SICUREZZA: VIMINALE, SU FONDO GIUSTIZIA 1.409 MILIONI - FISCO: STUDI; CASSAZIONE, NO AD ACCERTAMENTI AUTOMATICI -

lunedì 21 dicembre 2009

SICUREZZA: VIMINALE, SU FONDO GIUSTIZIA 1.409 MILIONI
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Sul Fondo unico giustizia (Fug) sono
attualmente intestate risorse per un valore complessivo di
1.409,9 milioni. E' quanto sottolinea in una nota il Viminale
''in riferimento a notizie apparse sulla stampa''. Il ministero
dell'Interno si riferisce ad un articolo de 'L'Unita'' nel quale
si sostiene che nel Fug ''ci sono soltanto 17 milioni''.
Di questi 1,4 miliardi, prosegue il Viminale, ''sono
immediatamente disponibili: 54,5 milioni, che riguardano beni
confiscati; 497,8 milioni, che riguardano le risorse
sequestrate''. Ed inoltre c'e' da considerare la somma di 100
milioni ''che e' stata gia' assegnata con la legge 38/2009 e
gia' ripartita per l'esigenza delle forze di polizia e del corpo
nazionale dei vigili del fuoco''.
''Secondo le disposizioni di legge le risorse sono ripartite
- aggiunge ancora il ministero dell'Interno - con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri in misura non inferiore a
un terzo tra il ministero dell'Interno, il ministero della
Giustizia e le entrate del bilancio dello Stato. La quota minima
spettante ai ministeri puo', tuttavia, essere modificata in
relazione ad urgenti necessita' derivanti da circostanze gravi
ed eccezionali''. La prima ripartizione, conclude la nota,
''trattandosi del primo anno di applicazione, dovra' avvenire
entro il 1 aprile 2010''.

SICUREZZA: VIMINALE, SU FONDO GIUSTIZIA 1.409 MILIONI
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Sul Fondo unico giustizia (Fug) sono
attualmente intestate risorse per un valore complessivo di
1.409,9 milioni. E' quanto sottolinea in una nota il Viminale
''in riferimento a notizie apparse sulla stampa''. Il ministero
dell'Interno si riferisce ad un articolo de 'L'Unita'' nel quale
si sostiene che nel Fug ''ci sono soltanto 17 milioni''.
Di questi 1,4 miliardi, prosegue il Viminale, ''sono
immediatamente disponibili: 54,5 milioni, che riguardano beni
confiscati; 497,8 milioni, che riguardano le risorse
sequestrate''. Ed inoltre c'e' da considerare la somma di 100
milioni ''che e' stata gia' assegnata con la legge 38/2009 e
gia' ripartita per l'esigenza delle forze di polizia e del corpo
nazionale dei vigili del fuoco''.
''Secondo le disposizioni di legge le risorse sono ripartite
- aggiunge ancora il ministero dell'Interno - con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri in misura non inferiore a
un terzo tra il ministero dell'Interno, il ministero della
Giustizia e le entrate del bilancio dello Stato. La quota minima
spettante ai ministeri puo', tuttavia, essere modificata in
relazione ad urgenti necessita' derivanti da circostanze gravi
ed eccezionali''. La prima ripartizione, conclude la nota,
''trattandosi del primo anno di applicazione, dovra' avvenire
entro il 1 aprile 2010''.

FISCO: STUDI; CASSAZIONE, NO AD ACCERTAMENTI AUTOMATICI/ANSA
SENTENZA,DA SOLI NON PROVANO NULLA. ENTRATE, E'COSI' GIA'DA 2 ANNI
(ANSA) - ROMA, 21 DIC - Niente accertamenti automatici sulla
presunzione che un contribuente, che non risponde al suo studio
di settore, e' automaticamente un possibile evasore. Le Sezioni
Unite della Cassazione intervengono sugli studi di settore, lo
strumento attraverso il quale artigiani, commercianti e
lavoratori autonomi pagano le tasse. Strumento, a dire il vero,
non troppo amato dalle categorie interessate che pure sono
coinvolte in una Commissione di esperti con l'Agenzia delle
Entrate per la loro elaborazione e periodica revisione. Perche'
per quanto precise possano essere le informazioni su un settore
non possono 'fotografare' esattamente la situazione di un
particolare negozio o una precisa piccola impresa. E ora la
Cassazione afferma che non sono un parametro certo in base al
quale l'Agenzia delle Entrate puo' inoltrare la cartella di
accertamento fiscale sulla presunzione che lo scostamento dai
parametri di reddito nasconda l'elusione dell'imposta dovuta.
L'Agenzia delle Entrate, a dire il vero, da almeno un paio
d'anni specifica nei suoi documenti cosiddetti di 'prassi'
fiscale che non e' possibile effettuare accertamenti automatici
sulla sola base dello studio. ''L'Agenzia delle Entrate - spiega
infatti Luigi Magistro, direttore centrale Accertamento
dell'Agenzia - gia' con una circolare del 2008 ha indicato ai
propri uffici che la motivazione degli atti di accertamento
basati sugli studi di settore non deve essere rappresentata dal
mero rinvio alle risultanze degli studi di settore, ma deve dare
conto, in modo esplicito, delle valutazioni che, a seguito del
contradditorio con il contribuente, hanno condotto l'ufficio a
ritenere fondatamente attribuibili i maggiori ricavi o compensi
determinati anche tenendo conto degli indicatori di normalita'.
Non solo. Gli uffici devono anche valutare, come chiarito con
una circolare di aprile di quest'anno, la situazione complessiva
del contribuente''. Un'indicazione, questa, che pero' sembra
non sempre avere trovato applicazione, almeno nel passato, da
parte degli uffici fiscali sul territorio. Tanto che anche nel
corso del 2009 ci sono state interrogazioni parlamentari,
soprattutto da parte della Lega, per evidenziare questa
discrasia di comportamenti. ''Il recepimento da parte degli
uffici delle nostre direttive - dice pero' al proposito Magistro
- sta portando a un sensibile miglioramento dei risultati sia in
termini di maggiori imposte accertate, sia di adesioni dei
contribuenti alle nostre richieste: i nostri accertamenti sono
convincenti e, quindi, i contribuenti preferiscono la
definizione''.
La sentenza della Cassazione sottolinea dunque che anche nelle
cause con il fisco la prova si forma in dibattimento e il
contribuente ''ha la piu' ampia facolta' di prova'' per
contestare ''l'applicabilita' degli standard al caso
contrario''.
La sentenza ''contribuisce a svelenire il clima in materia di
studi di settore - commenta il responsabile fiscale di
Confartigianato Andrea Trevisani - e pone nella giusta
centralita' il contraddittorio. Ci deve essere un momento di
dialogo vero tra l'Agenzia delle Entrate e il contribuente''.
''La Cassazione non fa che confermare quello che e' gia' in
atto da un anno grazie alla circolare dell'Agenzia delle
Entrate, quindi non trovo originale la sentenza di oggi'',
commenta Confcommercio, mentre per Confesercenti ''la sentenza
della Cassazione ribadisce quello che la Confesercenti ha sempre
sostenuto, vale a dire che gli studi di settore sono un punto
riferimento ma che non vanno considerati esaustivi riguardo alla
fedelta' del contribuente rispetto ai suoi impegni con il
fisco''.(ANSA).


 


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