LETTERA DEL COCER GDF A TREMONTI SULLA PARAMETRAZIONE: “RIEQUILIBRARE L’INTERVENTO A FAVORE DEI RUOLI BASE E RIVEDERE IL DECRETO SUL RIORDINO DELLE CARRIERE”

sabato 03 maggio 2003

Con la delibera n. 3/41/9°, il Cocer della Guardia di Finanza ha preso posizione sul delicato tema della parametrazione e ha inviato una lettera, a firma del suo Presidente, al Ministro dell’economia Giulio Tremonti.

La missiva fa il punto della situazione e si distingue per l’accuratezza delle analisi e per l’incisività del messaggio, rivolto sia all’Autorità politica, sia alle gerarchie di vertice del Corpo.

Nel documento il Cocer coglie correttamente il vero nodo, individuandolo nel rapporto tra il nuovo sistema retributivo (i parametri, appunto, che andranno a sostituire gli attuali livelli) e l’assetto dei ruoli, con particolare riferimento agli ispettori, sovrintendenti, appuntati e finanzieri, cioè ai cosiddetti “non direttivi e non dirigenti”.

Il problema è che, nel disegno di decreto del Governo, la divaricazione di trattamento tra gli ufficiali e tutte le altre categorie, con il passare degli anni, è destinata ad allargarsi in modo eccessivo e insostenibile. Con la conseguenza – dice l’organo centrale della rappresentanza – che la parametrazione farà emergere tutti i limiti dell’assetto dei ruoli del personale non direttivo e non dirigente, frutto di una recentissima riforma che, evidentemente, “ha guardato più al premio di breve periodo, senza adeguatamente considerare gli effetti del lungo termine”.

Ma quali sono, in concreto, i rischi che si corrono con l’attuale configurazione dei parametri?

Questi, secondo il Cocer:

1)      la saturazione dei ruoli, favorita anche dall'innalzamento dei limiti di età;

2)      la crescente difficoltà di individuare funzioni chiare e distinte per ispettori, sovrintendenti e appuntati/finanzieri;

3)      la difficoltà a conferire ai rispettivi gradi vertice, e in primo luogo ai luogotenenti, delle funzioni reali, adeguate al loro grado, e non fittizie;

4)      l’eccessiva ridondanza dei gradi, che in ciascuno dei tre ruoli sembrano più finalizzati ad assicurare una “parvenza di carriera” piuttosto che il passaggio a effettive mansioni di superiore qualificazione (come si dovrebbe in una organizzazione efficiente);

5)      la lunga (se non lunghissima) permanenza del personale nei gradi vertice di ciascun ruolo, ai quali i meccanismi attuali di avanzamento permettono di accedere troppo rapidamente, creando un effetto-saturazione che penalizzerà, in particolare, i gradi a numero chiuso come quello di maresciallo aiutante;

6)      la difficoltà, infine, di passaggi verticali fra i ruoli, con particolare riferimento – aggiungiamo noi - ai passaggi dei sovrintendenti tra gli ispettori e di questi nel ruolo ufficiali.

Riportiamo, in allegato, la delibera del Cocer e la lettera del Presidente Poletti.


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