CASO ANFI, INTERROGAZIONE DI ALFIERO GRANDI

giovedì 18 dicembre 2003

Pubblichiamo il testo dell’interrogazione a risposta orale presentata dall’onorevole Alfiero GRANDI (Democratici di Sinistra) al Ministro dell’economia e delle finanze in merito all’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI).

L’onorevole Grandi è vicepresidente della VI Commissione Finanze della Camera dei deputati.

 

 

ATTO CAMERA

Interrogazione a risposta orale 3-02083
presentata da ALFIERO GRANDI martedì 18 marzo 2003 nella seduta n.282



GRANDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:

l'Associazione nazionale finanzieri d'Italia (A.N.F.I.) è un ente morale senza fini di lucro. È posta sotto la tutela e la vigilanza del Ministro dell'economia e delle finanze che le attua per mezzo del comandante generale del Corpo della guardia di finanza;

essa è iscritta all'albo delle associazioni combattentistiche e d'arma tenuto dal Ministero della difesa ai sensi del decreto del Ministro della difesa 5 agosto 1982;

l'A.N.F.I. conta 260 sezioni dislocate su tutto il territorio nazionale con oltre 30.000 iscritti tra soci ordinari, onorari, benemeriti e simpatizzanti, la presidenza nazionale nella persona dell'ottaquattrenne generale t.o. (titolo onorifico) Pietro Di Marco nel corso dell'anno 2001, mediante procedure discutibili ed irrituali ad avviso dell'interrogante, ha provveduto ad «abolire» del tutto il regolamento interno per l'esecuzione della normativa statutaria, approvata il 24 aprile 1997 con decreto dell'allora Ministro delle finanze, nonché a modificare in parte, il vigente Statuto dell'associazione con il chiaro intento teso, al di la dell'asserita necessità di rivedere la struttura organizzativa, a perseguire un duplice obiettivo: favorire l'elezione dei candidati della Presidenza nazionale in occasione delle consultazioni elettorali ordinarie per il rinnovo delle cariche sociali centrali relative al quinquennio 2002/2007 e neutralizzare di fatto nel contempo, i poteri di verifica e controllo della gestione dell'Associazione da parte del Comandante generale del Corpo, quale autorità di vigilanza;

le entrate dell'associazione sono costituite dalle rendite patrimoniali, dalle quote associative dei soci, dalle oblazioni volontarie del personale in servizio, e dal finanziamento pubblico, con una disponibilità complessiva che non dovrebbe essere risultata negli ultimi anni inferiore ai 700 mila euro comprensivi degli oneri per la stampa di un periodico mensile dell'associazione;

le consultazioni referendarie del marzo 2001 e quelle elettorali del maggio 2002, rispettivamente per le modifiche delle norme statutarie e per il rinnovo delle cariche sociali centrali, nonché i criteri adottati dalla Presidenza Nazionale in ordine agli adempimenti prescritti per la stesura dei bilanci consuntivi e preventivi, sono stati oggetto presso le competenti autorità tutorie e di vigilanza, di ricorsi, esposti e richieste di intervento da parte di numerosi associati con specifico riferimento alle violazioni dei principi di trasparenza e di democraticità;

il Ministro dell'economia e delle finanze ed il comandante generale della Guardia di Finanza hanno ritenuto, fino ad ora, di non intervenire nei contenziosi in atto, nella discutibile considerazione che l'ordinamento giuridico generale e lo Statuto dell'Associazione in particolare, riconoscono alle persone giuridiche private, qual è appunto l'A.N.F.I., la più completa autonomia organizzativa e gestionale, non tenendo conto del fatto che l'associazione impiega e dispone di significative risorse materiali dell'amministrazione, sul corretto uso delle quali dovrebbe applicarsi la tutela e la vigilanza ministeriale;

risulta all'interrogante che la presidenza nazionale dell'A.N.F.I., ha promosso l'applicazione di urgenti sanzioni disciplinari nei confronti di soci che hanno inteso tutelare i loro interessi semplicemente avvalendosi della facoltà di presentare ricorsi in sede giurisdizionale;

al riguardo si segnalano i seguenti più significativi provvedimenti adottati dalla presidenza nazionale: la sospensione disciplinare «sine die» dalla qualità di socio del Gen. C.A. (a) Paolo Pasini, Presidente della Sezione di Roma I e del Mar. Magg. Aiutante Michele Costantini, Presidente della Sezione di Cosenza, la decadenza dall'incarico di consigliere nazionale dell'app. Gianfranco Crespi ed infine il deferimento in stato di accusa davanti al Consiglio Nazionale dei due vicepresidenti nazionali vicari uscenti, Generale di Divisione Medaglia d'oro al Valor Militare Amedeo De Janni e Generale di Divisione Santi Spena;

quali elementi siano stati forniti a suo tempo alle autorità preposte, a giustificazione delle proposte tese a modificare la normativa statutaria e, ad avviso dell'interrogante a vanificare le regole concernenti il controllo della gestione dell'Associazione;

se risulti al Ministro che il Presidente nazionale uscente, nel maggio del 2002, avrebbe inviato a tutte le sezioni territoriali dell'associazione una lettera di propaganda elettorale con l'indicazione nominativa dei candidati da votare e, in caso affermativo, se questa discutibile campagna elettorale epistolare sia stata sostenuta impegnando risorse, finanziarie, umane e materiali dell'Amministrazione o dell'Associazione;

se e quali iniziative, eventualmente anche volte ad una modifica statutaria, si intendano assumere per ristabilire il corretto equilibrio tra le esigenze di autonomia organizzativa dell'A.N.F.I., quelle di vigilanza del Ministro dell'economia e delle finanze;

se le autorità tutorie non ritengano utile un loro diretto e tempestivo intervento, per ristabilire un clima di concordia tra tutti gli associati.(3-02083)

 


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