SICUREZZA: A ESERCITO COMPITI CC., IPOTESI LA RUSSA DIVIDE. FAVOREVOLE COCER, CONTRARI SINDACATI PS

martedì 15 luglio 2008

(ANSA) - ROMA, 15 LUG - Nel giorno in cui la Camera approva l'emendamento al decreto sicurezza e in cui continuano le polemiche sui tagli al comparto, divide l'ipotesi del ministro della Difesa di estendere in futuro anche all'Esercito i compiti  
che l'Arma dei carabinieri oggi svolge in virtu' della sua doppia natura di forza armata e forza di polizia: favorevole e' il Cocer dell'Esercito, contrari i sindacati di polizia.
 

Ignazio La Russa ne aveva parlato ieri. Dopo aver precisato che ''e' una tesi ancora tutta da costruire'', aveva affermato di ritenere che ''in un futuro riordino generale, il compito che oggi e' dei Carabinieri - una forza militare, ma destinata stabilmente anche a compiti di ordine pubblico - possa essere esteso. Cioe' immagino che un Esercito che abbia una parte sempre preponderante di componenti capaci di svolgere entrambe le funzioni, a seconda di dove sono destinati, non possa che far bene sia alle forze di polizia che alle forze armate, in un momento in cui la flessibilita' e' un elemento importantissimo. L'esempio tipico e' appunto quello dei Carabinieri''.

 

La proposta piace all'Esercito. ''Condivido l'ipotesi del ministro della Difesa affinche' in prospettiva l'Esercito possa svolgere funzioni oggi proprie delle sole Forze dell'ordine'', dice il gen. Domenico Rossi, presidente del Cocer. Si tratta di un'ipotesi condivisibile, spiega, ''in quanto costituirebbe il naturale riconoscimento della ormai consolidata esperienza e professionalita' dimostrate nelle varie missioni all'estero e si tradurrebbe in un maggiore inserimento nel tessuto sociale, con indubbi riflessi positivi sulla condizione del personale.

 

Inoltre - prosegue Rossi, parlando a titolo personale - e' naturale che lo Stato prenda atto di potersi avvalere di proprie potenzialita', ora non pienamente sfruttate per rigidi schematismi e vecchi stereotipi gia' superati in altre nazioni''.
 
Ma l'idea viene bocciata dai sindacati di polizia. ''La posizione del ministro - dice il segretario del Sap Nicola Tanzi - ci lascia stupiti perche' riteniamo che il problema principale della sicurezza non sia assegnare o far svolgere all'Esercito o alle Forze armate compiti di ordine pubblico e di polizia giudiziaria, ma destinare maggiori fondi per la formazione e l'aggiornamento del personale delle forze dell'ordine''. Il progetto ''di trasformare una parte dell'Esercito o delle Forze armate in una ennesima forza di polizia ad ordinamento militare, rischia di creare soltanto problemi alla gestione concreta della sicurezza e di assorbire inutilmente risorse''.
 
''L'intenzione dichiarata dal ministro La Russa - afferma invece il segretario del Silp, Claudio Giardullo - la dice lunga sul grado di modernita' del progetto governativo in materia: nessuna considerazione del fatto che in tutto il mondo democratico occidentale le funzioni di sicurezza sono attribuite all'autorita' civile, completa indifferenza rispetto alla profonda diversita' di funzioni e di professionalita' tra le funzioni di sicurezza e difesa''. E, prosegue il Silp, ''assoluta noncuranza della storia patria'', considerato che ''l'ultima volta che in Italia e' stato impegnato l'Esercito con funzioni di ordine pubblico e' stato nel 1898, quando il generale Bava Beccaris, per ordine di Umberto I, ha soffocato con le armi i tumulti di Milano per il rincaro del pane''. (ANSA).


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