CASO MAGGIORE BARILARO, INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE PRESENTATA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA DALL'ONOREVOLE ALFIERO GRANDI (DS)

lunedì 24 giugno 2002

 

Pubblichiamo il testo dell’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Alfiero Grandi (Democratici di sinistra) al Ministro dell’economia e delle finanze sul congedamento del maggiore della Guardia di Finanza Sergio Barilaro.

 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE DELL’ON. ALFIERO GRANDI

AL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 

GRANDI. Al Ministro dell’Economia e delle Finanze Per sapere premesso che:

in data 6 giugno 2002, il Maggiore della Guardia di Finanza Sergio Barilaro, ha presentato una istanza di collocamento in congedo con decorrenza 1° luglio 2002;

nella detta istanza l’ufficiale dichiara di essre costretto a chiedere il collocamento in congedo per fronteggiare un trasferimento dalla sede di Milano ove ha prestato servizio ed ove vive unitamente alla famiglia, a quella di Cosenza, con conseguenti problematiche di tipo familiare;

tenuto conto delle ragioni illustrate dall’ufficiale del Corpo che questo trasferimento è stato deciso in presenza di altri ufficiali che gradiscono quella assegnazione;

il Maggiore Sergio Barilaro, afferma che qualora intervenisse un ripensamento dell’Amministrazione, ritirerebbe la domanda di congedo;

Il sottoscritto chiede di conoscere :

1.      se consideri la perdita di un ufficiale superiore della Guardia di Finanza, con sedici anni di servizio ed una esperienza operativa di primo livello, una conseguenza accettabile da parte della Guardia di Finanza;

2.      se effettivamente la Guardia di Finanza, nell’assegnazione alle diverse sedi di servizio, non debba differenziare tra gli ufficiali con famiglia al seguito e gli ufficiali scapoli;

3.      quale sia l’esatto numero degli ufficiali (all’interrogante ne risultano diversi casi) che, spontaneamente e prima del raggiungimento dei limiti di età, negli ultimi quattro anni hanno lasciato il Corpo;

4.      se il Comando generale della Guardia di Finanza abbia indagato sui motivi di tale scelta;

5.      se tale situazione non debba essere rivista, ad esempio prevedendo vantaggi non soltanto di tipo economico ma anche di carriera per chi si offre di coprire una sede disagiata;

6.      se risulti provato che il Maggiore Sergio Barilaro, nel corso della sua carriera, sia stato sempre trasferito in corso d’anno e non nell’ambito della pianificazione annuale dei trasferimenti (con ciò significando che il predetto ha sempre risposto in passato alle improvvise esigenze dell’Amministrazione di cui fa parte);

7.      se effettivamente, in conseguenza della nota indagine “Mani pulite” nella quale numerosi finanzieri furono arrestati nel 1994, il Maggiore Sergio Barilaro sia stato assegnato ad uno degli incarichi più delicati alla sede di Milano, con l’incarico di ricostruire il rapporto di fiducia con quella Procura della Repubblica;

8.      se risulti provato che il predetto ufficiale, abbia svolto con professionalità ed impegno l’incarico richiesto, riscuotendo in più occasioni il plauso della locale Magistratura;

9.      se risulti corrispondente al vero che, quando Barilaro è stato trasferito a Cosenza (anno 2001) assegnandolo ad un incarico da Maggiore all’epoca era un Capitano che doveva ancora essere valutato per la promozione dal Comando generale della Guardia di finanza, mentre c’era un ufficiale già con il grado di Maggiore che aveva prestato quasi sempre servizio non operativo, scapolo, che inviato alla sede di Cosenza avrebbe obiettivamente avuto meno problemi familiari rispetto al Maggiore Barilaro;

10.  se nella scelta tra i due siano state considerate le differenti situazioni familiari, le differenti distanze tra gli affetti, i differenti incarichi che prestavano i due ufficiali;

11.  se risulti provato che al termine del Corso Superiore di Polizia Tributaria, gli ufficiali titolati vengano ordinariamente trasferiti ad incarichi presso nuclei provinciali e regionali di polizia tributaria;

12.  se effettivamente nel 2001 tutti gli ufficiali licenziati dal Corso siano in effetti stati trasferiti a nuclei regionali e provinciali di pt, ad eccezione di un Maggiore trasferito al Comando generale e se conseguentemente in caso positivo, non ritenga uno spreco titolare un ufficiale per poi impiegarlo in incarichi d'ufficio;

