RIALLINEAMENTO DEI SOTTUFFICIALI DELLE FORZE ARMATE. di Alberto Tuzzi - Vicepresidente nazionale Assodipro

venerdì 08 ottobre 2004

Nel settore del pubblico impiego esistono professionalità che, pur essendo molto similari, spesso sono in aperta conflittualità tra loro. L’ultimo episodio attiene al riallineamento dei sottufficiali delle forze armate, attuato nei confronti dei loro colleghi delle forze di polizia.

Il Parlamento, Infatti, con la legge del 27/07/2004, n° 186 ha riparato, in parte, ad una sperequazione creata con la riforma attuata nel 1995, quando furono rivisti ruoli e carriere dei sottufficiali di entrambi i comparti. In quell’occasione fu fatto un riordino penalizzante per il personale delle forze armate, semplicemente perché una parte del Cocer, molto politicizzato, avallò lo squilibrio solo per compiacenza nei confronti dei vertici militari.

La recente riforma non ha, comunque, riequilibrato completamente la profonda ingiustizia attuata nel 1995 e diverso personale è rimasto ancora una volta penalizzato. Pertanto nella categoria serpeggia ancora malumore e sfiducia nei confronti delle rappresentanze, dei vertici militari e del potere politico. Ciononostante, le varie organizzazioni sindacali delle forze di polizia hanno protestato vivacemente contro la parziale riforma attuata dal Parlamento. Questo, a nostro avviso, è una dimostrazione di corporativismo inutile e veramente dannoso per entrambi i comparti.

Possiamo anche comprendere una certa rivalità professionale tra il settore difesa e il settore sicurezza, ma questa deve rimanere circoscritta in un ambito dialettico e finalizzata ad un miglioramento comune, sia delle carriere sia delle trattamento economico e delle condizioni di vita in generale. La scomposta reazione di taluni sindacati è, purtroppo, indice di mediocre cultura sindacale e di mancanza d’argomenti da porre sul piatto della contrattazione. Per migliorare la condizione dei propri rappresentati non necessita criminalizzare le altre professionalità, bensì presentare una piattaforma di richieste che siano espressione delle reali esigenze della categoria, fondamentali per migliorare la professionalità al servizio dei cittadini.

Sono appena iniziate le trattative per il rinnovo del contratto, relative al biennio economico 2004/2005 che, sicuramente, non saranno facili, sia per la poca disponibilità economica messa in campo dal governo, sia per le difficoltà oggettive nel tenere assieme i due comparti durante la contrattazione. Tra i due settori il più debole è senz’altro il settore difesa, poiché privo di sindacati e di qualsiasi potere contrattuale.

Al problema delle scarse risorse economiche, comune ad entrambi i comparti, per il personale delle forze armate se ne aggiunge uno che riduce ulteriormente le già poche disponibilità finanziarie. Ci riferiamo al fatto che le somme disponibili per il contratto, vanno suddivise in due terzi da destinare alla retribuzione principale e un terzo da distribuire sulle indennità accessorie. Ciò comporta inevitabilmente che una parte consistente di risorse economiche, di esclusiva spettanza del personale contrattualizzato, venga erogato anche a favore della categoria dirigenziale. Categoria che, oltre ai ben noti benefici automatici legati all’anzianità, somma ai propri importi stipendiali anche altri notevoli introiti percepiti con lo straordinario e il CFI.

Ci troviamo, sicuramente, di fronte ad una situazione anomala rispetto al mondo del lavoro in generale. A tali irregolarità vanno poi aggiunte le difficoltà oggettive dovute alla mancanza di organizzazioni sindacali, o similari, e alla completa assenza di un benché minimo potere contrattuale.

Siamo pienamente consapevoli della complessità di una simile situazione e della non facile ricerca di soluzioni. Ma ciò non giustifica né l’attuale sistema di ripartizione, né la totale assenza di ricerca di soluzioni alternative. Proprio per questo, pensiamo che le organizzazioni sindacali del personale delle forze di polizia, possano dare un grosso contributo di idee e di iniziative ai loro colleghi delle forze armate.

Invece, in pieno clima contrattuale, sono state sollevate questioni di rivalità, invidie e condanna delle altrui professionalità.

In conclusione, non possiamo che invitare le parti in causa ad un superamento dell’attuale situazione di contrapposizione. Ci auguriamo, vivamente, che si possa riprendere un dialogo e un confronto, sereno e costruttivo, dal quale possano scaturire proposte comuni finalizzate al miglioramento della condizione del personale dei due comparti.

TREVISO, 7 ottobre 2004
 

ALBERTO TUZZI
Vice Presidente Nazionale

Socio Fondatore di Assodipro
asdptreviso@tele2.it


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