I FINANZIERI SONO “PERSONE”, NON PRATICHE D’UFFICIO - Giuseppe Fortuna sul caso del Brigadiere Fabio Giacca

mercoledì 27 maggio 2020

Un appartenente alla Guardia di finanza che aspiri anche una sola boccata di hashish va cacciato dal Corpo. Anch’io la penso così e lo dico in premessa.

Ma il Brigadiere Giacca hashish certamente non ha fumato e quindi sorprende che una Commissione disciplinare di secondo grado di fronte a una così evidente e dimostrata realtà, peraltro riconosciuta dalla Commissione di primo grado dopo un’istruttoria lunga, attenta e completa, abbia deciso di degradare ed espellere dal Corpo il Sovrintendente mettendo lui e la sua Famiglia letteralmente "sul lastrico”.

La sorpresa aumenta, poi, se possibile, quando si legge quella che dovrebbe essere “la parte motiva” del provvedimento: il n. 210031 (se abbiamo interpretato bene i numeri, scritti a mano) del 3 maggio 2019. Leggiamola insieme, è telegrafica: «Dall’esame della documentazione acquisita agli atti del presente accertamento amministrativo, sono emersi gravissimi illeciti disciplinari in ordine alla deprecabile condotta posta in essere dal Sovrintendente in argomento (…) l’interessato, anche tramite i suoi difensori, nel corso dell’intero accertamento amministrativo, non ha fornito idonee giustificazioni atte a suffragare la sua tesi difensiva».

Ma non è forse una “idonea giustificazione” l’aver acquisito (ex lege 241) e depositato agli atti del procedimento le fotografie dello stato di totale macerazione e di esposizione all’aria di quegli 840 chili di piante di marijuana? Non lo è l’aver dimostrato che quelle piante, nonostante fossero sotto sequestro, non erano (incredibilmente) state sigillate ma si trovavano all’aria aperta sotto un telo "ombreggiante"? Non lo è l’aver dimostrato che quell’infinità di piante sono rimaste lì, stese a terra, addirittura per undici lunghissimi mesi, all’interno di un box lamierato posto sotto il sole in un reparto a ridosso del mare? Box, per di più, con un tetto, anch’esso in lamiera, che nella parte appoggiata all’hangar era sollevato in più punti con scambio d’aria “continuo” tra i due ambienti?

Com’è possibile sottovalutare il fatto, oggettivo, che il Brigadiere Giacca fosse l'unico tra i suoi Colleghi a lavorare in quell’hangar per non meno di quattro ore al giorno, tutti i giorni? E che nove Colleghi assunti in atti dall’Ufficiale inquirente abbiano dichiarato - tutti, nessuno escluso - che in quell’hangar c’era un odore nauseabondo?

E potremmo continuare con la perizia commissionata dal Comando superiore con le affermazioni, non rispondenti alla realtà, che i sacchi erano "sugellati" e distanti rispetto ai luoghi di lavoro, con un tecnico che non ha fatto sopralluoghi fisici, con il test del capello che nei giorni immediatamente successivi avrebbe dovuto disporre l'Amministrtazione e di certo non il Sovrintendente (che tecnico non è), con un superamento minimo del livello di THC registrato nelle urine, con le altre ampie, precise e doviziose argomentazioni del TAR, eccetera, eccetera, eccetera.

Un "bravissimo", quindi, al Brigadiere Giacca, con i complimenti più vivi da tutta Ficiesse per aver tenuto duro.

Sta a noi, ora, dargli una mano. E che queste cose NON SI RIPETANO PIU'!

I FInanzieri sono "persone", non pratiche d'ufficio.

 

GIUSEPPE FORTUNA


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