L'INCREDIBILE PROPOSTA DEL GEN.C.A. ROGGIO (PERSOMIL) IN COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO: OSTACOLARE PER LEGGE L'ACCESSO DEI MILITARI AGLI ATTI AMMINISTRATIVI E AL GIUDICE. INTERROGAZIONE DELL'ON. TURCO (RADICALI): RIMUOVERE DALL'INCARICO L'UFFICIALE

domenica 13 dicembre 2009

L’INCREDIBILE PROPOSTA DEL GEN.C.A. ROGGIO (PERSOMIL) IN COMMISSIONE DIFESA DEL SENATO: OSTACOLARE PER LEGGE L’ACCESSO DEI MILITARI AGLI ATTI AMMINISTRATIVI E AL GIUDICE. INTERROGAZIONE DELL’ON. TURCO (RADICALI): RIMUOVERE DALL’INCARICO L’UFFICIALE

àˆ stato recentemente pubblicato il resoconto (che alleghiamo) dell’audizione del 4 novembre 2009 alla Commissione Difesa del Senato del generale di corpo d’armata Mario ROGGIO, direttore della direzione generale per il personale militare (Persomil), nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare.

In coda all’intervento, l’alto ufficiale ha avanzato una richiesta davvero sorprendente: ostacolare per legge ai militari il diritto di accesso ai documenti amministrativi e il diritto di agire in giudizio nei confronti dell’amministrazione.
Queste le affermazioni (grassetto e sottolineature sono della redazione del sito): << (…) Vorrei adesso affrontare il tema della condizione giuridica del personale in servizio e quello del contenzioso. Si tratta di due argomenti che riguardano particolarmente i settori della disciplina. Tengo a dire che, pur in una situazione disciplinare molto soddisfacente sia in patria che nei teatri operativi, è necessario qualche intervento legislativo volto a contenere o a non estendere procedure di tutela valevoli nel pubblico impiego per tutti i cittadini anche al comparto militare. In questo momento il comparto militare soggiace a questo tipo di forme di tutela ma in questo modo si appesantisce il procedimento disciplinare rendendolo assolutamente non tempestivo. Lo stesso discorso vale per l'accesso al contenzioso da parte dei pubblici dipendenti militari: se si vuole limitare l'entità  del personale dedicato a questa funzione, oltre che rendere più snelli i processi decisionali e satisfattivi di eventuali ricorsi, occorre limitare le formule di accesso. In questo momento il contenzioso, benchà© alla fine non produca vittorie da parte dei ricorrenti se non nella misura massima del 5 per cento, è una formula che spesso viene utilizzata dal personale soprattutto per questioni di carattere economico, ma anche per motivi di carattere disciplinare e di avanzamento. àˆ un fenomeno in crescente ascesa e la Direzione generale e tutto l'inquadramento militare è proiettato a deflazionare il fenomeno. Se ci fossero interventi legislativi di contenimento nel senso auspicato, probabilmente il fenomeno potrebbe decadere di per sà©. (…) >>
 

Le dichiarazioni del generale Roggio non sono certo passate inosservate, ma hanno provocato l’immediata reazione dell’onorevole Maurizio TURCO (Radicali) che ha presentato al Ministro della Difesa l’interrogazione che appresso integralmente riportiamo.
 

ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05315

 

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 255 del 09/12/2009
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/12/2009
 

Elenco dei co-firmatari dell'atto
BELTRANDI MARCO
PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2009
BERNARDINI RITA
PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2009
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2009
MECACCI MATTEO
PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2009
ZAMPARUTTI ELISABETTA
PARTITO DEMOCRATICO 04/12/2009
 

Destinatari
Ministero destinatario:
• MINISTERO DELLA DIFESA
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05315
presentata da
MAURIZIO TURCO
mercoledì 9 dicembre 2009, seduta n.255

