PA:DISABILI;BRUNETTA,PERMESSI PER 9% DIPENDENTI,30-50% ABUSI - CARCERI: LECCE; PER AGENTI PANINO E NON MENSA,PROTESTA - P.A:VENETO; MOBBING QUASI SCOMPARSO,CRESCE DISAGIO DA STRESS

mercoledì 21 ottobre 2009

PA:DISABILI;BRUNETTA,PERMESSI PER 9% DIPENDENTI,30-50% ABUSI
MINISTRO; STOP USO OPPORTUNISTICO, RIDISTRIBUIRE RISORSE
(ANSA) - ROMA, 20 OTT - Oltre 2,4 milioni giornate di
permesso fruite nel 2008 - sulla base del campione monitorato
pari a quasi il 50% del totale - dal 9% dei dipendenti pubblici:
sono i risultati della rilevazione sull'applicazione della legge
104 del 1992 a favore dei disabili e dell'assistenza ai
familiari con handicap. Monitoraggio voluto dal ministro della
Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, per verificare
l'entita' e le forme di utilizzo ed evitare gli abusi. ''Nel
settore privato la media e' dell'1,5%, certamente e' un uso
sottodimensionato, ma nel settore pubblico e' certamente
sovradimensionato'', ha detto.
Si tratta, ha spiegato il ministro, di un dato in crescita
''progressiva'' che porta la proiezione sul 2009 a stimare in
oltre 5,5 milioni i permessi retribuiti, con punte nella scuola
ed in alcune regioni, a partire dall'Umbria dove la percentuale
dei fruitori - sempre nel 2008 - arriva al 16%.
''E' una legge benemerita, di grande sensibilita' ma come
succede spesso, anche in ragione di mancati controlli, si e'
prestata ad una serie di abusi'', ha detto Brunetta, indicando
''sulla base di una stima prudenziale l'ipotesi di un 30% di
abusi e di una stima un po' piu' forzata come la mia - ha
proseguito - il 50% di abusi''. L'obiettivo quindi, ha
sottolineato il ministro della Pa, e' ''eliminare ogni altro
comportamento opportunistico, recuperando la finalita'
originaria di assistenza reale ai disabili''. Tali permessi
''costano allo Stato circa 660 milioni di euro l'anno e la cifra
arriva ad un miliardo di euro sommando gli altri benefici'', ha
detto ancora Brunetta, spiegando che la finalita' dei controlli
e del freno agli abusi punta a ''liberare centinaia di milioni
di euro per assistere davvero chi ha bisogno, con buona pace
degli approfittatori. Non si tratta di risparmiare ma di
ridistribuire le risorse''. Non escludendo un reinvestimento
''almeno parziale, in servizi o sgravi fiscali diretti a favore
dei disabili'', come si legge nelle proposte finali della
rilevazione stessa.(ANSA).

PA:DISABILI;BRUNETTA,PERMESSI PER 9% DIPENDENTI,30-50% ABUSI (2)
(ANSA) - ROMA, 20 OTT - ''Con una razionalizzazione delle
norme, con maggiori controlli sull'utilizzo e limitando qualche
abuso, saremo in grado di ridurre di almeno un 30% tale onere'',
ha detto ancora Brunetta, parlando dei costi.
La rilevazione e' stata effettuata dal Formez in
collaborazione con Cittadinanzattiva e associazioni a tutela
della disabilita': Federazione associazioni nazionali disabili
(Fand), Federazione italiana per il superamento dell'handicap
(Fish), Unione italiana ciechi e ipovedenti. In particolare, dai
risultati emerge che l'utilizzo diretto da parte dei disabili
riguarda solo il 15%, mentre l'85% dei permessi utilizzati
riguarda l'assistenza ai familiari (e soprattutto ai genitori e
parenti anziani). ''Sino ai parenti di terzo grado'', ha
aggiunto il ministro, sostenendo che il beneficio ''rischia di
diventare un diritto per il parente o affine piuttosto che per
il disabile stesso'' a cui ''deve essere lasciata la scelta
dell'assistenza: ad esempio la possibilita' di contributi o
sgravi sul costo della badante puo' aiutare piu' delle giornate
di permesso''.
Inoltre, e' stato sottolineato, ''considerando il progressivo
invecchiamento della popolazione, l'utilizzo dei permessi
potrebbe raggiungere in pochi anni il 25-30% dei dipendenti,
producendo effetti distorsivi sul funzionamento della Pa''.
Tutto questo ''non puo' prescindere da un riequilibrio anche
nel settore privato'', ha aggiunto Brunetta. ''Non c'e' nessuna
demonizzazione, nessuno scandalo ma semplicemente la volonta' di
fare chiarezza e giustizia'', ha concluso sostenendo che nella
scuola ''l'uso opportunistico della 104 e' strutturale: sono
sempre le stesse persone, con le stesse modalita' e lo stesso
calendario, magari legato alle festivita'''.(ANSA).