13.  se corrisponda al vero che il detto Maggiore, in passato abbia svolto l’incarico di aiutante di campo di Generali del Corpo;

14.  se risulti provato che, sempre all’epoca del trasferimento patito dal Maggiore Barilaro, vi fosse un altro collega di corso dell'ufficiale, il quale da numerosi anni prestava servizio al Comando generale – Ufficio Informatica e, pur essendo scapolo e risiedendo in una sede più vicina a Cosenza, rispetto a quella del Maggiore Barilaro, non è stato trasferito a Cosenza in sua vece;

15.  se nella scelta del maggiore Barilaro per coprire la sede di Cosenza, sia stato considerato che le professionalità e le esperienze maturate negli incarichi ricoperti a Milano dall’ufficiale, in materia di fiscalità internazionale, di indagini finanziarie su società quotate in Borsa, probabilmente a Cosenza non sarebbero state utilizzate adeguatamente;

16.  se corrisponde al vero che con la lista dei trasferimenti del 2001 dal Nucleo Regionale di Milano siano stati trasferiti ben sei capitani (compreso l’allora Capitano Barillaro) contro l’arrivo di uno soltanto;

17.  Quale fosse la situazione deficitaria degli ufficiali in quel reparto, rispetto alle dotazioni organiche;

18.  se corrisponda al vero che con la lista dei trasferimenti del 2001 dal Comando generale siano stati trasferiti sei capitani contro 24 in arrivo;

19.  se tale atteggiamento corrisponda ad una gestione prudente delle risorse da parte della Guardia di Finanza;

20.  se effettivamente al verificarsi del trasferimento del Maggiore Barilaro, il Procuratore della Repubblica di Milano, abbia formalmente richiesto la permanenza a quella sede dell’ufficiale, al fine di non pregiudicare talune indagini in corso;

21.  se effettivamente al Maggiore Barilaro, in seguito al verificarsi di noti eventi luttuosi di rilevanza internazionale, fosse stata affidata da quella Procura la direzione di complesse indagini finanziarie connesse ad estremisti islamici;

22.  se risulti corrispondente al vero che di fronte alla rinnovata necessità del Procuratore di Milano, in conseguenza di queste ultime indagini, il Comando generale abbia ritenuto di non revocare il trasferimento del Maggiore Barilaro ma di procrastinarlo di appena due mesi, rappresentando al Procuratore D’Ambrosio che non vi sarebbero state altre proroghe;

23.  quale fosse la rilevanza delle indagini in corso da parte della Procura di Orbassano che, nello stesso periodo, invece sarebbe stata “accontentata” in una analoga richiesta concernente altro ufficiale;

24.  considerato che l’ufficiale sarebbe stato trasferito unicamente “per dare il cambio ad altro ufficiale in sede non ambita”, come asserito dal Comando generale, per quale motivo, pure in presenza di tre colleghi desiderosi di coprire la sede diCosenza, reperiti dallo stesso Maggiore Barilaro, il Comando generale abbia ritenuto di non soprassedere a tale irrazionale trasferimento;

25.  se risulta provato che alla sede di Cosenza rivesta attualmente l’incarico di Comandante Provinciale un Colonnello che aveva già svolto servizio in sede non ambita, quando vi sono decine di Colonnelli del Corpo che questo sacrificio non l’hanno patito;

26.  se, in definitva, alla luce delle motivazioni riportate nella suddetta istanza e delle connese determinazioni del Comando generale della Guardia di Finanza, non sia necessario o quanto meno opportuno che il predetto Comando generale desista da tale trasferimento, per lo meno fino al verificarsi delle condizioni di tipo familiare che l’ufficiale richiede per potersi temporaneamente allontanare dalla famiglia;

27.  se, più in generale, l’On. Ministro non ritenga di cogliere l’occasione per disporre di procedere ad una completa riforma della disciplina dei trasferimenti nella Guardia di Finanza che, annualmente, proprio in ragione della apparente arbitrarietà con la quale essi si manifestano, costano allo Stato, in termini di esodo di ufficiali preparati e professionalizzati, che transitano in attività professionali presso privati.

21 giugno 2002

 


Tua email:   Invia a: