ATTIVITA' GDF E RIFORME, LA RELAZIONE DI CARLO GERMI AL CONVEGNO DI TREVI

giovedì 26 aprile 2001

 

Vi parlo come segretario generale dell’associazione Finanzieri, Cittadini e Solidarieta’ - Ficiesse, una associazione che annovera tra i suoi 1300 iscritti, oltre a privati cittadini, numerosi appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza - del quale anch’io faccio parte - di ogni categoria e grado.

Saluto le Autorità e tutti i presenti.

Un particolare ringraziamento è dovuto agli organizzatori di questo convegno: simili manifestazioni costituiscono il modo più efficace di esprimere le nostre posizioni sui temi di stretta attualità. Si tratta, peraltro, di opinioni di addetti ai lavori che noi di Ficiesse stiamo esponendo in numerose occasioni. Lo abbiamo fatto e lo facciamo nell’ambito della rappresentanza militare innanzi alle Commissioni parlamentari competenti, negli incontri con il Presidente del Consiglio o con i Ministri interessati; lo abbiamo fatto e lo facciamo quali esponenti di associazioni culturali, ai rappresentanti dei partiti politici con i quali riusciamo a intrattenere rapporti.

E lo facciamo perché siamo consapevoli:

1.            che sia necessaria l’effettiva affermazione della libertà di pensiero quale strumento di crescita culturale e sociale anche nel mondo militare;

2.            che sia imprescindibile lo sviluppo dei valori della solidarietà tra gli operatori delle forze dell’ordine e delle forze armate, e tra questi e i lavoratori degli altri settori pubblici e privati;

3.            che sia indispensabile la realizzazione di adeguate forme di tutela, individuali e collettive, per il personale militare.

Da tutti coloro con cui riusciamo a dialogare riceviamo riscontri positivi e interesse ai nostri argomenti; cosa che lascia ben sperare per il riconoscimento di veri strumenti di tutela per il personale ad ordinamento militare. Convegni come quello di oggi, organizzato dal SILP e dalle associazioni, sono indispensabili per proseguire su una strada giusta, come indispensabile è l’appoggio concreto e convinto della CGIL.

La strada, infatti, deve essere quella di illustrare a tutti coloro che vogliono ascoltarci, alle Autorità, agli addetti ai lavori e soprattutto ai cittadini la nostra condizione. E, dopo averla illustrata, spiegare "cosa" proponiamo e "perché" il nostro progetto di innovazione permetterà alle Forze armate di corrispondere alla domanda di sicurezza e di legalità con maggiore efficacia e maggiore efficienza.

Lo status militare non può continuare ad essere giustificazione per impedire una effettiva tutela per il personale. Molti paesi europei dimostrano con i fatti, da decenni, come lo status militare si possa efficacemente coniugare con la tutela sindacale e come ciò torni a vantaggio della qualità dei servizi resi ai cittadini.

Purtroppo, si sostiene ancora, anche in autorevoli sedi istituzionali, che la sindacalizzazione delle organizzazioni militari indurrebbe inefficienza.

Così non è!

Lo testimonia il personale della Polizia di Stato con il quale giornalmente ci confrontiamo, la cui efficienza non ha nulla da invidiare a quella delle altre due principali Forze di polizia. Un personale al quale viene garantita una maggiore serenità, grazie al più elevato tasso di democrazia esistente all’interno della loro Istituzione, in ragione della sindacalizzazione.

"Sicurezza e difesa" è il tema di questo convegno.

La Guardia di Finanza ha, in tale quadro, una collocazione particolare rispetto agli altri protagonisti. L’ordinamento (in particolare la 121/81 e ora anche il decreto legislativo 19 marzo 2001, n.68) ci pone su di un piano di concorso; tuttavia non si può disconoscere che negli ultimi tempi l’attività del Corpo è stata connotata da una maggiore partecipazione alla risposta che viene fornita alla domanda di sicurezza da parte del cittadino. Ma il campo primario, quello dove il Corpo esprime la maggiore professionalità e compie gli sforzi più notevoli e qualificanti rimane quello del contrasto alla criminalità economico-finanziaria.

Il cittadino è oggi colpito da una criminalità organizzata sempre più diversificata nei settori delinquenziali ed è colpito dalla microcriminalità. Sono certamente questi gli aspetti che più oggi lo colpiscono, direi gli aspetti che più lo rendono insofferente per i quali, in definitiva, domanda "sicurezza".

