IL CASO CIAVARELLI ARRIVA IN PARLAMENTO. PRESENTATE TRE INTERROGAZIONI DA MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE SUL DELEGATO DEL COCER MM INCREDIBILMENTE PERSEGUITO IN VIA DISCIPLINARE PER UN SOBRIO COMUNICATO ALLA STAMPA

sabato 26 luglio 2008

Il 23 luglio scorso abbiamo dato notizia di come sia iniziato l’esame della riforma della rappresentanza militare presentata dal Sen. Ramponi; per una curiosa coincidenza temporale, negli stessi giorni tre parlamentari (uno di maggioranza e due d’opposizione) si sono interessati al caso del delegato Cocer Marina, Antonello Ciavarelli, il quale è stato sottoposto ad un procedimento disciplinare per aver pubblicamente espresso la sua opinione sull’impiego delle Forze Armate in compiti di Polizia.

I parlamentari che hanno presentato le interrogazioni al Governo che pubblichiamo sono: l’On. Giulio Marini del Popolo della Libertà, già relatore per la riforma della rappresentanza nella scorsa legislatura nonché ex Senatore di Forza Italia; l’On. Giovanni Paladini dell’Italia dei Valori, Commissario della Polizia di Stato; infine il Sen. Gian Piero Scanu del Partito Democratico.

Ricordiamo che quest’ultimo il 19 giugno ha presentato anch’egli un DDL sulla riforma della rappresentanza militare, di cui si attende l’assegnazione alla Commissione Difesa per l’esame, nella speranza che il suo contenuto sia coerente con l’interrogazione presentata dal parlamentare per quanto riguarda la libertà d’espressione dei delegati della rappresentanza militare.

Delle interrogazioni sull vicenda Ciavarelli si è anche interessato il Secolo d'Italia, giornale politico di Alleanza Nazionale, con l'articolo di ieri che riportiamo in allegato.

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ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00686

Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 35 del 15/07/2008

Firmatari

Primo firmatario: MARINI GIULIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 15/07/2008

Destinatari

Ministero destinatario:

·         MINISTERO DELLA DIFESA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 15/07/2008

Stato iter:
Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 35 del 15/07/2008

Firmatari

Primo firmatario: MARINI GIULIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 15/07/2008

Destinatari

Ministero destinatario:

·         MINISTERO DELLA DIFESA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 15/07/2008

Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00686
presentata da
GIULIO MARINI
martedì 15 luglio 2008 nella seduta n.035

GIULIO MARINI. -

Al Ministro della difesa.

- Per sapere - premesso che:

in merito ad un articolo scritto e apparso su siti Internet dal titolo «l'unica arma, la buona volontà», al Maresciallo Antonio Ciavarelli del Co.Ce.R. M.M., giorno 7 giugno 2008 venivano «contestati gli addebiti» con la seguente dicitura, ripresa dal rapporto disciplinare inviato dall'ammiraglio Rosati su disposizione del Capo di Stato Maggiore della Capitaneria di Porto di Taranto, comando di appartenenza del delegato: «La S.V. qualificandosi come delegato COCER/M, ha rilasciato su alcuni organi di Informazione dei comunicati. Dall'esame delle citate dichiarazioni, sono state rilevate violazioni all'articolo 19 della legge n. 382 del 1978 e gli articoli 8, 9, 10 del R.A.R.M. in quanto il contenuto esula dalla competenza della Rappresentanza militare. Inosservanza dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 520 del 1992 in quanto le dichiarazioni rilasciate non erano supportate, dal Consiglio stesso». Il pensiero scritto dal Delegato e le materie rientrano proprio in quelle della citata legge e nei citati regolamenti. Il motivo di fondo era la tutela fisica, giuridica, la professionalizzazione e indirettamente il trattamento economico del personale della Guardia Costiera che rappresenta. Inoltre il Maresciallo firmava l'articolo a titolo personale e come singolo delegato Co.Ce.R. e non a nome di un organo della Rappresentanza. In relazione all'accadimento suindicato ed in considerazione che il decreto del Presidente della Repubblica contestato all'articolo 3 prevede che l'eccezione del divieto di rilascio di dichiarazioni ad organi di Informazione sia per i «soli» componenti del Co.Ce.R., è necessario che si faccia una più ampia riflessione per verificare la validità dei Regolamenti esistenti in materia delle Tutele del Delegato della Rappresentanza Militare, in considerazione che:

a) tali accadimenti possono essere ricondotti ad azioni sostanzialmente intimidatorie dalle quali sfociano indebite pressioni psicologiche sull'Organo della Rappresentanza Militare nel suo insieme e nei singoli Delegati della Rappresentanza Militare tali da produrre una limitazione del mandato democraticamente conferito dalla base rappresentata ponendo in discussione anche la validità e legittimità del medesimo mandato di rappresentanza del personale delle Forze Armate;

b) le criticità che tali azioni producono sono la riduzione, di fatto, del diritto alla rappresentanza degli interessi collettivi del personale rappresentato e previste dalle leggi e regolamenti vigenti, ciò trova ampia conferma dalla Delibera n. 16/2008 nei contenuti della quale, il Co.Ce.R. Interforze stigmatizza quanto sia importante considerare l'elemento «libertà di pensiero» del Delegato imprescindibile per la corretta rappresentanza delle esigenze del personale delle Forze Armate -:

se sia intendimento del Ministro della difesa farsi garante dell'armonica funzionalità della Rappresentanza Militare attraverso una revisione o modifica delle norme (RIRM) che possano definire un processo di «Tutela del Delegato» della Rappresentanza Militare in maniera chiara ed intelligibile eliminando così ogni possibile equivoco sulla possibilità di indebite pressioni psicologiche sui Delegati ed i rispettivi Consigli della Rappresentanza Militare ed evitando una limitazione di tutta la struttura della Rappresentanza in un processo di frammentazione che alteri il principio di unitarietà che è insita nel suo motto «una sors»;

se non si ritenga che tale procedimento e il proseguire dei fatti succitati non solo rappresenterebbero un grave precedente per la limitazione del mandato, ma oltretutto sarebbe in netto contrasto con le previsioni future della affermazione della professionalizzazione e democraticizzazione delle Forze Armate;

quali azioni intenda intraprendere affinché non vengano messe in discussione le norme e la prassi consolidata del Consiglio Centrale in riferimento all'accadimento citato che, si ritiene, non abbia esorbitato le funzioni proprie della Rappresentanza Militare e tenendo conto che la sicurezza, il benessere ed il trattamento economico nonché i processi di professionalizzazione rientrano negli ambiti dei compiti della Rappresentanza Militare.(4-00686)

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Atto n. 4-00315

Pubblicato il 10 luglio 2008
Seduta n. 36

SCANU - Al Ministro della difesa. -

Premesso che:

nell’ambito dell'attività della Rappresentanza militare le norme in vigore si preoccupano legittimamente di sanzionare i casi di limitazione del mandato nella convinzione che debba essere tutelata l'attività degli organismi di rappresentanza e quella dei singoli delegati che li compongono nell'interesse stesso dell'istituzione militare;

con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione è diventato frequente l'uso di tecnologie informatiche dove è sempre più difficile la distinzione tra espressione personale e fenomeno di comunicazione pubblica;

un caso emblematico da questo punto di vista può ritenersi l'iniziativa assunta dal maresciallo Antonio Ciavarelli del Comitato centrale di rappresentanza (CoCeR) della Marina, per un articolo scritto e apparso su siti Internet dal titolo “Guardia Costiera «l'unica arma, la buona volontà;

a seguito di tale pubblicazione gli venivano “contestati addebiti disciplinari” perché qualificandosi come delegato CoCeR/M, ha rilasciato su alcuni organi di informazione dei comunicati. Dall’esame delle citate dichiarazioni, sono state rilevate violazioni dall’articolo 19 della legge n. 382 del 1978 e gli articoli 8, 9, 10 del Regolamento di attuazione della rappresentanza militare (RARM), in quanto il contenuto esula dalla competenza della Rappresentanza militare, nonché l'inosservanza dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 520 del 1992 in quanto le dichiarazioni rilasciate non erano supportate dal Consiglio stesso;

quanto scritto dal Maresciallo e le materie trattate rientrano per tanti aspetti nel più ampio contenuto della tutela del personale;

inoltre si tratta di una iniziativa, assunta da parte del maresciallo Ciavarelli a titolo personale e non a nome di un organo della rappresentanza;

l'azione di controllo dell'amministrazione deve sempre conciliare le esigenze dell'istituzione con la difesa della libertà di espressione, evitando situazioni che possano, al di là delle intenzioni, configurarsi come pressioni psicologiche sui delegati e sugli organismi di cui fanno parte,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo ritenga opportuno intraprendere per superare i contrasti interpretativi insorti sull'operato del maresciallo Ciavarelli, senza dare corso allo strumento del procedimento disciplinare che, a giudizio dell'interrogante, appare nel caso di specie improprio.

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ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00589

Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 31 del 09/07/2008

Firmatari

Primo firmatario: PALADINI GIOVANNI
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 09/07/2008

Destinatari

Ministero destinatario:

·         MINISTERO DELLA DIFESA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 09/07/2008

Stato iter:

IN CORSO
 


Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00589
presentata da
GIOVANNI PALADINI
mercoledì 9 luglio 2008 nella seduta n.031

PALADINI. -

Al Ministro della difesa.

- Per sapere - premesso che:

il giorno 7 giugno 2008 al Maresciallo Antonio Ciavarelli del Co.Ce.R. Marina, destinato alla Capitaneria di porto di Taranto, venivano «contestati degli addebiti» in seguito ad un rapporto disciplinare inviato dall'ammiraglio Rosati (capo del I Reparto dello S.M.M.) su disposizione del Capo di Stato Maggiore della Marina per un articolo scritto e apparso su siti internet dal titolo «Guardia Costiera l'unica arma, la buona volontà». Il rapporto disciplinare cita: «La SV., qualificandosi come delegato COCER/M, ha rilasciato su alcuni organi di informazione dei comunicati. Dall'esame delle citate dichiarazioni, sono state rilevate violazioni all'articolo 1 della legge 382/78 e gli a 8, 9, 10 del R.A.R.M., in quanto il contenuto esula dalla competenza della Rappresentanza militare. Inosservanza dell'articolo 3 del decreto del presidente della Repubblica 520/92 in quanto le dichiarazioni rilasciate non erano supportare dal Consiglio stesso;

quanto scritto dal Maresciallo e le materie trattate, invece, rientrano proprio in quelle della citata legge e nei citati regolamenti! Il motivo di fondo era la tutela fisica, giuridica, la professionalizzazione e indirettamente il trattamento economico del personale della Guardia Costiera che rappresenta;

Ciavarelli firmava l'articolo sia a titolo personale e sia come singolo delegato Co.Ce.R. e non a nome di un organo della rappresentanza. Per di più, comunque, il decreto del Presidente della Repubblica contestato n. 590/92), all'articolo 3 prevede che l'eccezione di divieto di rilascio di dichiarazioni ad organi di informazione sia per soli componenti del Co.Ce.R.

tale azione dello Stato maggiore nei confronti di Capo Ciavarelli, a parere dell'interrogante risulta essere un fatto fortemente intimidatorio che comporta pressioni psicologiche sui delegati, tali da mettere in discussione la validità e legittimità del mandato;

quanto sopra è anche confermato dai tantissimi attestati di stima e solidarietà dai più importanti sindacati di polizia, nonché forti prese di posizione dei singoli Consigli di base, Intermedi (Capitanerie e Maridipart Taranto), delle Sezioni Co.Ce.R. (compresa all'unanimità, quella della stessa Marina militare) oltre che quella decisa del Co.Ce.R. Interforze che ha chiesto al Capo di Stato Maggiore della difesa «di bloccare immediatamente il provvedimento intervenendo a tutela del mandato» -:

quali azioni intenda intraprendere affinché non vengano messe in discussione le norme e la prassi consolidata del Consiglio Centrale, in quanto si ritiene che il fatto non sussista, perché non si intravede, nell'articolo del delegato Ciavarelli, alcuna prevaricazione delle competenze della rappresentanza militare, nelle quali la sicurezza e il trattamento economico e la professionalizzazione rientrano a pieno titolo, oltre alla facoltà di qualsiasi militare di esprimere il proprio pensiero (ex articolo 9 legge 382/78);

se vi sia l'intenzione di bloccare il provvedimento dando altresì la giusta interpretazione delle norme al fine della libera espressione dei delegati della rappresentanza militare e della tutela degli stessi delegati, ciò nella convinzione che tale procedimento e il proseguire dei fatti succitati, non solo rappresenterebbero un grave precedente per la limitazione del mandato, ma oltretutto sarebbe in netto contrasto con le previsioni future dell'affermazione della professionalizzazione e democratizzazione delle Forze Armate.
(4-00589)

 


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