GIÙ LE MANI DAL PREMIO ANTIEVASIONE, CONTRATTAZIONE PIENA AI FINANZIERI E SMETTIAMOLA CON LA FESSERIA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE FORTE – di Stefano Castelli

giovedì 18 giugno 2009

Pubblichiamo di seguito un intervento di Stefano Castelli sulla recente decisione del Fondo Assistenza Finanzieri di non procedere all’attribuzione ai finanzieri dei 20milioni di premio antievasione in mancanza di strumenti di contrattazione. Il titolo è della redazione del sito. (G.F.)

 

In data 03 giugno 2008, quindi oltre un anno fa, il Co.Ba.R. Emilia – Romagna, tenuto conto che la Corte dei Conti aveva riconosciuto alla Guardia di Finanza il pieno titolo per l’attribuzione del “Premio per la lotta all’evasione fiscale” ed essendo il Corpo sprovvisto di strumenti che consentano di distribuire le somme (la c.d. contrattazione di secondo livello), pari a 20 milioni di euro, con delibera nr. 45/X (reperibile su EmiliaWeb) proponeva il congelamento della quota parte del premio incentivante per la lotta all’evasione fiscale spettante al Corpo, in attesa della modifica della normativa che permetta di ripartire tali risorse anche tra il personale del Corpo.

Da questa proposta, che non ha avuto seguito presso gli organi sovraordinati, si è giunti ai giorni nostri, favoleggiando sul presunto acquisto di un notebook per ogni appartenente al Corpo: ipotesi smentita di recente con il “rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2008 del F.A.F.” (si veda http://www.ficiesse.it/news.php?id=3138).  

Ora non soffermiamoci sul perché o il percome dette somme sono confluite nel F.A.F., che attualmente ne rivendica la titolarità procedendo anche al loro congelamento, ma analizziamo il motivo per il quale noi finanzieri non possiamo percepire un emolumento che ci spetta di diritto. Volendo parafrasare e utilizzare un eufemismo la risposta è: “MANCA IL COLTELLO PER DIVIDERE LA TORTA”.

Lo strumento di cui necessitiamo (il coltello) è la contrattazione di secondo livello, richiamata dall’articolo 12 del D.L. 79/1997, norma per la quale l’istituto della incentivazione, per essere attuato, presuppone la titolarità di tale dispositivo. Naturalmente la contrattazione di secondo livello implica la titolarità di una contrattazione di primo livello.

A questo punto viene in rilievo l’inadeguatezza dell’istituto della “concertazione”, prerogativa della Rappresentanza militare, strumento che non in grado di tutelare nemmeno la titolarità di somme che ci spettano per diritto come prevede la riflessione della Corte dei Conti. Da qui l’assunto: Rappresentanza Militare = concertazione, sindacato = contrattazione.

Ritengo che anche i più accaniti sostenitori della Rappresentanza Militare, che si sostanzia nella concertazione, nutrano ora qualche perplessità sul mantenere o meno in vita detto istituto “monco”.

Giova ricordare che la provvista “una tantum” di 20 milioni di euro di “natura straordinaria”, come rendicontato dal consiglio di amministrazione del F.A.F., non sia poi così tanto straordinaria. Verso la fine dello scorso mese di maggio, il sottoscritto ha avuto l’occasione di incontrare con una delegazione del Cobar della Guardia di Finanza dell’Emilia Romagna il sottosegretario all’Economia e Finanze on. Alberto Giorgetti il quale, su richiesta specifica dei delegati in merito alla necessità di dotare il Corpo dello strumento necessario a smobilitare tali somme, si è detto personalmente fiducioso che in qualche maniera saremmo approdati ad una soluzione per far percepire ai finanzieri quanto di loro competenza. In tale occasione, il Sottosegretario, persona schietta e diretta che non si è sottratta al confronto, ha esplicitato la volontà del ministro Tremonti di attribuire parte del premio spettante all’Agenzie delle Entrate per l’anno 2008 (circa 12 milioni di euro), al personale della G. di F., di fatto ribadendo il principio della titolarità dei militari a partecipare, in via continuativa e non straordinaria, alla ripartizione delle somme. Pertanto, ci sono altri milioni di euro disponibili che non sappiamo che fine faranno.

La legge 4 marzo n. 15 prevede che sia rivista, tramite delega al Governo, la 195/95. A questo punto basta avere il coraggio di emendare tale decreto legislativo sostituendo la parola “concertazione” con “contrattazione”, ed ecco che per incanto potremo mettere mano sui nostri soldi, anche quelli stanziati per il contratto. Coraggio, ministro Brunetta, la palla passa a Lei.

Mi rendo conto che cambiare una parola così semplice implicherebbe una rivoluzione copernicana all’interno del Corpo, ma non è altro che quella famosa “personalità giuridica” invocata dalla Rappresentanza militare, che la porrebbe come parte sociale anche nei confronti dell’Amministrazione. Chissà se di fronte alla possibilità di avere questi soldi i sostenitori della “rappresentanza militare forte” (solo chi la predica sa cosa significa), cambieranno idea o preferiranno devolvere quanto a loro dovuto sul sociale come profetizzato da qualche delegato.

Concludendo: quei soldi sono nostri e li vogliamo spendere come diciamo noi, soprattutto in un periodo in cui diventa difficile sbarcare il lunario.

Mi corre l’obbligo di un’ultima riflessione. A gennaio del 2008 l’assemblea plenaria de L’Aquila chiedeva questi strumenti, ma al di là dei proclami, i delegati del Co.Ce.R. che avevano ricevuto pieno mandato per perseguire tale risultato, hanno solo pensato a consolidare le loro posizioni senza raggiungere peraltro alcun obiettivo. Non vorrei che questa rappresentanza, oltre a costare svariati milioni di euro per il suo funzionamento, ci costasse anche questi 32 milioni di euro, con la differenza che questi soldi ce li mettiamo tutti di tasca nostra.

Per quanto mi riguarda non mi dispiacerebbe l’accorpamento con la Polizia di Stato come paventato di recente, in tal senso supereremmo i limiti imposti dalla Legge 382/78 e dal D.lgs. 195/95 entrando a pieno titolo nella 121/81, e non sono il solo.


STEFANO CASTELLI
Componente Direttivo nazionale Ficiesse
castelli_st@yahoo.it

 

 


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