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -

Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

nel corso dell'indagine conoscitiva sulla condizione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare: audizione del Direttore generale della Direzione generale per il personale militare, svoltasi presso la 4a Commissione permanente del Senato lo scorso 4 novembre 2009 risulta dal resoconto sommario n. 97 che il Direttore generale della Direzione generale per il personale militare, generale Roggio, tra le altre abbia affermato che «Sempre in un'ottica di snellimento organizzativo dell'area amministrativa, di semplificazione procedimentale e di standardizzazione interforze è stata poi segnalata, nelle competenti sedi, l'opportunità  di attuare mirati interventi di riordino del quadro legislativo affinchà©, coerentemente con la specificità  della funzione, dell'ordinamento e della condizione militare, siano adottate speciali disposizioni in materia di provvedimenti amministrativi, di ridotte possibilità  di esercizio del contenzioso e di diritto di accesso ai documenti, anche in deroga alle previsioni legislative generali valevoli per i cittadini e per la Pubblica amministrazione. Ciò al fine di rendere il più possibile tempestiva l'azione disciplinare, ed esaltarne gli effetti deterrenti»;

proprio in materia disciplinare, così come ogni altro procedimento inteso a ledere gli interessi di colui che lo subisce, la consolidata giurisprudenza delle massime Corti di giustizia, finanche quella Costituzionale, riconoscono ad ogni individuo il diritto di tutelare in ogni sede i diritti soggettivi e gli interessi legittimi lesi dagli atti e dal comportamento della Pubblica Amministrazione, di un giusto ed equo procedimento in cui la completezza del necessario contraddittorio è posta a garanzia delle parti secondo i principi contenuti nell'articolo 24 della Costituzione;

la giurisprudenza consolidata in modo granitico afferma che la partecipazione procedimentale non è diretta unicamente ad introdurre interessi da fare valere in sede di valutazioni discrezionali; si tratta, infatti, di acquisire al procedimento il contributo di colui su cui graverà  il provvedimento autoritativo sicchà© la garanzia di partecipazione dell'interessato ha lo scopo di comporre quante più divergenze possibili affinchà© non pervengano alla sede giudiziaria contenziosi alimentati dalla riservatezza e dall'ostilità  dell'attività  amministrativa;

il diritto di accesso ai documenti amministrativi, azionabile da chiunque possieda un qualificato interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, ha in primo luogo una finalità  strumentale alla difesa in giudizio della situazione sottostante in quanto, consentendo la conoscenza degli atti sulla cui base l'amministrazione ha formato la propria volontà  ed ha assunto la conseguente determinazione, favorisce sia una più approfondita valutazione sull'opportunità  di agire in giudizio a tutela della propria posizione sia la possibilità  di censurare l'attività  amministrativa per profili non direttamente percepibili dal provvedimento finale ed è costante insegnamento che la legittimazione all'accesso vada riconosciuta a chiunque possa dimostrare che il procedimento, o gli atti endoprocedimentali, abbiano spiegato o siano idonei a spiegare effetti diretti o indiretti nei suoi confronti, indipendentemente dalla lesione di una posizione giuridica, stante l'autonomo atteggiarsi del diritto di accesso, inteso come interesse ad un bene della vita autonomo rispetto alla situazione legittimante l'impugnativa;

con la legge n. 15 del 2005, il diritto di accesso assurge, seppure indirettamente, a norma di rango costituzionale e per tale motivo merita la più ampia tutela;

a parere degli interroganti quanto espresso dall'alto ufficiale, oltre a dimostrare una scarsa considerazione e conoscenza degli insegnamenti giurisprudenziali, evidenzia una volontà  estremamente repressiva dei già  limitati diritti che il vertice militare usa riconoscere al personale ad essi subordinato che rischia di compromettere negativamente la già  precaria immagine di cui gode l'Amministrazione militare in tema di diritti e legalità  dell'azione amministrativa che inoltre, in tal modo, si rivelerebbe sempre secondo gli interrogati contraria ad ogni principio di buon andamento e la imparzialità  della pubblica amministrazione sancito dall'articolo 97 della Costituzione -:

se il ministro interrogato sia a conoscenza di quanto espresso dal Direttore generale della Direzione generale per il personale militare ai membri della 4a Commissione permanente del Senato e se non ritenga opportuno rimuovere immediatamente dal suo incarico l'ufficiale citato in premessa al fine di evitare che simili affermazioni possano compromettere l'immagine di legalità  che necessariamente deve connotare ogni azione dell'Amministrazione militare. (4-05315)

 


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