a migliorare progressivamente le condizioni degli ufficiali e, conseguentemente, in via mediata, ad influire anche sulla tematica dei congedi, nella misura in cui essi siano riconducibili in modo preponderante a situazioni oggettive.
In materia di ruoli ed avanzamento è stato elaborato un meccanismo normativo che consente l'accesso al grado di Maggiore con una percentuale di promovibilità dei capitani pressoché pari al 100 per cento degli scrutinati. La nuova disciplina consente infatti di evitare quelle «strozzature» che si creavano in questo passaggio di grado e che di conseguenza penalizzavano molti ufficiali pur meritevoli di progredire in carriera (per inciso, uno dei motivi, tra gli altri sopra elencati, tenuti in considerazione per il reimpiego dell'allora Capitano Barilaro è stato proprio la sua inclusione in aliquota di avanzamento al grado superiore, nella certezza della promozione).
Si è incrementato il numero di promozioni al grado di Colonnello, da 13 a 35 all'anno per il 2001 ed il 2002 e 27 a regime.
Sono stati previsti avanzamenti ad anzianità in base agli anni di permanenza nel grado anziché in base al criterio delle vacanze. Ciò ha consentito di dare certezza in ordine alla decorrenza della promozione.
In materia di politica alloggiativa si è proceduto al ripristino dell'indennità mensile di cui alla legge n. 100/87 pari a 30 diarie di missione in misura intera per i primi 12 mesi (anziché 6), ridotta del 30 per cento (anziché del 50 per cento) per i secondi 12 mesi (anziché per i secondi 6 mesi). Tale indennità è ridotta del 20 per cento in caso di fruizione di alloggio di servizio. In caso di indisponibilità di alloggio di servizio, in forza della legge n. 86/2001, può essere corrisposto, in alternativa all'indennità di cui sopra, per i primi 3 anni, un rimborso pari al 90 per cento del canone di locazione, fino ad un massimo di 516 euro. È stata, inoltre, prevista la costruzione e/o l'acquisizione di nuovi alloggi di servizio, soprattutto nei grandi centri abitati.
Non risponde, inoltre, al vero l'affermazione secondo cui il maggiore Barilaro sarebbe stato sempre trasferito, nel corso della carriera, al di fuori della pianificazione annuale dei trasferimenti, a fronte di improvvise esigenze dell'Amministrazione. L'ufficiale, infatti, dopo la definizione del piano di impiego - ossia dopo la fase delle cosiddette «revoche e modifiche» - ha eseguito soltanto uno dei tre provvedimenti d'impiego (di cui due trasferimenti di sede ed un cambio d'incarico alla stessa sede) assunti nei suoi confronti (in particolare, il trasferimento dalla 2a Compagnia di Milano alla Tenenza di Bormio).
Nulla risulta agli atti circa il ruolo che avrebbe ricoperto il Barilaro nella «ricostruzione» del rapporto fiduciario con la Procura della Repubblica di Milano, a seguito delle vicende oggetto della nota inchiesta cosiddetta «mani pulite».
Effettivamente il maggiore Barilaro, nel periodo di permanenza presso il Nucleo Regionale Polizia Tributaria di Milano, ha conseguito, per l'attività di servizio posta in essere, riconoscimenti di ordine morale (un encomio solenne e sette encomi semplici), nonché le massime qualifiche in sede di valutazione caratteristica, in cui si dà atto anche del compiacimento dell'Autorità Giudiziaria alla sede.
In ordine alla posizione di impiego dell'ufficiale in forza all'Ufficio Personale Ufficiali del Comando Generale al quale si fa riferimento nella interrogazione in argomento, quale possibile comandante del Nucleo Provinciale Polizia Tributaria di Cosenza in alternativa al Barilaro, essa presenta caratteri del tutto peculiari rispetto a quella di quest'ultimo, tenuto conto che il primo ha effettuato, nel corso della propria carriera, trasferimenti di sede più gravosi in termini di distanze chilometriche e di disagi personali.