Tuttavia esiste una criminalità connotata da una complessità del tutto peculiare, intrinsecamente collegata con la realtà economica, che va, contrastata con altrettanta fermezza. Molti hanno messo in luce come il crimine organizzato progressivamente cerchi di diventare "rispettabile", penetrando nel sistema legale, grazie anche all’offerta di "crimini di servizio" all’industria (per esempio, lo smaltimento illegale delle scorie tossiche).

Le più recenti esperienze dimostrano come sia crescente il peso economico che le organizzazioni criminali hanno raggiunto nella realtà finanziaria ed imprenditoriale e come sia sempre maggiore l’internazionalizzazione delle attività economiche criminali, che si sviluppano anche in mercati lontani. Questo è il terreno di contrasto nel quale opera e nel quale sempre di più sarà chiamata ad incidere la Guardia di Finanza.

Ed e’ proprio a valorizzare questa speciale professionalità della Guardia di Finanza, per salvaguardare questo grandissimo patrimonio del Paese, che l’associazione Finanzieri Cittadini e Solidarietà sta chiedendo cambiamenti profondi all’Istituzione, viste anche le trasformazioni dell’amministrazione pubblica in generale e di quella finanziaria in particolare.

Ficiesse intende attualizzare proposte che mirano:

1.            a bloccare l'attuale processo di involuzione della GDF, a causa del quale centinaia di uomini si congedano ogni anno, e migliaia sono sottoimpiegati ed insoddisfatti;

2.            a specializzare sempre più il Corpo come polizia tributaria ed economica e non già quale polizia a competenza generale;

3.            a far si che le tre polizie operino in modo integrato sul territorio per garantire maggiore giustizia e sicurezza al cittadino, senza sovrapposizioni e imbarazzanti interferenze;

4.            a sradicare il problema del periodico verificarsi di gravi fatti di corruzione affrontandolo con maggiore scientificità, individuandone le cause organizzative e culturali che lo favoriscono.

Per questo, quale contributo progettuale, l’associazione reputa indispensabile:

·               l’introduzione di nuovi moduli operativi volti alla prevenzione dell’evasione fiscale, da affiancare a quelli tradizionali di mera repressione, in modo da favorire l’adesione spontanea di tutti i cittadini ai loro doveri di contribuzione;

·               la ristrutturazione della Guardia di Finanza in tre soli livelli di direzione e controllo (nazionale, regionale e provinciale ), ed un solo livello di esecuzione del servizio, in modo da invertire l’attuale rapporto che vede gran parte delle risorse dell’organizzazione assorbite in attività di autofunzionamento;

·               lo spostamento di risorse e leve gestionali dal centro ai livelli regionali, favorendo in tal modo l’integrazione del dispositivo sul territorio, con l’azione antievasione delle nuove agenzie del Ministero delle finanze;

·               la riprogettazione dei sistemi di pianificazione e controllo di gestione, per governare i processi e sostenere le negoziazioni degli obiettivi a tutti i livelli della struttura;

·               l’introduzione di sistemi premiali di tipo monetario collegati al conseguimento degli obiettivi negoziati ai diversi livelli di responsabilità;

·               l’apertura delle carriere per il personale in relazione ai meriti ed alla professionalità;

·               la selezione dei dirigenti sulla base della capacità di conseguire gli obiettivi negoziati e di lavorare in team;

·               la sostituzione dell’attuale stile di conduzione dell’organizzazione di tipo autoritario/paternalista con lo stile partecipativo.

A questo punto, non mi rimane che evidenziare la circostanza che tutte le associazioni qui presenti hanno certamente contribuito, particolarmente in questi ultimi anni, unitamente ai delegati della rappresentanza, a far nascere e crescere all’interno del mondo militare la coscienza collettiva che i suoi appartenenti sono cittadini portatori di doveri ma anche titolari di diritti.

Concludo, ringraziando tutti per l’ascolto prestato e con la speranza di essere riuscito a trasmettere l’ansia di partecipazione del personale che opera in organizzazioni delicate e strategiche, ma non per questo prive di problemi che attendono soluzioni rapide e concrete.

Dichiaro infine la nostra permanente disponibilità nei confronti di tutti, istituzioni, forze politiche, sindacati, associazioni, per mantenere vivo il più ampio dibattito, al fine di costruire un modello ragionevole di organizzazione sindacale che vada incontro alle aspettative dei Cittadini, delle Istituzioni e degli appartenenti alle Forze di polizia ad ordinamento militare.

 

CARLO GERMI


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