2 GIUGNO: PARATA RIDOTTA, CON 'L'ABRUZZO NEL CUORE'. BERLUSCONI IN RITARDO. NAPOLITANO, BENE SOBRIETA' E RIGORE

mercoledì 03 giugno 2009

2 GIUGNO: PARATA RIDOTTA, CON 'L'ABRUZZO NEL CUORE' /ANSA
BERLUSCONI IN RITARDO. NAPOLITANO, BENE SOBRIETA' E RIGORE
(di Vincenzo Sinapi)
(ANSA) - ROMA, 2 GIU - ''L'Abruzzo nel cuore'' c'e' scritto
sulla fiancata del camion militare che trasporta il carico
variopinto cui sono andati gli applausi piu' forti del pubblico
assiepato in via dei Fori Imperiali: a bordo, gli uomini e le
donne che si sono prodigati, e lo fanno tuttora, per le
popolazioni messe in ginocchio dal terremoto.
Militari, protezione civile, vigili del fuoco, forze
dell'ordine, volontari di cento associazioni diverse: tutti
insieme e ognuno con la sua uniforme, un sorriso e la mano che
si agita a ricambiare i saluti. Spariscono i formalismi nel
settore che chiude la parata per la festa della Repubblica, un
settore con in testa i gonfaloni della Regione Abruzzo, della
Provincia e del Comune dell'Aquila e che e' composto
dall'esercito multiforme sceso in campo per quella emergenza.
La Rivista militare del 2 giugno valorizza ogni anno di piu'
le sue componenti civili e questo e' successo anche oggi: nessun
carro armato, niente mezzi blindati o speciali, salvo quelli dei
vigili del fuoco e delle forze di polizia. Per la prima volta,
in compenso, un intero blocco e' riservato alla protezione
civile: non solo terremoto, ma anche rifiuti in Campania.
Per il resto, visti i tempi di crisi, la parata 2009 e' stata
piu' breve e economica: sono stati tagliati tempi (80 minuti
invece dei tradizionali 90) e partecipanti (circa 6 mila 400
contro i 7 mila 200 della passata edizione); ridimensionati gli
allestimenti lungo il percorso, eliminando le coperture di
diverse tribune. Con i risparmi ottenuti, la Difesa ha potuto
devolvere un milione di euro a favore delle zone terremotate.
Una impostazione piu' sobria, dunque, ampiamente condivisa
dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in un
messaggio al ministro della Difesa La Russa scrive di aver
''molto apprezzato come, nella difficile contingenza che il
Paese sta attraversando, ella abbia voluto adottare misure atte
a conferire all'evento toni di sobrieta' e rigore, senza nulla
togliere alla celebrazione, e contribuire al conferimento di
risorse per l'assistenza e la ricostruzione in Abruzzo''.
La parata, seppure in tono un po' minore, si e' svolta
secondo programma. A parte i soliti incidenti di percorso -
l'asta di una bandiera che si e' spezzata e la cartucciera di un
militare caduta per terra proprio davanti al palco presidenziale
- il principale inconveniente e' stato l'arrivo in ritardo del
premier Berlusconi. Sul palco, le facce delle autorita' sono
rimaste a lungo perplesse. ''Al presidente Napolitano abbiamo
spiegato subito cosa era successo'', racconta il ministro La
Russa, che sedeva accanto alla sedia vuota di Berlusconi. Che
cosa? ''Il torcicollo. Berlusconi aveva problemi di salute e,
dopo essere stato all'Altare della Patria, e' andato a farsi
un'iniezione. Solo che chi gliela doveva fare e' arrivato in
ritardo''. Il premier, appena giunto sul palco, si e' scusato
con il capo dello Stato, allargando le braccia, e Napolitano -
e' sempre La Russa che parla - ''e' stato molto carino,
affettuoso, gli ha detto di riguardarsi, 'mi raccomando'''.
Arrivato Berlusconi, il palco presidenziale era al completo:
in prima fila, con il capo dello Stato, anche i presidenti di
Senato e Camera, Schifani e Fini, quello della Consulta
Amirante. C'erano il leader del Pd Franceschini, quello dell'Udc
Casini, diversi ministri e sottosegretari - Frattini, Meloni,
Letta, Bonaiuti - ma mancavano Maroni ed altri leghisti.
Presenti il capo della Protezione civile Guido Bertolaso (senza
cravatta e con la maglia blu d'ordinanza), il sindaco di Roma
Alemanno, il presidente della Regione e quello della Provincia,
Marrazzo e Zingaretti, tutti i vertici delle Forze armate e il
capo della Polizia, Manganelli.
Molta la gente che affollava via dei Fori Imperiali e che ha
applaudito a lungo Napolitano, allontanatosi a bordo della
Flaminia presidenziale. Anche Berlusconi se n'e' andato in auto,
rinunciando alla consueta passeggiata fino a Palazzo Grazioli,
ma nelle poche decine di metri che ha percorso a piedi per
raggiungere e' stato letteralmente sommerso dai sostenitori: una
ressa per stringergli la mano, o per scattargli una foto.
(ANSA).


 


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