Questi, nel 2001, aveva maturato sette anni di permanenza di sede/incarico, trovandosi quindi, ai fini dell'impiego, in una condizione ben diversa da quella del maggiore Barilaro che, dall'uscita dall'Accademia, aveva ininterrottamente prestato servizio nella stessa regione per undici anni. Lo stesso ricopriva e tuttora ricopre un delicatissimo incarico di Stato Maggiore (Capo Sezione «Impiego» dell'Ufficio Personale Ufficiali) per il quale sono richiesti impegno, attitudini, professionalità e bagaglio di esperienza quantomeno paritetici, ferma restando la diversa tipologia delle mansioni svolte, a quelli necessari per l'assolvimento dell'incarico di ufficiale addetto ad un Nucleo Regionale di polizia tributaria.
In relazione a quanto sopra evidenziato, le posizioni dei due ufficiali non sono sic et simpliciter comparabili, né in alcun modo sovrapponibili, essendo nettamente distinte quantomeno per settore d'impiego, permanenza maturata alla sede e nell'incarico e precedenti di servizio.
Come affermato dall'interrogante, gli ufficiali in uscita dal Corso Superiore di Polizia Tributaria vengono prevalentemente destinati presso Nuclei regionali e provinciali di polizia tributaria. Tuttavia, al fine di soddisfare specifiche esigenze funzionali di reparti diversi dai Nuclei (ad es. Accademia, Comandi Provinciali, Comandi di Gruppo e particolari incarichi di Stato Maggiore nell'ambito del Comando Generale), sono state disposte, di anno in anno, anche assegnazioni di «titolati» presso questi ultimi comandi.
Ciò è avvenuto, nel 2001, per l'ufficiale «titolato» - citato nel documento di sindacato ispettivo in questione - assegnato al Comando Generale, allo scopo di mettere a frutto nell'ambito dello Stato Maggiore il bagaglio tecnico-professionale e di esperienza acquisito presso il Comando Generale prima della frequenza del Corso Superiore ed in tale sede affinato, mediante l'approfondimento di materie volte specificamente alla formazione dell'ufficiale di Stato Maggiore, nonché di fornire, in particolare, il proprio qualificato contributo alla risoluzione, in tempi brevissimi, delle numerose e complesse problematiche conseguenti al riordino dei ruoli degli ufficiali del Corpo di cui al Decreto Legislativo del 19 marzo 2001, n. 69,
Peraltro, nel precisare che l'ufficiale in parola non ha mai ricoperto, in passato, l'incarico di Aiutante di Campo di un generale del Corpo, il Comando Generale ha rappresentato, per completezza, che altri due «titolati» provenienti dal medesimo corso superiore sono stati destinati, rispettivamente, presso il Comando Regionale di Bari, quale Capo Ufficio Operazioni, ed il Gruppo di Torre Annunziata, quale Comandante. Al riguardo, il Corpo non ritiene affatto uno «spreco» impiegare un ufficiale titolato in incarico di Stato Maggiore nell'ambito del Comando Generale, tenuto conto che proprio da tali ufficiali vengono tratte le risorse più qualificate per l'assolvimento degli incarichi di maggiore delicatezza nell'ambito dello Stato Maggiore.
Per quanto concerne l'ufficiale in forza al Servizio Informatica del Comando Generale, collega di corso del Barilaro, cui si fa menzione, giova evidenziare che la conferma nell'incarico attualmente ricoperto è motivata dall'opportunità di non disperdere i rilevanti «investimenti» effettuati dal Corpo nella formazione dell'ufficiale, destinato, nel tempo, alla frequenza di corsi di qualificazione e specializzazione (ad es.: monitoraggio dei sistemi informatici, sicurezza informatica, ricerca informativa telematica) e dalla carenza di risorse qualificate impiegabili in un settore connotato da elevato tecnicismo, quale quello informatico. Ciò assume, peraltro, specifica valenza nel contesto attuale, anche in relazione alla prossima istituzione del ruolo tecnico logistico amministrativo, che contempla la specialità telematica.
L'affermazione secondo la quale l'impiego del Barilaro alla sede di Cosenza avrebbe «dilapidato» la professionalità e l'esperienza maturate dall'interessato, alla sede di Milano, in materia di fiscalità internazionale ed indagini finanziarie, risuona quanto meno denigratoria nei confronti di una complessa e difficile realtà socio-economica (e, quindi, operativa), quale quella cosentina, Di contro, appare di tutta evidenza come proprio l'impiego al comando di un Nucleo Provinciale di polizia tributaria non potesse che valorizzare ed esaltare il bagaglio tecnico-professionale indubbiamente acquisito dal Barilaro in qualità di ufficiale addetto al Nucleo Regionale polizia tributaria di Milano.
