REPUBBLICA ON-LINE SULLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO: “DIFESA, BOCCIATA LA MENAPACE, LA CDL VOTA PER DE GREGORIO”

mercoledì 07 giugno 2006

Commissione Senato, ieri l'elezione dell'esponente di Prc appariva certa. Oggi, a sorpresa, è passato il rappresentante Idv.  Ed è scontro. Esulta il centrodestra: "Adesso è dei nostri". Di Pietro dice di non saperne nulla: "Deve subito dimettersi"



ROMA - Blitz della Cdl in Commissione Difesa del Senato. Ieri sembrava scontata la vittoria di Lidia Menapace, ottantaduenne candidata del Prc alla presidenza. Invece oggi è stato eletto il senatore dell'Italia dei Valori Sergio De Gregorio, con 13 voti, contro gli 11 ottenuti senatrice di Rifondazione. La votazione si è conclusa al terzo giro, preceduta dalle due "fumate nere" di ieri. Ed è subito esplosa la polemica: i senatori del centrodestra esultano e assicurano che De Gregorio "è ormai uno dei nostri". Dall'altra parte arrivano pesanti accuse di "mercimonio" e richieste di dimissioni immediate. De Gregorio chiama in causa il suo leader Di Pietro: "Sapeva tutto". Il ministro delle infrastrutture smentisce: "Non è vero. Deve dimettersi subito".


La vicenda. La Menapace, ex-partigiana e da sempre pacifista convinta, era sotto accusa per le dichiarazioni sulle Frecce Tricolori, definite da lei "inutili, uno spreco". Il portavoce nazionale dell'Udc, Michele Vietti, le aveva risposto prima della votazione: "L'Udc condanna le dichiarazioni fortemente lesive della dignità e del prestigio delle nostre forze armate e della loro insostituibile funzione di pace". Un appello chiaro affinché "la presidenza della commissione Difesa di Palazzo Madama venisse affidata a una figura diversa dalla senatrice Menapace, capace di interpretare il suo ruolo in maniera istituzionale e non faziosa".

Poi, questa mattina, il voto. Non c'erano state avvisaglie e gli undici senatori del centrosinistra (De Gregorio escluso) hanno votato Menapace che, data l'età (82 anni) era data per sicura nel caso prevedibile di pareggio (12 a 12). Ma i dodici senatori della Cdl, ai quali si è aggiunto De Gregorio, hanno riversato i loro voti sull'uomo dell'Idv e l'hanno eletto alla presidenza. Subito è esplosa la polemica con scambi di accuse pesantissimi.

Parla la Menapace
. La senatrice di Rifondazione è apparsa serena subito dopo il voto (era stata eletta segretario della stessa commissione), ma non per questo meno battagliera: "Continuo a fare parte delle commissione Difesa, da qui non mi toglie nessuno, proseguirò comunque le mie lotte in questa commissione". E ha aggiunto: "Mi aspettavo l'inghippo".

La telefonata nella notte. Esultanza, si diceva nella Cdl e, insieme, l'affermazione di un ruolo decisivo nell'esito del voto accompagnato da alcune rivelazioni. Ecco il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani: "FI e la Cdl sono state più che mai compatte nell'impedire l'elezione della Menapace, che sarebbe stato un vero e proprio affronto alle Forze Armate". E stanotte sarebbe stato proprio Schifani a telefonare a De Gregorio per chiedergli se fosse disponibile a diventare il "loro" candidato in commissione Difesa. Lo racconta il senatore forzista Paolo Guzzanti, vecchio amico di De Gregorio che descrive come "un eccellente cronista napoletano che ha fatto un percorso politico prima in Forza Italia, dalla quale è uscito per dissapori personali, e successivamente nella Dc. Per approdare, infine, all' Italia dei Valori, ma senza crederci troppo...".

Lo scontro nel centrosinistra. E nel centrosinistra partono le inevitabili quanto dure polemiche contro De Gregorio e l'Idv. Il quale, a sorpresa, coinvolge il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro: "Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro era stato informato di questa operazione che ha portato me alla presidenza della Commissione Difesa, per non lasciarla a una persona come Lidia Menapace, che non ha i nostri stessi valori".

A stretto giro la smentita, durissima, di Di Pietro. Il ministro definisce "stupefacenti" le parole di De Gregorio e lo invita a dimettersi immediatamente, visto che altrimenti risulterebbe come presidente eletto dal centrodestra. Per il leader dell'Idv "la decisione di De Gregorio di farsi votare dal centrodestra appartiene unicamente alla sua personale responsabilità politica, non essendo stato concordato alcun passaggio". "Anzi, per lui l'Idv aveva previsto la presidenza di un'altra commissione" - precisano Di Pietro e Nello Formisano (capogruppo dell'Idv al Senato), che poi prendono ancora di più le distanze da De Gregorio affermando: "Così facendo il candidato si colloca fuori dalla linea politica del nostro partito e dell'Unione".

In dubbio la lealtà di De Gregorio. Ad insinuarlo è Anna Finocchiaro, capogruppo dell'Unione al Senato, per la quale si tratterebbe di "una questione politica, dato che la Menapace, nelle sue dichiarazioni sulle Forze Armate, non ha detto niente di nuovo rispetto alla sua storia politica e personale". La Finocchiaro si scaglia contro De Gregorio accusandolo di scarsa fedeltà e riportando alla luce vecchi dissapori: "Il suo atteggiamento non solo viene meno ai patti, ma anche al dovere di lealtà nei confronti dell'Idv". Mentre, riguardo all'ipotesi prospettata da De Gregorio agli esordi del governo Prodi, di non concedergli la fiducia, la Finocchiaro è lapidaria: "Questa non è altro che la controprova del suo livello di affidabilità nei confronti del suo gruppo politico e dell'Unione intera".

La protesta del Prc.
"Che cosa è successo? Che le destre hanno votato un senatore del centrosinistra che si è prestato a questa operazione messa in piedi per tempo...". Il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena commenta così con durezza la vicenda. Per Spena si è trattato di "un volgare mercimonio, un vero colpo di mano. Una candidata come Lidia Menapace, con la sua storia e le sue convinzioni, non ha avuto il gradimento di questo componente del centrosinistra". Non si sbilancia ed evita di prendere parte alle polemiche il presidente della Camera Fausto Bertinotti: "Ho tanto da fare a pensare al mio ruolo e a come esercitarlo in questo equilibrio - tra uomo di parte e rappresentante delle istituzioni - che è bene che mi concentri solo su questo".

Dall'altra parte Gianfranco Fini che si dichiara "compiaciuto perchè il Senato ha reso
impossibile l'elezione di una esponente della sinistra più radicale ed estremista. Evidentemente - ha proseguito - anche una parte del centrosinistra si è accorto che le posizioni radicali e la logica antimilitaristica, espresse dalla Menapace, confliggono con il sentimento della maggioranza del Paese e di Palazzo Madama". E riguardo al comportamento di De Gregorio il presidente di An dimostra indulgenza:"Non lo conosco, ma posso dire che mentre un franco tiratore è sempre un vile, chi invece ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, merita sempre rispetto". Di posizione opposta
Manuela Palermi, presidente del gruppo "insieme con l'Unione, Verdi-Pdci" e capogruppo nella Commissione Difesa, si schiera al fianco della candidata di Rifondazione chiedendo ad alta voce le dimissioni di De Gregorio:"Quello che è accaduto oggi è un atto di gravità inaudita. Chiederò nelle sedi opportune, che il senatore De Gregorio sia invitato a dimettersi da presidente della Commissione Difesa - e conclude - E' necessario ed urgente un chiarimento all'interno del centrosinistra, e soprattutto con l'Italia dei Valori". Chiarimento che, subito dopo, è arrivato per bocca di Di Pietro.

(7 giugno 2006)

 

http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/politica/nuovo-governo-cinque/menapace/menapace.html


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