P.A.: LE NORME TAGLIA-ENTI NON SI POSSONO AGGIRARE. FAF E FONDI PREVIDENZIALI GDF A RISCHIO SOPPRESSIONE (ITALIAOGGI)

sabato 24 ottobre 2009

ItaliaOggi
Numero 253 pag. 37 del 24/10/2009

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Le norme taglia-enti non si possono aggirare

di Antonio G. Paladino

La disposizione taglia-enti, che interessa gli enti pubblici non economici con un organico inferiore a 50 unità, contenuta all'articolo 26 del dl anticrisi del 2008, non si può eludere. I ministeri vigilanti, infatti, non possono limitarsi alla sola riduzione del numero dei componenti degli organi collegiali, ma devono attuare il riordino adottando anche provvedimenti di trasformazione o fusione di enti e organismi che svolgono attività analoghe e complementari. È quanto ha chiarito il Consiglio di stato, nel testo del parere n. 6315 depositato il 21 ottobre scorso, con il quale ha sospeso ogni valutazione in merito allo schema di dpr proposto dall'amministrazione finanziaria in ossequio alla norma di legge sopra riportata, con cui si intende operare il riordino di cinque enti dalla stessa vigilata (l'Istituto di studi ed analisi economica, il Fondo di previdenza per il personale dell'ex ministero delle finanze, il Fondo di assistenza finanzieri, la Cassa ufficiali della Guardia di finanza e il Fondo di previdenza per gli ispettori, appuntati e finanzieri della stessa Gdf). Ora, con la sospensione del collegio di palazzo Spada, si tratta, per il dicastero guidato da Giulio Tremonti, di fare una vera e propria corsa contro il tempo per evitare che su questi enti cada la scure della soppressione. Sì, perché la norma (come modificata di recente dall'articolo 17 del decreto legge n. 78/2009) prevede espressamente la cancellazione per tutti gli enti pubblici non economici per i quali, alla data del 31/10/2009, manchino i relativi regolamenti di riordino. Termine che si intende comunque rispettato se, a tale data, il Consiglio dei ministri li approvi anche in forma preliminare. Nella relazione di accompagnamento al dpr l'amministrazione finanziaria ha evidenziato «l'impossibilità di procedere a trasformazioni o soppressioni degli enti vigilati, stante la natura dell'attività da questi svolta». Pertanto, si legge nel parere, «ha scelto la soluzione più idonea al contenimento della spesa, garantendo la prosecuzione delle attività istituzionali». In pratica, con un unico provvedimento, ha razionalizzato gli organi di indirizzo amministrativo, di gestione e consultivo, riducendo gli organi collegiali di almeno il trenta per cento. Secondo Palazzo Spada, però, questa operazione «non risponde al corretto criterio della materia». Per il Consiglio, «riordino» è tutto quel complesso che porta alla fusione di enti e organismi che svolgono attività analoghe alla riduzione degli uffici dirigenziali e del personale sia dirigente che amministrativo.

 


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