Circa i movimenti alla sede di Milano, si precisa che il Nucleo Regionale polizia tributaria di Milano, prima del piano d'impiego relativo all'anno 2001, presentava un deficit nel rapporto forza effettiva/forza organica di 6 unità di ufficiali dei quadri direttivi (fino al grado di tenente colonnello); 37 su 43, pari all'86 per cento, a fronte di una media nazionale (con riferimento alla totalità dei Nuclei regionali) dell'83 per cento. Il suddetto deficit era ripartito in (-2) unità di Comandante di Gruppo di Sezioni (incarichi «propri» a livello ufficiale superiore) e (-4) unità di Comandante di Sezione e Drappello (incarichi cui sono preposti, di norma, capitani e tenenti). Con il piano d'impiego 2001, sono stati trasferiti dal suddetto reparto 7 ufficiali, di cui 1 tenente colonnello, 5 capitani (compreso il Barilaro, che ha eseguito il trasferimento, peraltro, il 7 marzo 2002) ed un tenente in promozione. Le suddette partenze sono state bilanciate dall'arrivo di 8 ufficiali, di cui 2 tenenti colonnelli titolati «Scuola di Polizia Tributaria», 1 capitano e 5 tenenti (1 dei quali non ha, poi, eseguito il movimento per sopravvenute esigenze di servizio). A seguito dei suddetti provvedimenti, la situazione forza del reparto ha registrato il completo ripianamento degli incarichi di Comandante di Gruppo di Sezioni ed un saldo di (-5) negli incarichi di Comandante di Sezione e Drappello (la percentuale di ripianamento del Nucleo è passata, così, dall'86 all'88 per cento).
Risulta anche inesatta la quantificazione dei reimpieghi e delle assegnazioni di capitani disposti, nel 2001, da e per il Comando Generale. Infatti, a fronte di 11 reimpieghi presso altri reparti, sono state disposte 23 assegnazioni, con un incremento di 12 unità. Di queste, peraltro, 5 sono state destinate al Comando Generale in sostituzione di altrettanti ufficiali superiori (tenenti colonnelli e maggiori) reimpiegati altrove, 5 per far fronte a nuove esigenze organiche ed organizzative, connesse, tra l'altro, all'istituzione dell'Ufficio Contenzioso del Personale e della Sezione Tutela Dati Personali.
Pertanto, la gestione dell'impiego degli ufficiali del Corpo risponde pienamente a criteri di oculatezza e trasparenza, testimoniate, queste ultime, dalla sempre minore incidenza delle istanze di revoca o modifica dei trasferimenti disposti in pianificazione rispetto al numero totale dei provvedimenti assunti.
Come asserito dall'Onorevole interrogante, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, effettivamente, a seguito del trasferimento del maggiore Barilaro alla sede di Cosenza, ha richiesto, dapprima, il differimento del movimento fino al termine delle indagini delegate all'ufficiale ottenendo, al riguardo, sulla scorta delle specifiche indicazioni fornite dalla scala gerarchica, la proroga del trasferimento in questione al 31 dicembre 2001. Successivamente, la medesima Procura - essendo il maggiore Barilaro entrato a far parte di apposito team incaricato delle indagini di natura economico-finanziaria connesse ai noti, luttuosi eventi dell'11 settembre 2001 - ha richiesto l'ulteriore differimento del citato movimento così determinando la decorrenza del trasferimento, inderogabilmente, al 28 febbraio 2002. Nel contempo si è avuta cura di affiancare il Barilaro con altro ufficiale, al fine di consentire a quest'ultimo di acquisire una conoscenza dettagliata delle indagini in corso e di poter subentrare, con cognizione di causa, nella conduzione delle stesse.
È appena il caso di osservare, in merito, che le suddette proroghe sono state accordate proprio nell'ottica di una piena e proficua collaborazione del Corpo, con l'Autorità Giudiziaria procedente, ove si consideri che il maggiore Barilaro non rivestiva la qualifica di dirigente del servizio

di polizia giudiziaria alla sede di Milano e, pertanto, l'adozione, nei suoi confronti, di un provvedimento d'impiego non richiedeva la concessione di alcun preventivo nulla osta dell'Autorità Giudiziaria.
Similarmente, nei confronti della posizione di impiego dell'altro ufficiale nei cui confronti sarebbe stata accordata una proroga del trasferimento su richiesta della Procura di Orbassano, si precisa che l'interessato, all'epoca Comandante della Sezione Operativa della Compagnia di Orbassano, è stato trasferito, in sede di pianificazione per il 2001, al Nucleo Regionale polizia tributaria di Milano, delegando il Comandante Interregionale dell'Italia Nord-Occidentale (competente ad esprimersi sia sulle esigenze della Compagnia di Orbassano che del Nucleo Regionale polizia tributaria di Milano) in ordine alla tempistica del movimento. Quest'ultima, in relazione alle esigenze investigative (connesse, in particolare, a complesse indagini in materia di repressione del traffico di sostanze stupefacenti e di sfruttamento della prostituzione) rappresentate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, è stata fissata, inizialmente, al 31 gennaio 2002 e successivamente prorogata al 2 maggio 2002.
Quanto ai tre ufficiali che, a detta dell'interrogante, sarebbero stati individuati dal Barilaro quali «volontari» per l'incarico di Comandante del Nucleo Provinciale polizia tributaria di Cosenza in sua vece, si precisa che nessuno dei tre aveva indicato la Calabria tra le regioni di gradimento in caso di trasferimento e che due di essi risultavano meno anziani del parigrado in sottordine al Nucleo Provinciale polizia tributaria di Cosenza, non potendo così essere destinati al comando del reparto in argomento. Sarebbe stato parimenti inopportuno assegnarvi il terzo, avente la medesima anzianità del parigrado in sottordine al Nucleo Provinciale polizia tributaria di Cosenza.
L'ufficiale che attualmente ricopre l'incarico di Comandante Provinciale di Cosenza, assunto in data 2 gennaio 2002, effettivamente, aveva già prestato servizio, dal 24 giugno 1990 al 27 luglio 1992, presso altra sede non ambita (in particolare a Lamezia Terme, quale Comandante del locale Gruppo, con il grado di maggiore). I motivi che, comunque, hanno determinato una riassegnazione in sede non ambita, stavolta in incarico di rango dirigenziale, erano collegati al prossimo avanzamento al grado di Colonnello, che è stato conseguito con decorrenza 1o gennaio 2002.
Il provvedimento di impiego in questione non è, quindi, frutto di un errore nella gestione dei trasferimenti. D'altra parte, l'interessato, ove mai avesse ritenuto sussistere vizi di legittimità del provvedimento di trasferimento, avrebbe di certo potuto rivolgersi all'Autorità giudiziaria per far valere le proprie ragioni, mentre a tutt'oggi non ha inteso proporre ricorso essendone, peraltro, scaduti i termini.

 

Allegato 1

Ufficiali collocati in congedo a domanda, distinti per anzianita di servizio

RUOLO NORMALE (*)

Anzianità
di servizio

1998

1999

2000

2001

2002

 

 

 

 

 

 

0-10 (**)

14

8

8

10

6

10-30 (**)

17

26

22

13

14

> 30

25

26

8

32

1

 

 

 

 

 

 

RUOLO SPECIALE

1998

1999

2000

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