CARCERI: LECCE; PER AGENTI PANINO E NON MENSA,PROTESTA SAPPE
(ANSA) - LECCE, 20 OTT - La direzione del carcere di Lecce ha
disposto autonomamente la chiusura della mensa di servizio del
personale di polizia penitenziaria, sostituendola con la
distribuzione di sacchetti con panini da consumare in un locale
nelle vicinanze dell'istituto in condizioni igieniche che
sarebbero precarie. E' quanto segnala in una nota il segretario
generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe),
Donato Capece, il quale ha visitato oggi la struttura carceraria
salentina.
Capece ha inviato una lettera di protesta al capo
dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, al vice capo
dello stesso dipartimento, Emilio di Somma, e alla direzione del
carcere di Lecce. Capece chiede, in alternativa al panino, il
riconoscimento del buono pasto ''anche perche' la distribuzione
del cestino - spiega - cosi' come confezionato, viene fatta
contestualmente all'attivita' lavorativa che gli operai addetti
alla manutenzione stanno svolgendo nel locale mensa''.
Il segretario del Sappe sottolinea la situazione di
sovraffollamento del carcere di Lecce (1.400 detenuti contro 680
posti letto), cosi' come degli altri istituti di pena pugliesi.
Capece, che ha gia' visitato anche il carcere di Taranto, si
rechera' nelle prossime ore a Foggia e Trani. (ANSA).

P.A:VENETO; MOBBING QUASI SCOMPARSO,CRESCE DISAGIO DA STRESS
(ANSA) - VENEZIA, 20 OTT - Il mobbing e' sempre piu' raro ma
subentra tra i dipendenti nella pubblica amministrazione il
disagio da stress dovuto ai carichi lavoro, ai rapporti
interpersonali e alla frustrazione da mancato riconoscimento di
risultato. E' quanto emerge da una ricerca commissionata dalla
Regione Veneto e presentata in un convegno oggi a Venezia.
L'occasione e' stata offerta dalla pubblicizzazione di un
'codice di comportamento' che la Regione Veneto ha voluto per
evitare problemi di mobbing. ''Un fenomeno - ha detto Angela
Ballottin, garante per la valutazione del fenomeno - che dal
2000 quando e' stato riconosciuto e' andato via via calando,
facendo emergere il disagio sul posto di lavoro che porta a
produrre male o di meno se non addirittura a creare problemi
fisico-sanitari con conseguenze sull'organizzazione del
lavoro''. Per sfuggire a questi problemi, secondo gli esperti,
bisogna premere per un'ottimizzazione dell'organizzazione del
lavoro puntando ad una migliore distribuzione dei carichi, una
diminuzione dello stress da rapporto gerarchico, oltre a
premiare chi lavora bene. Inoltre va sempre considerato l'equo
rapporto tra vita lavorativa ed extra professionale. (ANSA).

 


Tua email:   Invia a: